Coltivare la Memoria. Il Viaggio della Memoria - Seconda parte - Mauthausen, Ebensee e Gusen

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  • Опубліковано 15 вер 2024
  • Mauthausen e i sottocampi di Ebensee e Gusen (giorni 6 e 7 maggio)
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    Nuovo appuntamento con Coltivare la Memoria, il progetto nato in collaborazione con la Città metropolitana di Firenze. Dopo avervi raccontato, nella precedente puntata, la visita al Lager di Dachau, prosegue il nostro Viaggio della Memoria organizzato da Aned, Metrocittà e Comuni del territorio metropolitano. La comitiva si è spostata dalla Germania all’Austria. Pernottamento a Salisburgo, preceduto da un breve, ma significativo giro nella città che diede i natali a Mozart. Poi, il giorno successivo, il terzo del viaggio, partenza alla volta di Ebensee. Il tragitto che porta a Ebensee è meraviglioso dal punto di vista naturalistico, contornato da montagne e laghi che sono un angolo di paradiso laddove, invece, si celava l’inferno.
    Tra coloro che non fecero più ritorno a casa da Ebensee ci fu Raoul Fontanelli, qui assassinato il 30 maggio 1944. Operaio nella vetreria Taddei di Empoli, fu deportato con l’accusa di aver partecipato allo sciopero di inizio marzo 1944.
    Per il familiare di un deportato andare in quei luoghi non è mai facile, ma rappresenta anche una missione per poter conservare la memoria di ciò che lì avvenne.
    Dopo aver visto ciò che resta del campo di Ebensee, il pullman si è diretto verso Mauthausen per una visita guidata, preludio alla giornata successiva, quella di domenica 7 maggio 2023, in cui si è svolta la manifestazione internazionale per ricordare il 78° anniversario della liberazione del campo. Ma prima di parlare approfonditamente di Mauthausen andiamo a vedere ciò che rimane dei sottocampi di Gusen.
    Durante il viaggio abbiamo incontrato Franco Castellani, figlio di Carlo, e Virgilio Rovai, figlio del sopravvissuto Aldo, amico di Carlo. Di seguito un breve estratto delle loro preziose testimonianze, che potete vedere integralmente sempre su FlorenceTV.
    I Carabinieri si consultarono tra sé e con una famiglia del paese. Quest’ultimo fatto è molto importante, secondo Franco, il quale parla di “gelosia”. Carlo Castellani fu deportato a Mauthausen e poi trasferito a Gusen dove si ammalò di dissenteria e morì l’11 agosto 1944.
    Aldo Rovai, invece, fece ritorno a casa, non negando mai di avere avuto molta fortuna.
    Aldo e Giorgio si ritrovarono durante un pellegrinaggio ai campi di concentramento e Rovai invitò il polacco a casa sua chiedendogli perché avesse salvato proprio lui.
    Dopo Gusen, la carovana si è spostata a Linz, dove si è tenuto un importante momento di confronto a telecamere spente tra gli studenti e i loro accompagnatori. Al giro di boa del Viaggio della Memoria, la percezione del viaggio da parte dei ragazzi è già cambiata.
    Come detto, studenti e accompagnatori hanno visitato il campo di Mauthausen in due tempi: tra le visite ai campi di Ebensee e Gusen il terzo giorno del viaggio della Memoria ed in occasione della manifestazione internazionale il giorno successivo.
    Il portone della fortezza di Mauthausen fa venire alla mente il terzo Canto dell’Inferno della Divina Commedia e le più che mai profetiche parole dantesche incise sulla porta dell’Inferno: “Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente […] Lasciate ogne speranza, o voi ch’intrate”.
    A Mauthausen venivano usati vari metodi per assassinare i deportati. Nel bunker c’era la prigione del campo dove venivano torturati i prigionieri: vi si svolgevano interrogatori, esecuzioni e processi sommari. C’era il crematorio con una piccola camera a gas camuffata da sala docce. C’era il “Blocco della morte”, dove i prigionieri erano condannati a morire per inedia senza mangiare né bere. Poi c’era la “scala della morte”, una scalinata molto ripida di 186 gradini ricavati nella pietra, ciascuno diverso dall’altro, che dà un senso di vertigini e destabilizza chi la affronta.
    Un altro metodo di sterminio efficace era quello del cosiddetto “Muro dei paracadutisti”, come veniva chiamato sarcasticamente dagli aguzzini, un vertiginoso abisso formato da una parete verticale di roccia, senza alcun parapetto di protezione. I “paracadutisti” erano gli sventurati di turno che venivano fatti saltare giù ed il “paracadute” era la pietra che stavano trasportando. Il “Muro dei paracadutisti” ha assunto anche la denominazione de “Il volo degli angeli”.
    Dopo la manifestazione internazionale, tutti i partecipanti al Viaggio della Memoria sono stati ospiti del sindaco di Mauthausen a pranzo. Nell’occasione, la consigliera metropolitana delegata, Patrizia Bonanni, ha donato due libri all’assessore alla Cultura del Comune di Mauthausen, Walter Hofstätter, in nome della fratellanza tra Firenze e il Comune austriaco.
    Appuntamento alla prossima puntata di “Coltivare la Memoria” dedicata, appunto, alla Risiera di San Sabba e al ritorno a Firenze.
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    A cura di Marco Gargini

КОМЕНТАРІ • 2

  • @edoardonierscarretta9289
    @edoardonierscarretta9289 2 місяці тому

    Non serve a niente la visita al lager se prima non si è letto un testo relativo alla deportazione e prigionia del prigioniero

    • @florence_tv
      @florence_tv  2 місяці тому

      Grazie del commento. Chi partecipa ai Viaggi della Memoria organizzati dalle istituzioni locali, per l'appunto, segue un percorso di studio, conoscenza e approfondimento preventivi al viaggio stesso.