1990 anno spartiacque tra il calcio romantico umanista, e quello cinico, edonista,starlettiano. Ciao Paolo sei stato un quinto mio nonno per me ,io ero bimbo! Classe 1978 presente.
Con la sua scomparsa è iniziato il declino della tv ,concluso con l'avvio di Sky e quello schifo che è il calcio ora. Un mito eterno nella mia memoria di bimbo e di adulto nostalgico e rassegnato
Un mito. Fu anche ospite speciale in Due Calciatori senza Pallone. Stranamente non fu in L' Allenatore del Pallone. Con Mario Poltronieri, Franco Lauro e Gianfranco De Laurentiis ora è lassù a comporre l' Olimpo dei Giornalisti Sportivi.
Solo quando morì Valenti in seguito Nando Martellini svelò la su fede " Paolo Valenti era tifoso della Fiorentina " ..... uomini e giornalisti che erano dei giganti rispetto alle nullità di oggi 💜⚜
Grande personaggio, indimenticato ed indimenticabile per tutti gli appassionati di sport...ed il ricordo è affidato ad un altro grande, Alfredo Pigna, conduttore di tante edizioni della DS.
Beato ME (e noi) che sono cresciuto con Paolo Valenti a raccontarmi le giornate di campionato... per quanto mi riguarda, dal 1981, anno in cui cominciai a tifare per la mia squadra del cuore. Prima di lui solo la radio, che le partite ce le raccontava, dovevamo stare a questo compromesso qui, ci stavamo. E, nel ricordarlo, mi piace che sia stato così, senza vedere le immagini dal vivo, da piccolo con l'orecchio attaccato alla radio (io andavo da un tabaccaio amico di famiglia a sentirla...), da grandicello in macchina con gli amici più grandi che già ce l'avevano... e mi ricordo le scene di dramma di chi giocava al Totonero (se po' di'?) e c'aveva i suoi risultati a posto fino alla "zona Cesarini", quando un solo goal glieli faceva zompare!!! Poi, specialmente in primavera, quando le partite finivano alle 5 e mezza, di corsa a casa perché "90° Minuto" iniziava alle 6... e non ti volevi certo perdere i goal. Mi permetto un excursus filosofico-politico, ecco cosa penso: a volte per stare meglio devi metterti in situazioni con meno agi e meno possibilità, perché quel poco che ti viene offerto è come un tesoro per te e te lo godi sul serio. Avere tutto pronto sul piatto d'argento va bene all'inizio, è come scoprire un giocattolone magico, ma poi te ce abitui e te passa pure la voja. Per fortuna (e lo sottolineo), ancora oggi certe cose NON SONO ALL'ALTEZZA DI CHIUNQUE e NON SONO FACILI NEMMENO PER CHI E' A 'ST'ALTEZZA, richiedono tempo e fatica. Altrimenti nulla conterebbe più una ceppa, nemmeno ciò che identifichiamo con la parola "piacere". Diventerebbe solo AUTOMATISMO. Ecco perché i sistemi egualitaristici (comunismo, ecc.) e quelli liberali da società del benessere FALLISCONO (non tratto le dittature tipo fascismo, ecc., manco le nomino). Gli unici sistemi che hanno funzionato sono quelli in cui la gente doveva COSTRUIRE e PRENDERSI CIO' CHE ERA POSSIBILE PRENDERSI, sudare, accettare, tirare avanti, OGNUNO "DISEGUALMENTE" DALL'ALTRO, però in qualche modo tutti uniti da quelle "privazioni" che ti facevano apprezzare la vita sociale più che starsene a casuccia a godere degli agi. Sistemi liberali, sì, ma senza garanzie certe. Il succo sta qui. Le garanzie certe uccidono la vita. Colpa di Nietzsche, da quando ho letto lui ho capito tante cose di me che già pensavo... 😛 Dopo 'st'excursus politoco-filosofico, beh, s'è capito per quale squadra tifo. Il mio idioma è facilmente identificabile. La mia prima maglia? 1981, colore sul granata col colletto arancione chiaro... lo sponsor (ovviamente "Barilla") me lo cucì mamma. 🙂
Simbolo di un calcio, ma anche di un MODO di raccontare il calcio, che non c'è più. Ho detto "il simbolo" perché probabilmente era il più rappresentativo. In realtà era tutto il mondo del giornalismo sportivo, cartaceo e radiotelevisivo, ad essere infinitamente più serio.
Paolo Valenti (di cui a ottobre si ricorrerano i 100 anni dalla sua nascita) assieme a Luca di Schiena fu l'istruttore del concorso radiotelecronisti del 1968-1969 che lanciò Vespa, Frajese, Martino, Pizzul e tanti altri.....
Rivogliamo grande mitico Paolo Valenti al TG sport 2021, altri giornalisti “moderni” sportivi fanno schifosi e scarsi come programmi stupidi GF e “uomini&donne” uguali.
Sei un grande❣️❣️❣️❣️ che perla questa
1990 anno spartiacque tra il calcio romantico umanista, e quello cinico, edonista,starlettiano.
Ciao Paolo sei stato un quinto mio nonno per me ,io ero bimbo!
Classe 1978 presente.
Con la sua scomparsa è iniziato il declino della tv ,concluso con l'avvio di Sky e quello schifo che è il calcio ora. Un mito eterno nella mia memoria di bimbo e di adulto nostalgico e rassegnato
Un mito. Fu anche ospite speciale in Due Calciatori senza Pallone. Stranamente non fu in L' Allenatore del Pallone. Con Mario Poltronieri, Franco Lauro e Gianfranco De Laurentiis ora è lassù a comporre l' Olimpo dei Giornalisti Sportivi.
Condivido perfettamente il tuo pensiero
Concordo pienamente.
Leggi quello che ho scritto, te ce poi ritrova'... io mi ritrovo del tutto nella tua disamina.
@@lucapiraccini6096 si
Un Grandissimo. Ci manca tanto.
Solo quando morì Valenti in seguito Nando Martellini svelò la su fede " Paolo Valenti era tifoso della Fiorentina " ..... uomini e giornalisti che erano dei giganti rispetto alle nullità di oggi 💜⚜
sono passati 30 anni , r . i . p .
Grande personaggio, indimenticato ed indimenticabile per tutti gli appassionati di sport...ed il ricordo è affidato ad un altro grande, Alfredo Pigna, conduttore di tante edizioni della DS.
Grandissimo
In 30 anni e' cambiato tutto Nella cronaca sportiva
Beato ME (e noi) che sono cresciuto con Paolo Valenti a raccontarmi le giornate di campionato... per quanto mi riguarda, dal 1981, anno in cui cominciai a tifare per la mia squadra del cuore.
Prima di lui solo la radio, che le partite ce le raccontava, dovevamo stare a questo compromesso qui, ci stavamo. E, nel ricordarlo, mi piace che sia stato così, senza vedere le immagini dal vivo, da piccolo con l'orecchio attaccato alla radio (io andavo da un tabaccaio amico di famiglia a sentirla...), da grandicello in macchina con gli amici più grandi che già ce l'avevano... e mi ricordo le scene di dramma di chi giocava al Totonero (se po' di'?) e c'aveva i suoi risultati a posto fino alla "zona Cesarini", quando un solo goal glieli faceva zompare!!!
Poi, specialmente in primavera, quando le partite finivano alle 5 e mezza, di corsa a casa perché "90° Minuto" iniziava alle 6... e non ti volevi certo perdere i goal.
Mi permetto un excursus filosofico-politico, ecco cosa penso: a volte per stare meglio devi metterti in situazioni con meno agi e meno possibilità, perché quel poco che ti viene offerto è come un tesoro per te e te lo godi sul serio. Avere tutto pronto sul piatto d'argento va bene all'inizio, è come scoprire un giocattolone magico, ma poi te ce abitui e te passa pure la voja.
Per fortuna (e lo sottolineo), ancora oggi certe cose NON SONO ALL'ALTEZZA DI CHIUNQUE e NON SONO FACILI NEMMENO PER CHI E' A 'ST'ALTEZZA, richiedono tempo e fatica. Altrimenti nulla conterebbe più una ceppa, nemmeno ciò che identifichiamo con la parola "piacere". Diventerebbe solo AUTOMATISMO.
Ecco perché i sistemi egualitaristici (comunismo, ecc.) e quelli liberali da società del benessere FALLISCONO (non tratto le dittature tipo fascismo, ecc., manco le nomino). Gli unici sistemi che hanno funzionato sono quelli in cui la gente doveva COSTRUIRE e PRENDERSI CIO' CHE ERA POSSIBILE PRENDERSI, sudare, accettare, tirare avanti, OGNUNO "DISEGUALMENTE" DALL'ALTRO, però in qualche modo tutti uniti da quelle "privazioni" che ti facevano apprezzare la vita sociale più che starsene a casuccia a godere degli agi.
Sistemi liberali, sì, ma senza garanzie certe. Il succo sta qui. Le garanzie certe uccidono la vita. Colpa di Nietzsche, da quando ho letto lui ho capito tante cose di me che già pensavo... 😛
Dopo 'st'excursus politoco-filosofico, beh, s'è capito per quale squadra tifo. Il mio idioma è facilmente identificabile. La mia prima maglia? 1981, colore sul granata col colletto arancione chiaro... lo sponsor (ovviamente "Barilla") me lo cucì mamma. 🙂
Simbolo di un calcio, ma anche di un MODO di raccontare il calcio, che non c'è più. Ho detto "il simbolo" perché probabilmente era il più rappresentativo. In realtà era tutto il mondo del giornalismo sportivo, cartaceo e radiotelevisivo, ad essere infinitamente più serio.
Paolo Valenti (di cui a ottobre si ricorrerano i 100 anni dalla sua nascita) assieme a Luca di Schiena fu l'istruttore del concorso radiotelecronisti del 1968-1969 che lanciò Vespa, Frajese, Martino, Pizzul e tanti altri.....
Un mito assoluto.
Grande giornalista sportivo che sapeva raccontare il calcio di una volta con saggezza.
Rivogliamo grande mitico Paolo Valenti al TG sport 2021, altri giornalisti “moderni” sportivi fanno schifosi e scarsi come programmi stupidi GF e “uomini&donne” uguali.
oggi sono passati 31 anni , era un giovedì .
Tante sue frasi sono rimaste impresse nel vocabolario giornalistico italiano
Giornalista con la G maiuscola.
Stop