CAPAREZZA - EXUVIA

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  • Опубліковано 3 жов 2024
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    Borotalco.Tv And Universal Music Present
    Director Fabrizio Conte
    Written Fabrizio Conte Michele Salvemini Morris Bragazzi Fausto Donato
    Executive Producer Matteo Stefani
    Producer And Casting Director Monica Conte
    Ass. Production Maria Onano
    Actor Davide Enea Casarin
    Director Of Photography Stefano Bella
    1Ac Nicolò Cacace
    2Ac Sara Di Natale
    16Mm Shooter Marco Proserpio
    Set Designer Dario Carrara
    Gaffer Filippo Testa
    Ronin Operator Loris Galetta
    Colorist Claudio Beltrami
    Vfx Andrea Ferrarello
    Quad Danilo Noro
    Dit Desiré Braida
    Drone Operator Diego Orel
    A&R Fausto Donato
    Product Manager Emanuela Redaelli
    Si ringrazia Graziano Ostuni di Universal e il Vicesindaco Maurizio Tentarelli del Comune di Chiaverano
    TESTO
    È una notte che ispira, è una notte che chiama nel bosco
    È una notte che spia. È una notte di sguardi che ho addosso,
    di ricordi che latrano come avessero visto il demonio,
    sto scavando dentro di me così tanto che schizzo petrolio.
    È il mio rito iniziatico ma non ho aculei nel corpo,
    vado da “Mea culpa” ad “Ego me absolvo”.
    Sono una larva sporca del mondo,
    faccio Manolo sopra quel tronco, rischio un bel tonfo.
    E sarà tutto nuovo come da neonato con la pancia all’aria,
    dopo il mio passaggio dalla pancia all’aria.
    Schizzo gli occhi fuori dalla faccia, Lamia.
    Non sto più nella pelle, mama.
    Fuori di me, exuvia, spiego le ali, au revoir.
    Un’altra chance escludila, gioco alla pari con l’età.
    Passati appassiti, appassiti come quadranti di Dalì.
    Passati parassiti, parassiti, fame di me, cannibali, exuvia.
    Guardo i video che ho fatto, ho la voce e l’aspetto di un altro
    Il mio autoritratto, ha i colori in eterno contrasto.
    Mi sono preso i miei spazi ma ho lasciato che il tempo fuggisse.
    Faccio un mucchio di cambi quindi adesso chiamatemi mister.
    Sono ancora alla guida, tengo il piede alzato da quel freno
    anche se della vita prendo sempre il lato passeggero.
    Quello che è stato l’ho già silurato.
    Ogni mio scatto è di prassi bruciato.
    Non dimentico le radici perché tengo alle mie radici
    ma ci ritornerò quando sarò inumato.
    I miei dubbi hanno dei modi barbari:
    invadenti e sono troppi.
    Il segreto è fare come gli alberi:
    prima cerchi, dopo tronchi.
    Chi ti spinge dopo quella soglia?
    Se non è la noia, sarà il tuo dolore,
    l’occasione buona per andare altrove, tipo fuori.
    Fuori di me, exuvia, spiego le ali, au revoir.
    Un’altra chance escludila, gioco alla pari con l’età.
    Passati appassiti, appassiti come quadranti di Dalì.
    Passati parassiti, parassiti, fame di me, cannibali, exuvia.
    Sottoposto al rituale, obbedisco
    come fosse il rituale di un sottoposto
    e comincio a cantare il mio nuovo disco
    come queste cicale dal sottobosco.
    Fuori di me, exuvia.
    Fuori di me, exuvia.
    Exuvia.
    (Ed. Sunny Cola Srl)

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