4:31 il ragazzo afferma che tutti noi abbiamo esperienza della morte. Osserverei che tutti noi abbiamo esperienza della morte altrui, non della nostra..
Ragazzi, è bello ascoltarvi. Potreste gentilmente risolvermi qualche dubbio sortomi nell'esposizione del professore? 1 Se la morte non è un'obiezione plausibile contro l'eterno, perché dovrebbe essere plausibile il suo contrario, ovvero essere plausibile a favore dell'eterno? Se il discorso si basa sull'esperienza della visione, come non posso dire nulla né del sole che scompare, come il cielo non dice nulla, così non posso dire nulla di colui che muore, di cui non vedo l'oltre. Ma a questo punto, non si può neanche affermare l'eterno che non vedo. Anzi, il sole lo vedo risorgere costantemente, colui che muore, no. E già qui c'è un paragone a mio avviso inappropriato. In definitiva, fintanto che si rimane all'interno dell'esperienza non posso affermare né l'annientamento del sole né quello di colui che muore, scomparendo entrambi alla mia vista, ma non posso supporre nemmeno l'eterno, che neanche mai è apparso alla vista di nessuno. A mio avviso l'equivoco nasce perché si adopera la visione come metafora che non regge come analogia. 2 L'annientamento non appare, dice Severino. Ma come potrebbe apparire il niente? Grazie molte se qualcuno mi risponde, e scusatemi se ho detto delle stupidaggini. Ho però nella massima considerazione Emanuele Severino, pur essendo una assoluta profana.
L'esperienza non attesta l'annientamento, come giustamente hai detto, ma questo non significa che l'annientamento si possa verificare. Si tratterebbe di mostrare perché l'annientamento è impossibile. Severino lo fa nei suoi scritti.
16:10 quindi qui c'è la spiegazione semplice del pensiero di E. Severino, anche se non c'è un annientamento di materia nel divenire, c'è un annientamento delle forme di ciò che muta.
@@francescoc.6592 Ascolta dal minuto 16.00. La ragazza parla di mutamento, vorrebbe distinguerlo dall'annientamento e quindi "salvarlo". Il mutamento è però una faccia della stessa medaglia, come giustamente le risponde Severino. Purtroppo questa non è la sede per approfondire.
@@francescoc.6592 No, perché secondo Severino nemmeno le forme si annientano. Quello che invece proponi tu sembrerebbe il principio di conservazione dell'energia, per il quale solo l'energia si conserva, mentre le forme si annientano.
C'è un problemino con Severino, cioé, che lui si serve di parole che hanno un senso già stabilito prima. Morte, eterno, tempo, divenire significano altro per i 99,9 % della popolazione. Quindi, mi pare che Severino doveva aver usato altri vocaboli per spiegarsi meglio. Inutile parlare come se niente fosse stato prima di lui, siccome tutto il resto avessimo storto.
Un filosofo senza prassi
I ragazzi che guardano attoniti :)
4:31 il ragazzo afferma che tutti noi abbiamo esperienza della morte. Osserverei che tutti noi
abbiamo esperienza della morte altrui, non della nostra..
Ragazzi, è bello ascoltarvi. Potreste gentilmente risolvermi qualche dubbio sortomi nell'esposizione del professore? 1 Se la morte non è un'obiezione plausibile contro l'eterno, perché dovrebbe essere plausibile il suo contrario, ovvero essere plausibile a favore dell'eterno? Se il discorso si basa sull'esperienza della visione, come non posso dire nulla né del sole che scompare, come il cielo non dice nulla, così non posso dire nulla di colui che muore, di cui non vedo l'oltre. Ma a questo punto, non si può neanche affermare l'eterno che non vedo. Anzi, il sole lo vedo risorgere costantemente, colui che muore, no. E già qui c'è un paragone a mio avviso inappropriato. In definitiva, fintanto che si rimane all'interno dell'esperienza non posso affermare né l'annientamento del sole né quello di colui che muore, scomparendo entrambi alla mia vista, ma non posso supporre nemmeno l'eterno, che neanche mai è apparso alla vista di nessuno. A mio avviso l'equivoco nasce perché si adopera la visione come metafora che non regge come analogia. 2 L'annientamento non appare, dice Severino. Ma come potrebbe apparire il niente?
Grazie molte se qualcuno mi risponde, e scusatemi se ho detto delle stupidaggini. Ho però nella massima considerazione Emanuele Severino, pur essendo una assoluta profana.
Se l’annullamento non è osservabile non significa che non si verifichi. Si può verificare come no.
L'esperienza non attesta l'annientamento, come giustamente hai detto, ma questo non significa che l'annientamento si possa verificare. Si tratterebbe di mostrare perché l'annientamento è impossibile. Severino lo fa nei suoi scritti.
16:10 quindi qui c'è la spiegazione semplice del pensiero di E. Severino, anche se non c'è un annientamento di materia nel divenire, c'è un annientamento delle forme di ciò che muta.
@@gabrielebonini99 e allora cosa dice
@@francescoc.6592 Ascolta dal minuto 16.00. La ragazza parla di mutamento, vorrebbe distinguerlo dall'annientamento e quindi "salvarlo". Il mutamento è però una faccia della stessa medaglia, come giustamente le risponde Severino. Purtroppo questa non è la sede per approfondire.
@@gabrielebonini99è esattamente quello che ho riportato
@@francescoc.6592 No, perché secondo Severino nemmeno le forme si annientano. Quello che invece proponi tu sembrerebbe il principio di conservazione dell'energia, per il quale solo l'energia si conserva, mentre le forme si annientano.
@@gabrielebonini99 no io riportavo quello che diceva Severino
13:38 anziché parlare di annientamento non potremmo parlare di mutamento?
Sarebbe un eufemismo
C'è un problemino con Severino, cioé, che lui si serve di parole che hanno un senso già stabilito prima. Morte, eterno, tempo, divenire significano altro per i 99,9 % della popolazione. Quindi, mi pare che Severino doveva aver usato altri vocaboli per spiegarsi meglio. Inutile parlare come se niente fosse stato prima di lui, siccome tutto il resto avessimo storto.
ma è tutta follia, Severino è alla periferia della periferia nel mondo accademico
È bravo Severino a farci confondere
Però all'uomo interessa la consapevolezza di se, morta quella non ha più senso nessuna filosofia.