EMOZIONI... CHIAMALE, SE VUOI, EMOZIONI

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  • Опубліковано 18 гру 2024

КОМЕНТАРІ • 14

  • @ariabijoux
    @ariabijoux 7 років тому +3

    Volevo ringraziarla per i suoi video. Ha una bellissima capacità di spiegare la vita in modo chiaro e diretto.
    Sono affascinata dalle correlazioni che lei fa con i miti.
    Ho sempre amato la mitologia, le fiabe e le leggende.
    Davvero grazie!
    La ascolto incantata tutte le mattine.
    Avrei tante domande da farle...

  • @marcominelli2578
    @marcominelli2578 6 років тому +1

    Grazie per la chiarezza espositiva con la quale semplifica anche concetti complessi.

  • @annaparrinello9764
    @annaparrinello9764 2 роки тому

    La felicità e dentro di noi , concordo con lei , non facile in un momento doloroso entrarci ,ma se in quel momento mi tocca di sorridere venendomi spontaneamente quella è felicità , e allora dipende da cosa si intende per felicità ,non si insegna la felicità così come l amore ,si vive la vita come viene tutto è in noi! Grazie dottore 😊😊

  • @marcosala5436
    @marcosala5436 6 років тому +1

    Grande, proff

  • @Marcorossetti26
    @Marcorossetti26 8 років тому +2

    Persona capace di divulgare e arricchire. Grazie.

  • @gionchennedi8026
    @gionchennedi8026 7 років тому +1

    GRANDE AMICONEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!

  • @70loto
    @70loto 10 років тому +2

    grazie amico colaianni ,senza il tuo aiuto non avrei mai capito tante verita cosi chiare,
    e semplici ma allo stesso tempo cosi celate. cosa ne pensi della legge di attrazzione'?

  • @ymorimac
    @ymorimac 2 роки тому

    Le emozioni ci fanno da spia, da segnale per capire quale direzione stiamo prendendo. L'emozione è in grado di dirci se noi l'attenzione ce l'abbiamo su una parte o sull'altra o se stiamo in un conflitto. Ma vorrei allargarmi sulla questione delle emozioni perché anche qui la cultura moderna dimostra di non conoscere l'uomo. Se ci giriamo attorno, se leggiamo raramente troviamo che qualcuno dice che le emozioni dipendono dai pensieri. Come raramente si sente dire che tutta la realtà è pensiero. Raramente si sente dire che non è come stanno le cose o come sono le cose che ci fanno star male o star bene ma come pensiamo quella realtà che ci fa star male e star bene. Vedi star male e star bene vuol dire se noi siamo felici o siamo infelici. Se siamo tranquilli o non siamo tranquilli. Beh io ho avuto un Chirone che mi ha insegnato certe cose e anche in un modo geniale. Mio zio un giorno quando ero in preda alle emozioni e avevo 21 anni e chiamai mio zio, c'erano i telefoni a gettoni e lo chiamo e gli dico quello che mi stava capitando. Mi stette ad ascoltare e dopo un po' fa "Giovanotto, il mondo è fatto di sciocchezze prese seriamente". E mi chiuse il telefono. Io non lo potevo richiamare perché non c'erano i telefonini. Dopo di che mi ricordo di quella città dove non ci sono più andato, mi ricordo solo un selciato bianco il che vuol dire che stavo con la testa per terra. Ma mentre stavo guardando con la testa per terra con questa frase che diceva "il mondo è fatto di sciocchezze prese seriamente" mi venne una illuminazione. Perché facevo il liceo, avevo fatto la filosofia sofistica, i sofisti dicevano che sullo stesso argomento si possono fare due discorsi opposti ugualmente veri e non ugualmente utili e che in fondo il nostro rapporto con il mondo è soggettivo cioè che non esiste una realtà oggettiva che si possa imporre alla nostra mente. Cosa che nell'epoca moderna stranamente è strano ma le persone pensano che esiste una realtà tale che ha le caratteristiche per renderti felice, infelice. Ed è una credenza che guida le persone, la gente soffre perché crede a questo. Si piega, lavora per fare che? Per far sì, quello che dice Maometto, che la montagna venga a me. Se la montagna va incontro ai miei bisogni mi sta bene e sono felice. E se la montagna non va, Maometto ci indica la strada. Ma noi nell'epoca moderna non sappiamo. non lo capiamo neppure quello che dice Maometto in questo caso. Maometto ci dice "Maometto va alla montagna". Cosa vuol dire? Che l'uomo, dato che la sua felicità e infelicità non dipende dalle caratteristiche della realtà ma dipende esclusivamente dai suoi pensieri e beh se la realtà non si adegua ai nostri bisogni e mi aiuta a dire mi sta bene. Se non dico mi sta bene io non posso essere felice. Questo è il segreto. Anche se la realtà mi si adegua e non riesco a dire "mi sta bene" per qualunque ragione io non posso essere felice. La felicità è uno stato d'animo, come qualunque altro movimento del corpo che è un'emozione. Quindi quando la realtà non mi si adegua, adeguo i miei pensieri alla realtà. Non lo posso adeguare con la volontà però è.
    Ho letto una cosa che mi ha inorridito e cioè la felicità è un muscolo da allenare. O la felicità si raggiunge con l'esercizio. La felicità si raggiunge con l'abitudine. Esercitandoti. Già esercitandoti va bene. Ma non è un muscolo da allenare e non si raggiunge con la volontà. Non posso dire voglio essere felice. Perché se no è la stessa storia di Biancaneve e della matrigna che ha lo specchio magico e dice allo specchio magico "Specchio specchio delle mie brame chi è la più bella del reame?". E' la stessa tecnica, lo specchio magico prima o poi dice "Biancaneve" ed è inevitabile. Come per esempio il pensiero positivo che dice la stessa cosa. Mi metto allo specchio mi sorrido, mi faccio un bel sorriso e allora tutto il mondo mi sorride. E' qualcosa di assurdo, di pazzesco una cosa del genere. Se sorridi volontariamente capita quello che capitò a una mia paziente degli anni '80 che era svizzera, sapeva quattro lingue, era venuta in Italia perché voleva imparare delle tecniche di pittura particolare e si strappava i capelli. E come mai si strappava i capelli? Lei era andata da un mio amico psichiatra, dopo una seduta con il mio amico psichiatra, il mio amico psichiatra mi fa, te l'ho mandata a te, tienitela te perché se no io questa la butto dalla finestra. Così disse, incazzato. Arriva gli do l'appuntamento mi viene il giorno dopo, ci mettemmo a parlare con questa ragazza. Lei mi disse tutte le cose, poi alla fine parlai io. Mentre parlavo lei aveva sul volto un sorriso stampato a sfottò. Per cui capì perché il mio amico la voleva buttare dalla finestra. E infatti mi disse ma chi cavolo si crede di essere perché è svizzera, che gli psichiatriche sono in Svizzera sono meglio di quelli che stanno qui? Aveva stampato effettivamente sul volto un sorriso a presa di fondelli pazzesco. Anche a me mi dette un po' noia questa cosa e ma la seduta l'avevamo finita, avevamo finito di parlare. E ancora una delle mie abitudini che ancora conservo è quella di chiedere "Se io vado bene?". E gli dissi a questa ragazza "Ma ti vado bene?". E lì si svelò il segreto. Lei disse "Dottore voi siete fantastici. Te e quell'altro, il tuo amico". Ma io non ho trovato mai psicologi, psichiatri così bravi, così intuitivi. Voi italiani siete straordinari. Che voleva dire quel sorriso? Lei aveva imparato a sorridere in modo volontario. Quindi gli veniva un ghigno sul volto.
    Come fu la terapia per cui gli tolsi anche la cosa? Lei ammirava l'Italia, gli italiani. A quei tempi i nostri ragazzi non erano i ragazzi di oggi con le donne i ragazzi ci provavano alla grande e lei non si salvava, come passava gli fischiavano dietro e facevano di tutto. A le i gli garbava tutto questo, era affascinata dagli italiani. Ma per questo motivo lei stampava un sorriso volontario. Lei disse "Dottore non capisco perché se mi garba un ragazzo, mi scappa", se invece non mi garbano mi stanno attorno. Quando ho visto quel sorriso dissi "Ho capito perché ti scappano". Come fu la terapia? Gli insegnai a ridere spontaneamente. Come? Che ci vuole gli incominciai a fare così! Gli cominciai a fare il solletico. Se ti faccio il solletico ridi spontaneamente, no? Poi gli cominciai a dire un sacco di cavolate. Prima però cominciai col solletico. Lei era seduta io facevo finta di andar fuori. E mi avvicinavo e gli facevo il solletico. Facendoli il solletico lei era costretta ridere spontaneamente. Oh dopo poco e gli venne un sorriso spontaneo. Dopo di che stranamente il ragazzo lo trovo. E non gli strappò più i capelli. Scusa una se le strappa i capelli se non riesce a risolvere questo problema, ma come mai quando mi garba un ragazzo questo scappa? Come mai giro per la città tutti mi fanno i complimenti e che vuol dire che garbo. Come mai se appena mi garba questo mi va via? Ed era tratta spesso anche male. Aveva una reazione che per lei era assurda. In effetti non vedendosi e non vedendo il suo sorriso stampato a presa per i fondelli. Il mio amico era proprio incavolato nel vero senso della parola.

  • @ymorimac
    @ymorimac 2 роки тому

    Beh poi devi trovarti una giustificazione. Se non ti conosci, se hai delle indicazioni sbagliate di come guidare il tuo cavallo, la tua macchina poi alla fine tutto il resto anche quello che chiamiamo psicosi che poi è in effetti un modo di ragionare e di vedere il mondo e sé stessi in un modo diverso. E' chiaro che alla fine ti devi dare una razionalizzazione di quello che ti sta capitando.
    Quindi come vedersi allo specchio? Non ci hai da vederti? Perché non è la questione come mi vede, come sono o come mi trucco che mi rende quieto, felice o infelice. E' che io debbo creare dentro di me un piccolo programma che mi consenta di dire sempre e costantemente mi sta bene ciò che capita e ciò che ho. E' un mantra. E non ci vuole molto è. E non è che me lo debba inventare basta guardare l'unico tipo di realtà guardabile che non si muove e che cioè che la vita è movimento ed ha come pistoni l'equilibrio e lo squilibrio. E che poi l'uomo è infilato in alcune colonne d'Ercole come si chiamavano una volta che sono la vita e la morte, il bene e il male in generale, e le benedizioni e le maledizioni. In amore abbiamo queste due colonne d'Ercole benedizioni e maledizioni più la terza colonna dell'incertezza totale.
    Quindi se ci conosciamo e dobbiamo in fondo mettere un programma per poter dire "Mi sta bene qualunque cosa mi capiti", allora il mio volto sarà sereno, allora il mio sorriso non sarà forzato, una maschera. Allora non ho maschere, allora sono autentico. E come faccio? Tra le benedizioni e le maledizioni, io non posso mettere in atto un comportamento che faccia aprire la bocca agli altri così come voglio io. Questo sarebbe il mio desiderio. Non posso manipolare la reazione dell'altro. Perché la mia mente non è in grado di fare questo. O serve un padrone o serve l'altro. E che per giunta quando servo un padrone non devo sapere che cavolo succede dall'altra parte. Allora che tipo di programma debbo installare? Che io faccio quello che desidero fare. In questo caso io in amore desidero amare una persona, ammirare una persona, stimare una persona perché mi garba così com'è. Dico quello che penso e lascio sia quella persona libera anche di odiarmi. Questo è il programma da mettere dopo di che automaticamente la mia mente è predisposta a prendere ciò che viene. Qualunque cosa l'altra mi dirà mi sta bene a quel punto. Se poi ciò anche l'altro programma "Che la vita è movimento e che i pistoni sono lo squilibrio e l'equilibrio. Ho fatto. Perché allora non temerò l'antitesi che la vita mi presenta. Perché l'antitesi è un antitesi necessaria come la fame. Temiamo forse la fame? Eppure la fame nasce da uno squilibrio. Perché non la temiamo? Perché conosciamo tutto il circuito. Ho fame e debbo andare a mangiare, ad essere sazio. E quando siamo sazi non temo la fame perché prima o poi.. e voglio rimanere sempre sazio. Perché controllo tutto il circuito. In amore spesso non lo controlliamo tuto il circuito. Nella vita non lo controlliamo tutto il circuito. E allora ho questa donna che mi colma tutti i miei bisogni e se poi la perdo? La vita cambia, la vita è fatta di squilibri ed equilibri. Le maledizioni e le benedizioni sono quelle che sono. Ecco due programmi. La vita è movimento e quindi è fatta di equilibri e di squilibri. Questo automaticamente mi fa dire che mi sta bene qualunque cosa. Quando sono in squilibrio so che debbo andare per forza in equilibrio. E quindi mi posso permettere di avere tutta la passione per una persona perché male che vada andrò in squilibrio. E quando sono in squilibrio per forza di cose debbo andare in equilibrio. Non lo temerò lo squilibrio. E non temendo lo squilibrio io sono? Dico permanentemente mi sta bene qualunque cosa? Sarò permanentemente felice come desidero? L'errore di essere permanentemente felici con un oggetto, con la montagna lo facciamo perché voglio essere permanentemente felice con qualcosa che è mutevole. E quindi lo posso perdere. Ed entro nel conflitto fra il desiderabile e il temibile, fra il certo e l'incerto, debbo scatenare l'inferno? Sì. Siamo emotivi? No. Abbiamo una cattiva filosofia di noi stessi e della vita. Allora scateniamo le emozioni.

  • @carmeladelfonso1938
    @carmeladelfonso1938 8 років тому

    vorrei avere il vostro numero di telefono Grazie