Per quanto la Ferrante mi piaccia e sia un'ottima scrittrice va detto che il suo successo negli Usa è dato anche dal fatto che agli americani piacciono le storie di decadenza degli altri paesi. L'amica geniale nel succo è questo : una storia di decadenza napoletana. Altro motivo per cui La grande Bellezza ha avuto un successo enorme negli Usa oltre ad essere un film ben fatto. In ogni caso credo che leggerò questo libro dopo aver concluso I giorni dell'abbandono. PS : quando hai parlando di scrittori banali ho subito pensato a D'avenia. Santo cielo è di una banalità allucinante eppure viene osannato. BAH
Non sono d’accordo sul fatto della decadenza. Io non la vedo come una storia sulla decadenza, è piuttosto una storia sulla complessità delle emozioni nell’arco di una vita. In America piace xché è una grande storia che ti prende e non ne puoi più fare a meno, punto e basta.
Ciao Ilenia, lo sto divorando in questi giorni! La scrittura della Ferrante è qualcosa di indescrivibile. Dopo questo libro voglio leggere anche quelli precedenti all’Amica Geniale. Pochi libri mi prendono così. Elena Ferrante tutta la vita!
volevo alzarmi e applaudire per quello che hai detto sul premio Strega e la Ferrante. Da Cognetti in poi sono allibita dalla POCHEZZA degli scrittori italiani che vengono continuamente osannati per delle banalità sconcertanti! Elena ed Elsa for the win sempre!
E io faccio un applauso al tuo commento. Ancora sto piangendo i 20 euro che spesi per quella boiata delle Otto Montagne. Scrissi una recensione infuocata su goodreads: se ti va, dacci un'occhiata e fatti due risate (si ride per non piangere). www.goodreads.com/review/show/2228042139?book_show_action=false&from_review_page=1
@@Rodja. arrivato a metà del libro ho urlato in agonia "triangolo scemo!", e tutto si è trasformato in un incubo trash partorito dall'inconscio perverso di Matteo Fumagalli!
Anche a me è piaciuto molto e l'ho divorato in tre giorni! Una volta terminata la lettura ho lasciato assestare tutte le sensazioni e dopo qualche giorno sono più oggettiva in qualche considerazione. Il romanzo manca secondo me di una resa adeguata dell'atmosfera degli anni in cui è ambientato. La storia si svolge agli inizi degli anni'90, ma io ritrovo solo pochissimi dettagli che mi rimandano a quel periodo e mi piacerebbe ce ne fossero di più. Detto questo, spero che ci sia un seguito in cui magari saranno sviluppati anche questi aspetti. Buone letture!
Posso dirlo? CHE PALLE MISSIROLI. Grande Ilenia, bellissimo video :) non ho ancora letto il libro ma sono molto curiosa e concordo con te sul valore della Ferrante :))
Ho trovato questo romanzo incantevole e dolorosissimo. La prosa della Ferrante mi ha pervaso con la stessa influenza esercitata dal braccialetto su Giovanna.
Io lo sto leggendo e dopo essermi divorata la serie dell'amica geniale (anche io come te ne sono rimasta super colpita e affascinata) devo dire che questo libro sia decisamente all'altezza della serie. Scrittura scorrevole e trama che, nel suo piccolo (è vero, non è tanto articolata), ti cattura e ti lascia incollata alle pagine. Ho addirittura remore a finirlo, chissà quando leggerò un libro che mi darà lo stesso effetto! Il prossimo della Ferrante sicuramente ahahah PS. Le lievi frecciatine pro femminismo della Ferrante sono la cosa che apprezzo di più, penso che il suo approccio alle tematiche femministe sia quello che avvicina di più le persone che non sono tanto informate e affezionate a questi temi... PPS. I libri scritti prima dell'amica geniale invece mi hanno annoiata a morte e li ho abbandonati quasi tutti D:
Dopo aver letto la saga de L’amica geniale ero in ansia, avevo altissime aspettative per il nuovo libro della Ferrante e temevo di restare delusa. Ogni dubbio è stato spazzato via dopo le prime pagine de La vita bugiarda degli adulti: mi sono subito immersa nella vita di Giovanna e non ho avuto alcuna nostalgia di Lila e Lenù. Al momento ho una decina di libri sul comodino (tra biblioteca e prestiti di amici), ma appena li termino ho intenzione di recuperare anche le opere precedenti della Ferrante, mi sta appassionando troppo.
Ho sentito dire recentemente non so più da chi che Elena Ferrante è la cover band di Elsa Morante. Elsa Morante e Elena Ferrante sono (insieme ad Annie Ernaux e Virginia Woolf) tra le mie scrittrici preferite. Tuttavia trovo piuttosto superficiale questo bisogno di categorizzare, gerarchizzare, stabilire costantemente un centro e un margine, un più e un meno (pratica da maschi etero LOL a cui si oppongono del resto tanto Morante quanto Ferrante). Tra l'altro altrettanto superficiale è a mio avviso non rendersi conto di quali e in quanti modi Ferrante riattivi Morante, la riattualizzi, e radicalizzi alcune delle sue riflessioni inserendole in una prospettiva ipercontemporanea fortemente marcata anche da scelte politiche solo insinuate in Morante. Mi sembra che siccome Ferrante è mainstream sia considerato più radicale stroncarla semplicisticamente piuttosto che osservarne la scrittura e la portata, certo anche criticamente, ma comunque da vicino. Senonché ormai è quasi più mainstream l'hipster che critica il mainstream solo in quanto tale piuttosto che il mainstream stesso, soprattutto quando questo raccoglie la sfida di rivendicare un'eredità popolare senza semplificazioni.
Ascoltavo questo video con un certo interesse, ma al minuto 15 c'è scappato l'applauso. Mi permetto solo di correggerti: fortunatamente, Fedeltà di Missiroli NON ha vinto lo Strega (lo ha vinto M., di Antonio Scurati, altro romanzetto pseudo-storico fatto passare per capolavoro dagli abili uffici stampa). A parte l'appunto, riprendo con l'applauso. L'Italia è piena di scrittoruncoli da quattro soldi che scrivono romanzetti porno-soft per voyeurs facendoli passare per capolavori. I libri di Missiroli, già dai titoli, sono una strizzatina d'occhio al pubblico guardone pieno di pruriti: Atti osceni in luogo privato, Fedeltà... ma che diamine! All'epoca dei Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire, Melissa P. venne ricoperta di insulti, perché "quello che aveva scritto era finto", perché "lei era troppo giovane per scrivere quelle cose", perché "tutto questo è pornografia". Poi arriva un Missiroli, che ha quasi vent'anni in più dell'allora diciassettenne Melissa P., scrive esattamente le stesse identiche cose ma utilizzando qualche avverbio in più e tutti gridano al capolavoro! Altro scempio clamoroso è Benevolenza Cosmica, esordio di tale Fabio Bacà per la blasonatissima Adelphi. Tutti a urlare al capolavoro per il "linguaggio nuovo" (talmente nuovo, che in America quel linguaggio lì è passato di moda negli anni Novanta) e la trama interessante e moderna (una roba senza né capo né coda). Un romanzetto mal concepito e peggio costruito in cui tutte le donne, dalla segretaria, alla moglie, alla porno star a gambe aperte (occhiolino!, gomitatina!) sono monodimensionali, figurine senza personalità, senza storia, senza nulla da offrire se non un corpo che stimoli le riflessioni pseudo-filosofiche dell'inutile protagonista. Addirittura, in una delle "scene madri" del romanzo, l'orrido protagonista telefona al suo vecchio insegnante di filosofia per chiedergli scusa: non aveva mai seguito le lezioni, perché distratto dalle tette della sua compagna di banco. E il professore di filosofia che risponde? «Bravo, figliolo, bravo! Hai fatto benissimo! Primum taettae deinde philosophari!». E il pubblico? E la critica? Tutti in coro a dire «Che bravo, questo Bacà! Che esordio geniale! Che promessa della letteratura italiana!». Qui il problema non è manco quello del "punto di vista maschile" contro il "punto di vista femminile". Qui c'è un evidente problema di impoverimento dei punti di vista tout court. Io dico: brava Ilenia! Lessi L'Amica Geniale dopo aver visto un tuo video. Leggerò sicuramente questo nuovo libro della Ferrante entro la fine dell'anno. Un saluto.
@@pilatesconme-youtube ... che comunque è un premio minore, ben diverso dallo Strega vero e proprio, e che esiste da soli 5 anni. Poi, vabbe', quella di dare lo Strega "Giovani" un autore di 39 anni è una perversione tutta italiana...
Video molto interessante, anche io avevo adocchiato il romanzo ed eroun po' incerta, ma dopo aver sentito la tua opinione credo proprio che lo leggerò. GRazie!
Non vivo in Italia, me lo sono fatto prendere da mia mamma, e sto aspettando che mi arrivi, non vedo l'ora!! Intanto ho letto "L'invenzione occasionale", raccolta di articoli scritti per il Guardian, dove tra l'altro c'é una nota proprio sulle bugie, sull'abitudine del mentire. Mi ritrovo in quasi tutto quello che scrive questa autrice, questa raccolta é un pozzo di perle. Il tuo video lo rivedró dopo aver letto il libro ;-)
Letto in 3 giorni ( i libri della Ferrante sono una droga per me) e mi è piaciuto tanto,le analogie con la tetralogia sono parecchie : dalla differenza di classi,all'importanza dello studio, la lettura,la scrittura,un personaggio che stravolge la vita della protagonista- come fu Lila per Elena-insomma ci si sente a "casa".Certo, l'amica geniale È l'amica geniale. Se ci fosse un seguito ne sarei contenta. Sono curiosa di sapere che giri farà ancora quel braccialetto ! Grazie della recensione Ilenia.
Mi ha fatto piacere sentire in questa recensione ciò che anch’io avevo notato: la banalità della trama. Ritengo che il libro sia scritto molto bene in termini di proprietà di linguaggio, di scorrevolezza, ma tutte le sottotrame di cui è composto sono trite e ritrite: - La famigliola perbene che tanto perbene non è, perché poi si scoprono gli altarini - La ragazza che, entrando nell’adolescenza, entra in conflitto coi genitori - L’adolescente che si sente brutta - “Fratelli coltelli” che non si parlano più da decenni per chissà quale screzio - La ricerca della perdita della verginità che si conclude con un successo squallido e privo di emozioni E così via. A questo punto si entra nella sfera dei gusti personali, perché a me interessano gli intrecci che devono essere nuovi, sorprendenti, emozionanti. Non mi bastano “i sentimenti, la magia… ecc” in una storia di vita quotidiana come quella che sperimento ogni giorno (anche perché di magia ne vedo poca nella vita quotidiana). Non riesco a farmi coinvolgere leggendo la storia di una vecchierella che va a fare la spesa o di un ragazzo che si taglia le unghie dei piedi. Per me l’azione è il veicolo delle emozioni; l’evoluzione dei personaggi deve essere significativa e deve accadere tramite le esperienze forti che vivono. Le loro avventure “esteriori” devono essere una sorta di metafora di quelle “interiori” che li fanno crescere. Ma capisco anche che esista un pubblico con necessità diverse; persone che invece preferiscono il quieto vivere di una ambientazione sicura e rassicurante come è la vita di tutti i giorni. Per loro questo romanzo va bene. Ero curioso di capire meglio Elena Ferrante e sono contento di averlo letto, ma io preferisco altro…
Avevo visto questo video anni fa, nel momento in cui era uscito e nel momento in cui avevo letto il libro. Ora si torna qui dopo aver visto anche la serie Netflix. A me è piaciuta molto, tu cosa ne pensi? Speriamo che la Ferrante ci faccia il regalo di scrivere un altro libro. 🤍
Non ho letto il libro che dovrò assolutamente procurarmi, soprattutto dopo aver da poco terminato la serie in 6 episodi di Netflix. Voto 8. Complimenti per la tua esposizione.
Premettendo il mio sommo amore per le capacità stilistiche della Ferrante (il modo in cui rimaneggia le parole, le associa con un'originalità poetica di una potenza a tratti devastante dal punto di vista emotivo), premettendo che di suo ho letto un mucchio di cose, quando la mia migliore amica mi ha chiesto se mi sarebbe stato gradito questo titolo come regalo di Natale, ho preferito che mi regalasse "L'approdo" di Shaun Tan (silent book di una bellezza e travolgenza disarmante). Il motivo? Le storie della Ferrante ormai sembrano ripetersi in modo quasi ossessivo-compulsivo, le storie sembrano rimaneggiamenti dello stesso motivo musicale, delle cover e dei remix con tocchi di originalità in un minestrone già sentito. Il contesto è sempre molto simile, i pensieri dei personaggi e le rose di personaggi hanno similitudini così forti da confondersi, ma soprattutto il suo modo di raccontare Napoli mi risulta disturbante ormai, e lo è agli stessi livelli di quei romanzi, quei film e quelle fiction che sanno raccontare soltanto una Napoli dilaniata dalla miseria e dalla camorra. (non ricordo se avevo già accennato alla cosa sotto uno dei tuoi video o sotto un video di Matteo... ho la memoria che fa acqua da tutte le parti XD) Sono napoletana, studio arte, amo la storia, e Napoli è ben più di quello che viene sempre raccontato. Nessuno scrittore si sofferma mai sulla magia che permea i luoghi di Napoli, sulla storia così vibrante che si snoda nel quotidiano dei suoi vicoli, dal fascino decadente e nel contempo brulicante di vita dei quartieri spagnoli, alle innumerevoli storie di fantasmi del centro storico, passando per le leggende "sataniche" di Palazzo Penne o del principe di San Severo. Napoli in tutti i racconti è fame, è violenza, è miseria e ignoranza. E' caotica (lo è, ma in un modo tutto suo, che ha un il fascino seduttivo introvabile altrove), è miserabile, è mostruosa e da incubo. Ma Napoli non è soltanto questo, e mi piacerebbe che tutto l'altro che viene sempre omesso venisse raccontato, e se la Ferrante la piantasse di rimestare nelle cose che ha già scritto per cavarne nuove varianti delle stesse salienti situazioni, e la smettesse di puntare lo sguardo solo sulla faccia snervante di Napoli, avrebbe tutte le carte in regola per tracciarne un ritratto straordinario e tridimensionale. Ma no, tutte le sue eroine fuggono da Napoli, poi ci tornano e se ne lamentano trovandola mostruosa, ne vedono solo gli sfregi, dimostrandosi cieche, sorde e anche piuttosto stupide, perché bisogna essere davvero mentecatti per guardare questa città e non innamorarsi già solo delle sue architetture, dell'aria pittoresca che si respira e quasi si può toccare (me ne innamoro io ogni volta, anche se ci vivo, come si fa a non innamorarsi rivedendola dopo anni?). Mi dispiace molto, perché è una scrittrice che stimo dal punto di vista artistico, ma quando ho letto la quarta di copertina ho annusato una Giovanna che di fatto potrebbe essere una fusione di Lila ed Elena, immersa pressoché nello stesso contesto dell'altra storia e con sviluppi sostanzialmente simili (okay, tutto molto bello ma ora basta) per cui non mi andava di far spendere 18 e passa euro, di sbattere per fare spazio al libro in qualche anfratto impossibile della mia camera, solo per poi ritrovarmi a leggere una variazione sul tema de L'amica geniale (che ho apprezzato moltissimo, ma poteva restare un libro unico, gli altri sono brodini allungati che potevano essere asciugati moltissimo e mantenere così la potenza del primo volume). Magari mi sbaglio, ma dovendo scegliere ho preferito qualcosa che sapevo mi avrebbe arricchita dal punto di vista artistico e narrativo. Quando la Ferrante si staccherà da certi punti cardine delle sue narrazioni e rimetterà in moto la fantasia senza puntare "sul sicuro" allora riprenderò ad acquistarla e leggerla volentieri (e a sbattere felicemente per farle spazio nella mia sovraccarica liberia).
Sono anch'io napoletana e mi ritrovo in parte con quello che dici. Non mi dispiacciono affatto le narrazioni sulla parte più drammatica di Napoli nella fiction in generale, ma il rapporto che ha Elena con la sua città è stata l'unica nota stonata di quei romanzi per me. Dal secondo romanzo mi sembrava ormai palesissimo che l'autrice non sia di Napoli (e ne sono tutt'ora convintissima) e ha cercato di immaginare come meglio ha potuto il rapporto di un napoletano con la propria città, rapporto spesso complicatissimo ma qui molto banalizzato. (Quando Elena torna da Roma e si rende conto di quanto sia caotica e disorganizzata in confronto Napoli mi sono cadute le braccia: ma in quale universo?)
@@try3315 concordo, anche io penso sempre di più che non sia napoletana, altrimenti non si spiega, senza contare che, essendo così brava a far vedere e toccare certe cose che racconta, risulta inspiegabile come la sua Napoli si appiattisca a mera cacofonia, non viene descritto niente di niente, che tu mi nomini piazza dei Martiri ma non me la fai vedere, non mi porti lì con la fantasia, a che serve? Cavoli, con la tua penna avresti potuto scrivere 20 pagine per descrivere l'annichilita meraviglia di due quindicenni del rione luzzatti che entrano per la prima volta a Galleria Umberto... invece no, neanche mezzo accenno a un cavolo di niente. Stavano lì o in una miniera, praticamente era uguale. Oppure in un'altra storia (che ho trovato così disturbante da non ricordare né il titolo né il nome della protagonista), spiega frettolosamente la strada fatta da cosina (a che serve? è un elenco di strade, non è una storia fantasy con la mappa e tutto) senza fare cenno a nulla se non al traffico infernale, ai clacson e ai gasi di scarico che la protagonista non riesce a sopportare (anche lei tornata da Roma, o da Torino, non so, città comunque famosissime per la loro tranquillità e le loro casine bianche immerse nel verde), poi però perde 30 righe per descriverti l'interno del negozio di abbigliamento in cui entra e la faccia raggrinzita del vecchio proprietario. Ma cosa????
@@ProgettoTrecceFatate Sì diciamo che lei tende a calcare troppo la mano sugli aspetti più "folcloristici" della città, che magari possono affascinare il lettore americano ma per chi è del luogo il tutto risulta macchiettistico. Nel primo libro l'ambientazione risulta riuscita perché dal punto di vista di una bimba del rione, ma cavolo da un'intellettuale di mezza età che ha girato mezzo mondo mi aspetto una visione delle cose un po' più complessa! Rimane comunque una scrittrice davvero straordinaria nel descrivere i rapporti umani.
Io però, da non napoletana che trova Napoli stupenda, ho percepito invece un amore profondo per Napoli nell'Amica Geniale, proprio a dispetto delle storture che Elena vive. Quando Elena va insieme al padre in centro (vado a memoria), ma anche negli stessi personaggi...fa parte secondo me anche dell'amore della scrittrice per questa città il doverne raccontare le cose negative. Ma lo fa in tutti gli ambiti della narrazione, per esempio la stessa l'amicizia con Lila è piena di cose negative, eppure non diremmo per questo che Elena non voglia bene a Lila,anzi. È che di solito nella vita ciò che non va bene viene nascosto, e Elena Ferrante invece lo esorcizza, esorcizza il male, mettendolo alla luce. Più ami qualcosa più soffri che non sia come potrebbe, no? Poi sicuramente la scrittrice non fa vedere una Napoli sfavillante, ma questo è perché la protagonista (come probabilmente l'autrice) ha vissuto nel rione, e in condizioni di povertà e basso livello culturale; non ha così tanto a che vedere con Napoli quindi, è più un discorso di ceto sociale secondo me. È chiaro che persone benestanti vivranno la città in modo totalmente differente, ma non c'è una città più "vera" dell'altra. Questa è la sua. Comunque questa è solo la mia esperienza da lettrice chiaramente ;)
@@alicemagnoni1632 proprio perché le protagoniste vengono dalla miseria dovrebbero restare a bocca aperta davanti al centro storico. Proprio perché Elena fugge dalla miseria, dovrebbe descrivere l'ambiente del suo obiettivo. Io non vivo in centro, vivo in un quartiere schifoso che è quasi ai livelli del rione (mettici solo i cellulari, ma siamo là) e quando sono arrivata per la prima volta a Napoli centro sono rimasta a bocca aperta tutto il tempo. Davanti alla Federico II mi somo incantata, ho attraversato la galleria col naso per aria perché tutto quello che vedevo era "troppo". E anche dopo, quando mi sono trasferita ai quartieri spagnoli, ogni vicolo era una meraviglia da scoprire, incluse le crepe nei muri. Elena vuole scappare dalla miseria, avrebbe dovuto venire folgorata da tutto questo, bastava una frase per farlo capire, o una breve descrizione, Invece ci sono solo i nomi delle strade e delle piazze, tipo la vocina di google maps che ti dice gira a destra in via tal dei tali. È questo che lascia delusi, dopo tante e tante letture dei suoi titoli, le sue protegoniste sono tutte uguali e non vedono niente se non ciò che le disturba, e alla lunga diventano noiose e irritanti. Uno scrittore ci mette sempre del suo nei propri lavori, ma non può mettere solo se stesso, deve sapersi mettere nei panni altrui e creare un personaggio anche antitetico a se stesso, altrimenti si finisce col leggere sempre la stessa storia ma con personaggi e situazioni mescolate in ordine diverso. E con le abilità narrative della Ferrante questo limite è uno spreco di talento.
La trama viene spiegata a grandi linee e in modo probabilmente più vago che nella quarta di copertina, immagino proprio per coloro che non hanno ancora letto il libro. Secondo me può essere visto senza rovinarsi la lettura
Ciao, su instangram c'è una bella fanpage dedicata ad Elena Ferrante. Se siete interessati vi consiglio vivamente di dare un occhiata instagram.com/elenaferrante_official_fanpage/
Ciao, volevo segnalarvi che su Facebook abbiamo appena aperto il gruppo I LIBRI DI ELENA FERRANTE facebook.com/groups/938438203303604/?ref=share se ne hai voglia dagli un occhiata ❤️ Scusa se già ne fai parte o ti ho già inviato il messaggio Buona giornata
Noioso, scontato, letto da un quarantenne viene da dire "non c'era bisogno di un libro del genere". Non viene approfondito nulla di veramente interessante e non succede niente di eccezionale. Spin off dell'amica geniale dove Giovanna assomiglia molto a Elena Greco (e fa le stesse cose in alcuni momenti), la zia Vittoria assomiglia a Lila. Davvero deludente. Si possono trattare gli stessi temi, ma in maniera differente e più interessante. Dopo aver letto tutti i libri dell'Amica Geniale (belli i primi due, pesanti gli altri tre), e questo, non credo leggerò più niente di Elena Ferrante.
La Ferrante scrive benissimo, questo è innegabile. Personalmente però L'Amica Geniale mi ha annoiato e ho interrotto la lettura alla fine del secondo volume. Anche la Morante non mi ha mai conquistato, pur riconoscendone le capacità narrative. Non credo che leggerò questo nuovo libro, ma ero curiosa di sapere che ne pensavi 💕
Io ho una mia teoria personale sul ciclo dell'Amica Geniale, anzi, sull'esperienza di lettura dell'Amica Geniale. Sto constatando che molte persone trovano gli ultimi due volumi inferiori rispetto ai primi due, molti addirittura abbandonano il ciclo proprio dopo il secondo volume. La critica più comune è che la trama diventa troppo 'soap operatica', stanca, piena di cliché e, allo stesso tempo, tutto diventa più noioso, monotono. Secondo me, questo giudizio (legittimo, per carità) la dice lunga più su noi lettori che sugli ultimi due volumi della saga della Ferrante. A noi lettori - e, in fondo, a noi persone - piacciono le storie con personaggi pieni di energia, di risorse, di speranza per il futuro. Ma quando i personaggi crescono, affrontano l'età adulta e tutti i problemi che ne conseguono, le cose, per forza di cose, cambiano. Un personaggio che, letteralmente, ha "tutta la vita davanti" ha tutto un altro fascino rispetto a un personaggio che quotidianamente si trova a fare i conti col proprio passato, con le proprie scelte, i propri rimorsi, le proprie frustrazioni. Col 'salvare il salvabile'. I personaggi dell'Amica Geniale, diventano 'macchiettistici' e 'caricaturali' nel corso della saga? Sì. E non parlo solo delle due protagoniste: basti pensare alla parabola del fratello di Lina, o a quella di Pasquale, o all'ambiguità del personaggio di Gigliola e alla sua particolare evoluzione. Tuttavia, anche noi diventiamo 'macchiettistici' e 'caricaturali' con gli anni. Il tempo non guarisce le ferite e invecchiando non si migliora affatto. Semmai, si diventa la versione più esagerata di sé stessi. i difetti si accentuano. Le psicosi intrappolano. Si diventa un po' meno sé stessi e un po' più il 'personaggio' di sé stessi. L'ultimo volume dell'Amica Geniale, poi, diventa quasi dark e senza dubbio sinistro. Ma è la vita di molti ad essere così, anche se noi - noi che siamo persone, lettori e, ahimé, spesso anche 'personaggi' - preferiamo voltarci dall'altro lato. Ecco perché spesso la gente ha una specie di 'antipatia' per gli ultimi due volumi della saga: perché sono uno specchio, e a molti non piace ciò che vedono in quello specchio.
@@vins1979 sono d'accordo con la tua analisi e torno a ribadire che stiamo ovviamente disquisendo sul gusto personale di ognuno. Personalmente il/la protagonista di una storia può essere anche il sovrano indiscusso dell'apatia e/o della negatività ma qualcosa deve accadere nella narrazione in modo che cambi la condizione di partenza nel bene o nel male (per poi tornare senza speranza alcuna alla condizione di partenza, perché no). I primi due volumi mi sono parsi un rimestare la stessa minestra per pagine e pagine. Tendo a preferire qualcosa di più dinamico, ma, lo ripeto ancora una volta, sono gusti. E la Ferrante tecnicamente è un mostro di bravura.
Io sono arrivata a metà o poco più del quarto volume e poi ho detto basta. La trama era anche abbastanza interessante specie per i personaggi nei loro rapporti, ma di per sé sono quasi vuoti. Elena, più protagonista di Lila in quanto è l'effettiva narratrice, non ha stimoli, hobby, passioni, pensieri profondi sulle tematiche che affronta. Sul femminismo sa solo mandare avanti una propaganda che di fatto non risolve nulla e (come per temi come le rivolte studentesche del '68-'69, l'evoluzione tecnologica e digitale, le droghe, la malavita) non ha interiorizzato dentro i propri pensieri una tesi, un'antitesi, delle argomentazioni tratte dalle sue letture e dalla sua esperienza. Elena non legge il giornale, non si appassiona di nulla. Fintanto che studiava almeno c'era qualcosa che un pochino la smuoveva e faceva pensare, ma dopo diventa piatta come una frittata di cipolle. Secondo me è questo che rende noiosi gli ultimi due volumi, il grigiore mentale di questa intellettuale di trenta-quarant'anni (cribbio, chiamala vecchia o senza una vita davanti!) scossa maggiormente solo dalle paturnie amorose peggio di una adolescente.
Mi associo a Francesca, faccio parte di coloro che sono annoiati della Ferrante e non mi imbarcherò di certo in questa sua ultima uscita. Lo trovo un prodotto "di moda", sopravvalutato e "di massa". Ci ho provato a leggere L'amica geniale ma senza successo.
@@francescateresi2562 Non c'è paragone, i Cazalet sono una bella saga, con ottimi personaggi femminili, ma la Ferrante vince a mani basse! Tra l'altro è una saga dal ritmo più travolgente rispetto ai Cazalet...poi ovviamente sono gusti, ognuno ha i suoi :)
@@MadameBovarybooks La Ferrante travolgente fino ad un certo punto. Gli ultimi due volumi de L'amica geniale sono da annoiarsi, infarciti come sono di paturnie sentimentali e pippe mentali di una protagonista scialba e senza interessi o problemi che la scuotano davvero se non che il gingillo del suo amante finisca in altre caverne rispetto alla sua o che la sua "amica" fosse una mezza stracciona (più o meno) ignorante ma che abbia comunque una vita più bella in tutto, dal figlio che parla prima perché ci dedica più attenzioni e cura, al lavoro figherrimo che la arricchisce all'inverosimile.
A me L'amica geniale non è piaciuto. Il rapporto tra Elena e Lila mi sembra tutto ma non un'amicizia. È molto più amicizia ciò che Lila prova per Elena, ma Elena è in un complesso di inferiorità di proporzioni titaniche. Però quello è proprio il punto (almeno credo) di questa "amicizia", quindi mi stava bene. Ma l'ho trovato di una pallosità mostruosa: pipponi mentali continui, paturnie sentimentali che per una donna di trent'anni e passa mi sembrano quanto mai ingenue. Ma soprattutto la superficialità per le tematiche del tempo. Il '68 e le sue rivolte sono appena accennate nonostante la protagonista frequenti la Normale di Pisa, non un'università qualunque e/o isolata. Oltre al fatto che questa donna praticamente non ha stimoli, hobby o simili. Sì, ogni tanto legge, ma sembra che legga per leggere, a cervello spento (la buona parte delle volte). Il femminismo viene iniziato e finito in "la donna viene costruita dall'uomo", ma va? Chi l'avrebbe mai detto che la donna viene plasmata dall'uomo in una società maschilista! Ma anche l'omosessualità, la droga, la mafia... Uomini che diventano omosessuali perché altri uomini ricordano le donne amate (proprio poco superficiale ed egoista), altri che finiscono in brutti giri ma tanto non si vedono quasi mai quindi chi se ne frega. Non è detto che non le darò altre possibilità, ma L'amica geniale mi ha deluso tantissimo.
Comunque quanto è bella la parola Smarginatura?!
Infatti lei la usa spesso anche nell'amica geniale in cui Lila,una delle due amiche dell' amica geniale Raffaella Cerullo, ha le smarginature
Per quanto la Ferrante mi piaccia e sia un'ottima scrittrice va detto che il suo successo negli Usa è dato anche dal fatto che agli americani piacciono le storie di decadenza degli altri paesi. L'amica geniale nel succo è questo : una storia di decadenza napoletana. Altro motivo per cui La grande Bellezza ha avuto un successo enorme negli Usa oltre ad essere un film ben fatto. In ogni caso credo che leggerò questo libro dopo aver concluso I giorni dell'abbandono.
PS : quando hai parlando di scrittori banali ho subito pensato a D'avenia. Santo cielo è di una banalità allucinante eppure viene osannato. BAH
Non sono d’accordo sul fatto della decadenza. Io non la vedo come una storia sulla decadenza, è piuttosto una storia sulla complessità delle emozioni nell’arco di una vita. In America piace xché è una grande storia che ti prende e non ne puoi più fare a meno, punto e basta.
Zodiaco:la ventenne che avrei dovuto essere! :D
Ciao Ilenia, lo sto divorando in questi giorni! La scrittura della Ferrante è qualcosa di indescrivibile. Dopo questo libro voglio leggere anche quelli precedenti all’Amica Geniale. Pochi libri mi prendono così. Elena Ferrante tutta la vita!
volevo alzarmi e applaudire per quello che hai detto sul premio Strega e la Ferrante. Da Cognetti in poi sono allibita dalla POCHEZZA degli scrittori italiani che vengono continuamente osannati per delle banalità sconcertanti! Elena ed Elsa for the win sempre!
E io faccio un applauso al tuo commento. Ancora sto piangendo i 20 euro che spesi per quella boiata delle Otto Montagne. Scrissi una recensione infuocata su goodreads: se ti va, dacci un'occhiata e fatti due risate (si ride per non piangere). www.goodreads.com/review/show/2228042139?book_show_action=false&from_review_page=1
Pochezza è proprio la parola giusta per Cognetti, mamma mia che libro insulso.
@@Rodja. arrivato a metà del libro ho urlato in agonia "triangolo scemo!", e tutto si è trasformato in un incubo trash partorito dall'inconscio perverso di Matteo Fumagalli!
@@vins1979 Ho letto la recensione e riso molto. Profetico. Se puoi anche darmi due numeri me li gioco
@@annaiamiceli3810 ahhahahah! Grazie! Per diventare un generatore automatico di numeri fortunati, ci sto lavorando su!
Scrittrice grandiosa. Non può mancare in nessuna libreria.
Anche a me è piaciuto molto e l'ho divorato in tre giorni! Una volta terminata la lettura ho lasciato assestare tutte le sensazioni e dopo qualche giorno sono più oggettiva in qualche considerazione. Il romanzo manca secondo me di una resa adeguata dell'atmosfera degli anni in cui è ambientato. La storia si svolge agli inizi degli anni'90, ma io ritrovo solo pochissimi dettagli che mi rimandano a quel periodo e mi piacerebbe ce ne fossero di più. Detto questo, spero che ci sia un seguito in cui magari saranno sviluppati anche questi aspetti.
Buone letture!
Posso dirlo? CHE PALLE MISSIROLI. Grande Ilenia, bellissimo video :) non ho ancora letto il libro ma sono molto curiosa e concordo con te sul valore della Ferrante :))
Splendida recensione. Grazie.
Ho trovato questo romanzo incantevole e dolorosissimo. La prosa della Ferrante mi ha pervaso con la stessa influenza esercitata dal braccialetto su Giovanna.
Io lo sto leggendo e dopo essermi divorata la serie dell'amica geniale (anche io come te ne sono rimasta super colpita e affascinata) devo dire che questo libro sia decisamente all'altezza della serie. Scrittura scorrevole e trama che, nel suo piccolo (è vero, non è tanto articolata), ti cattura e ti lascia incollata alle pagine. Ho addirittura remore a finirlo, chissà quando leggerò un libro che mi darà lo stesso effetto! Il prossimo della Ferrante sicuramente ahahah
PS. Le lievi frecciatine pro femminismo della Ferrante sono la cosa che apprezzo di più, penso che il suo approccio alle tematiche femministe sia quello che avvicina di più le persone che non sono tanto informate e affezionate a questi temi...
PPS. I libri scritti prima dell'amica geniale invece mi hanno annoiata a morte e li ho abbandonati quasi tutti D:
Dopo aver letto la saga de L’amica geniale ero in ansia, avevo altissime aspettative per il nuovo libro della Ferrante e temevo di restare delusa. Ogni dubbio è stato spazzato via dopo le prime pagine de La vita bugiarda degli adulti: mi sono subito immersa nella vita di Giovanna e non ho avuto alcuna nostalgia di Lila e Lenù. Al momento ho una decina di libri sul comodino (tra biblioteca e prestiti di amici), ma appena li termino ho intenzione di recuperare anche le opere precedenti della Ferrante, mi sta appassionando troppo.
Sei sempre stupenda nelle tue recensioni! ti adoro e continuo a seguirti con enorme piacere!
Ho sentito dire recentemente non so più da chi che Elena Ferrante è la cover band di Elsa Morante. Elsa Morante e Elena Ferrante sono (insieme ad Annie Ernaux e Virginia Woolf) tra le mie scrittrici preferite. Tuttavia trovo piuttosto superficiale questo bisogno di categorizzare, gerarchizzare, stabilire costantemente un centro e un margine, un più e un meno (pratica da maschi etero LOL a cui si oppongono del resto tanto Morante quanto Ferrante). Tra l'altro altrettanto superficiale è a mio avviso non rendersi conto di quali e in quanti modi Ferrante riattivi Morante, la riattualizzi, e radicalizzi alcune delle sue riflessioni inserendole in una prospettiva ipercontemporanea fortemente marcata anche da scelte politiche solo insinuate in Morante. Mi sembra che siccome Ferrante è mainstream sia considerato più radicale stroncarla semplicisticamente piuttosto che osservarne la scrittura e la portata, certo anche criticamente, ma comunque da vicino. Senonché ormai è quasi più mainstream l'hipster che critica il mainstream solo in quanto tale piuttosto che il mainstream stesso, soprattutto quando questo raccoglie la sfida di rivendicare un'eredità popolare senza semplificazioni.
Angela Attolini GRAZIE
ho finito il libro velocissimamente quasi solo per recuperarmi questo video! 😂🥰
Ascoltavo questo video con un certo interesse, ma al minuto 15 c'è scappato l'applauso. Mi permetto solo di correggerti: fortunatamente, Fedeltà di Missiroli NON ha vinto lo Strega (lo ha vinto M., di Antonio Scurati, altro romanzetto pseudo-storico fatto passare per capolavoro dagli abili uffici stampa). A parte l'appunto, riprendo con l'applauso. L'Italia è piena di scrittoruncoli da quattro soldi che scrivono romanzetti porno-soft per voyeurs facendoli passare per capolavori. I libri di Missiroli, già dai titoli, sono una strizzatina d'occhio al pubblico guardone pieno di pruriti: Atti osceni in luogo privato, Fedeltà... ma che diamine! All'epoca dei Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire, Melissa P. venne ricoperta di insulti, perché "quello che aveva scritto era finto", perché "lei era troppo giovane per scrivere quelle cose", perché "tutto questo è pornografia". Poi arriva un Missiroli, che ha quasi vent'anni in più dell'allora diciassettenne Melissa P., scrive esattamente le stesse identiche cose ma utilizzando qualche avverbio in più e tutti gridano al capolavoro! Altro scempio clamoroso è Benevolenza Cosmica, esordio di tale Fabio Bacà per la blasonatissima Adelphi. Tutti a urlare al capolavoro per il "linguaggio nuovo" (talmente nuovo, che in America quel linguaggio lì è passato di moda negli anni Novanta) e la trama interessante e moderna (una roba senza né capo né coda). Un romanzetto mal concepito e peggio costruito in cui tutte le donne, dalla segretaria, alla moglie, alla porno star a gambe aperte (occhiolino!, gomitatina!) sono monodimensionali, figurine senza personalità, senza storia, senza nulla da offrire se non un corpo che stimoli le riflessioni pseudo-filosofiche dell'inutile protagonista. Addirittura, in una delle "scene madri" del romanzo, l'orrido protagonista telefona al suo vecchio insegnante di filosofia per chiedergli scusa: non aveva mai seguito le lezioni, perché distratto dalle tette della sua compagna di banco. E il professore di filosofia che risponde? «Bravo, figliolo, bravo! Hai fatto benissimo! Primum taettae deinde philosophari!». E il pubblico? E la critica? Tutti in coro a dire «Che bravo, questo Bacà! Che esordio geniale! Che promessa della letteratura italiana!». Qui il problema non è manco quello del "punto di vista maschile" contro il "punto di vista femminile". Qui c'è un evidente problema di impoverimento dei punti di vista tout court. Io dico: brava Ilenia! Lessi L'Amica Geniale dopo aver visto un tuo video. Leggerò sicuramente questo nuovo libro della Ferrante entro la fine dell'anno. Un saluto.
Missiroli ha vinto il premio Strega giovani
@@pilatesconme-youtube ... che comunque è un premio minore, ben diverso dallo Strega vero e proprio, e che esiste da soli 5 anni. Poi, vabbe', quella di dare lo Strega "Giovani" un autore di 39 anni è una perversione tutta italiana...
Adoro come stronchi i libruncoli.
Come al solito io devo SMETTERE di vedere i tuoi video perche' poi mi devo comprare ogni testo che consigli.
STOP MASCHI ETERO!
Hahaha
A me piace tanto Elena ferrante. Voglio comprare questo nuovo libro
Video molto interessante, anche io avevo adocchiato il romanzo ed eroun po' incerta, ma dopo aver sentito la tua opinione credo proprio che lo leggerò. GRazie!
Non vivo in Italia, me lo sono fatto prendere da mia mamma, e sto aspettando che mi arrivi, non vedo l'ora!! Intanto ho letto "L'invenzione occasionale", raccolta di articoli scritti per il Guardian, dove tra l'altro c'é una nota proprio sulle bugie, sull'abitudine del mentire. Mi ritrovo in quasi tutto quello che scrive questa autrice, questa raccolta é un pozzo di perle. Il tuo video lo rivedró dopo aver letto il libro ;-)
Letto in 3 giorni ( i libri della Ferrante sono una droga per me) e mi è piaciuto tanto,le analogie con la tetralogia sono parecchie : dalla differenza di classi,all'importanza dello studio, la lettura,la scrittura,un personaggio che stravolge la vita della protagonista- come fu Lila per Elena-insomma ci si sente a "casa".Certo, l'amica geniale È l'amica geniale. Se ci fosse un seguito ne sarei contenta. Sono curiosa di sapere che giri farà ancora quel braccialetto !
Grazie della recensione Ilenia.
"grazie della recessione Ilenia" 😂😂😂
@@chiara9928 😂😂😂non mi ero accorta
Mi ha fatto piacere sentire in questa recensione ciò che anch’io avevo notato: la banalità della trama.
Ritengo che il libro sia scritto molto bene in termini di proprietà di linguaggio, di scorrevolezza, ma tutte le sottotrame di cui è composto sono trite e ritrite:
- La famigliola perbene che tanto perbene non è, perché poi si scoprono gli altarini
- La ragazza che, entrando nell’adolescenza, entra in conflitto coi genitori
- L’adolescente che si sente brutta
- “Fratelli coltelli” che non si parlano più da decenni per chissà quale screzio
- La ricerca della perdita della verginità che si conclude con un successo squallido e privo di emozioni
E così via.
A questo punto si entra nella sfera dei gusti personali, perché a me interessano gli intrecci che devono essere nuovi, sorprendenti, emozionanti. Non mi bastano “i sentimenti, la magia… ecc” in una storia di vita quotidiana come quella che sperimento ogni giorno (anche perché di magia ne vedo poca nella vita quotidiana). Non riesco a farmi coinvolgere leggendo la storia di una vecchierella che va a fare la spesa o di un ragazzo che si taglia le unghie dei piedi. Per me l’azione è il veicolo delle emozioni; l’evoluzione dei personaggi deve essere significativa e deve accadere tramite le esperienze forti che vivono. Le loro avventure “esteriori” devono essere una sorta di metafora di quelle “interiori” che li fanno crescere.
Ma capisco anche che esista un pubblico con necessità diverse; persone che invece preferiscono il quieto vivere di una ambientazione sicura e rassicurante come è la vita di tutti i giorni. Per loro questo romanzo va bene.
Ero curioso di capire meglio Elena Ferrante e sono contento di averlo letto, ma io preferisco altro…
Ciao non l'ho ancora letto. Rimediero'. L amica geniale lo adoro. Grazie 😀😀
Recensione superlativa ❤
A mio parere, un libro geniale. Necessita solo di essere compreso.
Avevo visto questo video anni fa, nel momento in cui era uscito e nel momento in cui avevo letto il libro. Ora si torna qui dopo aver visto anche la serie Netflix. A me è piaciuta molto, tu cosa ne pensi? Speriamo che la Ferrante ci faccia il regalo di scrivere un altro libro. 🤍
Non ho letto il libro che dovrò assolutamente procurarmi, soprattutto dopo aver da poco terminato la serie in 6 episodi di Netflix. Voto 8. Complimenti per la tua esposizione.
Libro eccezionale,scrittrice fantastica ho adorato questo libro e il resto dei libri della Ferrante soprattutto L amica geniale
Premettendo il mio sommo amore per le capacità stilistiche della Ferrante (il modo in cui rimaneggia le parole, le associa con un'originalità poetica di una potenza a tratti devastante dal punto di vista emotivo), premettendo che di suo ho letto un mucchio di cose, quando la mia migliore amica mi ha chiesto se mi sarebbe stato gradito questo titolo come regalo di Natale, ho preferito che mi regalasse "L'approdo" di Shaun Tan (silent book di una bellezza e travolgenza disarmante).
Il motivo? Le storie della Ferrante ormai sembrano ripetersi in modo quasi ossessivo-compulsivo, le storie sembrano rimaneggiamenti dello stesso motivo musicale, delle cover e dei remix con tocchi di originalità in un minestrone già sentito. Il contesto è sempre molto simile, i pensieri dei personaggi e le rose di personaggi hanno similitudini così forti da confondersi, ma soprattutto il suo modo di raccontare Napoli mi risulta disturbante ormai, e lo è agli stessi livelli di quei romanzi, quei film e quelle fiction che sanno raccontare soltanto una Napoli dilaniata dalla miseria e dalla camorra. (non ricordo se avevo già accennato alla cosa sotto uno dei tuoi video o sotto un video di Matteo... ho la memoria che fa acqua da tutte le parti XD)
Sono napoletana, studio arte, amo la storia, e Napoli è ben più di quello che viene sempre raccontato. Nessuno scrittore si sofferma mai sulla magia che permea i luoghi di Napoli, sulla storia così vibrante che si snoda nel quotidiano dei suoi vicoli, dal fascino decadente e nel contempo brulicante di vita dei quartieri spagnoli, alle innumerevoli storie di fantasmi del centro storico, passando per le leggende "sataniche" di Palazzo Penne o del principe di San Severo.
Napoli in tutti i racconti è fame, è violenza, è miseria e ignoranza. E' caotica (lo è, ma in un modo tutto suo, che ha un il fascino seduttivo introvabile altrove), è miserabile, è mostruosa e da incubo. Ma Napoli non è soltanto questo, e mi piacerebbe che tutto l'altro che viene sempre omesso venisse raccontato, e se la Ferrante la piantasse di rimestare nelle cose che ha già scritto per cavarne nuove varianti delle stesse salienti situazioni, e la smettesse di puntare lo sguardo solo sulla faccia snervante di Napoli, avrebbe tutte le carte in regola per tracciarne un ritratto straordinario e tridimensionale. Ma no, tutte le sue eroine fuggono da Napoli, poi ci tornano e se ne lamentano trovandola mostruosa, ne vedono solo gli sfregi, dimostrandosi cieche, sorde e anche piuttosto stupide, perché bisogna essere davvero mentecatti per guardare questa città e non innamorarsi già solo delle sue architetture, dell'aria pittoresca che si respira e quasi si può toccare (me ne innamoro io ogni volta, anche se ci vivo, come si fa a non innamorarsi rivedendola dopo anni?).
Mi dispiace molto, perché è una scrittrice che stimo dal punto di vista artistico, ma quando ho letto la quarta di copertina ho annusato una Giovanna che di fatto potrebbe essere una fusione di Lila ed Elena, immersa pressoché nello stesso contesto dell'altra storia e con sviluppi sostanzialmente simili (okay, tutto molto bello ma ora basta) per cui non mi andava di far spendere 18 e passa euro, di sbattere per fare spazio al libro in qualche anfratto impossibile della mia camera, solo per poi ritrovarmi a leggere una variazione sul tema de L'amica geniale (che ho apprezzato moltissimo, ma poteva restare un libro unico, gli altri sono brodini allungati che potevano essere asciugati moltissimo e mantenere così la potenza del primo volume). Magari mi sbaglio, ma dovendo scegliere ho preferito qualcosa che sapevo mi avrebbe arricchita dal punto di vista artistico e narrativo.
Quando la Ferrante si staccherà da certi punti cardine delle sue narrazioni e rimetterà in moto la fantasia senza puntare "sul sicuro" allora riprenderò ad acquistarla e leggerla volentieri (e a sbattere felicemente per farle spazio nella mia sovraccarica liberia).
Sono anch'io napoletana e mi ritrovo in parte con quello che dici. Non mi dispiacciono affatto le narrazioni sulla parte più drammatica di Napoli nella fiction in generale, ma il rapporto che ha Elena con la sua città è stata l'unica nota stonata di quei romanzi per me. Dal secondo romanzo mi sembrava ormai palesissimo che l'autrice non sia di Napoli (e ne sono tutt'ora convintissima) e ha cercato di immaginare come meglio ha potuto il rapporto di un napoletano con la propria città, rapporto spesso complicatissimo ma qui molto banalizzato. (Quando Elena torna da Roma e si rende conto di quanto sia caotica e disorganizzata in confronto Napoli mi sono cadute le braccia: ma in quale universo?)
@@try3315 concordo, anche io penso sempre di più che non sia napoletana, altrimenti non si spiega, senza contare che, essendo così brava a far vedere e toccare certe cose che racconta, risulta inspiegabile come la sua Napoli si appiattisca a mera cacofonia, non viene descritto niente di niente, che tu mi nomini piazza dei Martiri ma non me la fai vedere, non mi porti lì con la fantasia, a che serve?
Cavoli, con la tua penna avresti potuto scrivere 20 pagine per descrivere l'annichilita meraviglia di due quindicenni del rione luzzatti che entrano per la prima volta a Galleria Umberto... invece no, neanche mezzo accenno a un cavolo di niente. Stavano lì o in una miniera, praticamente era uguale. Oppure in un'altra storia (che ho trovato così disturbante da non ricordare né il titolo né il nome della protagonista), spiega frettolosamente la strada fatta da cosina (a che serve? è un elenco di strade, non è una storia fantasy con la mappa e tutto) senza fare cenno a nulla se non al traffico infernale, ai clacson e ai gasi di scarico che la protagonista non riesce a sopportare (anche lei tornata da Roma, o da Torino, non so, città comunque famosissime per la loro tranquillità e le loro casine bianche immerse nel verde), poi però perde 30 righe per descriverti l'interno del negozio di abbigliamento in cui entra e la faccia raggrinzita del vecchio proprietario.
Ma cosa????
@@ProgettoTrecceFatate Sì diciamo che lei tende a calcare troppo la mano sugli aspetti più "folcloristici" della città, che magari possono affascinare il lettore americano ma per chi è del luogo il tutto risulta macchiettistico. Nel primo libro l'ambientazione risulta riuscita perché dal punto di vista di una bimba del rione, ma cavolo da un'intellettuale di mezza età che ha girato mezzo mondo mi aspetto una visione delle cose un po' più complessa! Rimane comunque una scrittrice davvero straordinaria nel descrivere i rapporti umani.
Io però, da non napoletana che trova Napoli stupenda, ho percepito invece un amore profondo per Napoli nell'Amica Geniale, proprio a dispetto delle storture che Elena vive. Quando Elena va insieme al padre in centro (vado a memoria), ma anche negli stessi personaggi...fa parte secondo me anche dell'amore della scrittrice per questa città il doverne raccontare le cose negative. Ma lo fa in tutti gli ambiti della narrazione, per esempio la stessa l'amicizia con Lila è piena di cose negative, eppure non diremmo per questo che Elena non voglia bene a Lila,anzi. È che di solito nella vita ciò che non va bene viene nascosto, e Elena Ferrante invece lo esorcizza, esorcizza il male, mettendolo alla luce. Più ami qualcosa più soffri che non sia come potrebbe, no?
Poi sicuramente la scrittrice non fa vedere una Napoli sfavillante, ma questo è perché la protagonista (come probabilmente l'autrice) ha vissuto nel rione, e in condizioni di povertà e basso livello culturale; non ha così tanto a che vedere con Napoli quindi, è più un discorso di ceto sociale secondo me. È chiaro che persone benestanti vivranno la città in modo totalmente differente, ma non c'è una città più "vera" dell'altra. Questa è la sua.
Comunque questa è solo la mia esperienza da lettrice chiaramente ;)
@@alicemagnoni1632 proprio perché le protagoniste vengono dalla miseria dovrebbero restare a bocca aperta davanti al centro storico. Proprio perché Elena fugge dalla miseria, dovrebbe descrivere l'ambiente del suo obiettivo.
Io non vivo in centro, vivo in un quartiere schifoso che è quasi ai livelli del rione (mettici solo i cellulari, ma siamo là) e quando sono arrivata per la prima volta a Napoli centro sono rimasta a bocca aperta tutto il tempo. Davanti alla Federico II mi somo incantata, ho attraversato la galleria col naso per aria perché tutto quello che vedevo era "troppo". E anche dopo, quando mi sono trasferita ai quartieri spagnoli, ogni vicolo era una meraviglia da scoprire, incluse le crepe nei muri.
Elena vuole scappare dalla miseria, avrebbe dovuto venire folgorata da tutto questo, bastava una frase per farlo capire, o una breve descrizione, Invece ci sono solo i nomi delle strade e delle piazze, tipo la vocina di google maps che ti dice gira a destra in via tal dei tali. È questo che lascia delusi, dopo tante e tante letture dei suoi titoli, le sue protegoniste sono tutte uguali e non vedono niente se non ciò che le disturba, e alla lunga diventano noiose e irritanti. Uno scrittore ci mette sempre del suo nei propri lavori, ma non può mettere solo se stesso, deve sapersi mettere nei panni altrui e creare un personaggio anche antitetico a se stesso, altrimenti si finisce col leggere sempre la stessa storia ma con personaggi e situazioni mescolate in ordine diverso. E con le abilità narrative della Ferrante questo limite è uno spreco di talento.
Ferrante fever: perché lei ci è riuscita ed altri scrittori o scrittrici italiani/e no? Me lo chiedo.
Perché con una scrittura piana e semplice riesce a scrivere di sentimenti ed emozioni difficili.
Potresti sconsigliare dei libri a tematica Lgbt?
Ciao Ile! Quando ci parlerai approfonditamente di “Menzogna e sortilegio”? È fra i miei romanzi preferiti di sempre 😊
Un abbraccio
Bravissima!
Ho abbandonato Fedeltà di Missiroli dopo le prime pagine, una noia mortale!
Che brava sei!!!!
ci sono spoiler? vorrei capire se vederlo prima o dopo la lettura del libro
non ci sono!!
La trama viene spiegata a grandi linee e in modo probabilmente più vago che nella quarta di copertina, immagino proprio per coloro che non hanno ancora letto il libro. Secondo me può essere visto senza rovinarsi la lettura
nono
C'È lo spoiler sul finale
Leggerò assolutamente questo, intanto non è mai superfluo ribadire quanto sia una PALLA Fedeltá.
Fedeltà l'ho mollato alla decima pagina!
simonetta255 Io l’ho ascoltato su StoryTell... tra l’altro letto da un tipo che sembrava la voce automatica di Google Translate. Mazzata finale 😂
Lo strega l'ha vinto Scurati non Missiroli
Sì, è vero: lo ha vinto Scurati e non Missiroli. La vera tragedia è che ancora non si è capito se esserne felici o meno.
Ciao, su instangram c'è una bella fanpage dedicata ad Elena Ferrante. Se siete interessati vi consiglio vivamente di dare un occhiata instagram.com/elenaferrante_official_fanpage/
*amante non moglie
Ciao, volevo segnalarvi che su Facebook abbiamo appena aperto il gruppo I LIBRI DI ELENA FERRANTE
facebook.com/groups/938438203303604/?ref=share
se ne hai voglia dagli un occhiata ❤️
Scusa se già ne fai parte o ti ho già inviato il messaggio
Buona giornata
Noioso, scontato, letto da un quarantenne viene da dire "non c'era
bisogno di un libro del genere". Non viene approfondito nulla di
veramente interessante e non succede niente di eccezionale. Spin off
dell'amica geniale dove Giovanna assomiglia molto a Elena Greco (e fa le
stesse cose in alcuni momenti), la zia Vittoria assomiglia a Lila.
Davvero deludente. Si possono trattare gli stessi temi, ma in maniera
differente e più interessante. Dopo aver letto tutti i libri dell'Amica
Geniale (belli i primi due, pesanti gli altri tre), e questo, non credo
leggerò più niente di Elena Ferrante.
Personalmente l'ho trovato di una noia clamorosa, ho fatto fatica a finirlo
La Ferrante scrive benissimo, questo è innegabile. Personalmente però L'Amica Geniale mi ha annoiato e ho interrotto la lettura alla fine del secondo volume. Anche la Morante non mi ha mai conquistato, pur riconoscendone le capacità narrative. Non credo che leggerò questo nuovo libro, ma ero curiosa di sapere che ne pensavi 💕
Io ho una mia teoria personale sul ciclo dell'Amica Geniale, anzi, sull'esperienza di lettura dell'Amica Geniale. Sto constatando che molte persone trovano gli ultimi due volumi inferiori rispetto ai primi due, molti addirittura abbandonano il ciclo proprio dopo il secondo volume. La critica più comune è che la trama diventa troppo 'soap operatica', stanca, piena di cliché e, allo stesso tempo, tutto diventa più noioso, monotono. Secondo me, questo giudizio (legittimo, per carità) la dice lunga più su noi lettori che sugli ultimi due volumi della saga della Ferrante. A noi lettori - e, in fondo, a noi persone - piacciono le storie con personaggi pieni di energia, di risorse, di speranza per il futuro. Ma quando i personaggi crescono, affrontano l'età adulta e tutti i problemi che ne conseguono, le cose, per forza di cose, cambiano. Un personaggio che, letteralmente, ha "tutta la vita davanti" ha tutto un altro fascino rispetto a un personaggio che quotidianamente si trova a fare i conti col proprio passato, con le proprie scelte, i propri rimorsi, le proprie frustrazioni. Col 'salvare il salvabile'. I personaggi dell'Amica Geniale, diventano 'macchiettistici' e 'caricaturali' nel corso della saga? Sì. E non parlo solo delle due protagoniste: basti pensare alla parabola del fratello di Lina, o a quella di Pasquale, o all'ambiguità del personaggio di Gigliola e alla sua particolare evoluzione. Tuttavia, anche noi diventiamo 'macchiettistici' e 'caricaturali' con gli anni. Il tempo non guarisce le ferite e invecchiando non si migliora affatto. Semmai, si diventa la versione più esagerata di sé stessi. i difetti si accentuano. Le psicosi intrappolano. Si diventa un po' meno sé stessi e un po' più il 'personaggio' di sé stessi. L'ultimo volume dell'Amica Geniale, poi, diventa quasi dark e senza dubbio sinistro. Ma è la vita di molti ad essere così, anche se noi - noi che siamo persone, lettori e, ahimé, spesso anche 'personaggi' - preferiamo voltarci dall'altro lato. Ecco perché spesso la gente ha una specie di 'antipatia' per gli ultimi due volumi della saga: perché sono uno specchio, e a molti non piace ciò che vedono in quello specchio.
@@vins1979 sono d'accordo con la tua analisi e torno a ribadire che stiamo ovviamente disquisendo sul gusto personale di ognuno. Personalmente il/la protagonista di una storia può essere anche il sovrano indiscusso dell'apatia e/o della negatività ma qualcosa deve accadere nella narrazione in modo che cambi la condizione di partenza nel bene o nel male (per poi tornare senza speranza alcuna alla condizione di partenza, perché no). I primi due volumi mi sono parsi un rimestare la stessa minestra per pagine e pagine. Tendo a preferire qualcosa di più dinamico, ma, lo ripeto ancora una volta, sono gusti. E la Ferrante tecnicamente è un mostro di bravura.
Io sono arrivata a metà o poco più del quarto volume e poi ho detto basta. La trama era anche abbastanza interessante specie per i personaggi nei loro rapporti, ma di per sé sono quasi vuoti. Elena, più protagonista di Lila in quanto è l'effettiva narratrice, non ha stimoli, hobby, passioni, pensieri profondi sulle tematiche che affronta. Sul femminismo sa solo mandare avanti una propaganda che di fatto non risolve nulla e (come per temi come le rivolte studentesche del '68-'69, l'evoluzione tecnologica e digitale, le droghe, la malavita) non ha interiorizzato dentro i propri pensieri una tesi, un'antitesi, delle argomentazioni tratte dalle sue letture e dalla sua esperienza.
Elena non legge il giornale, non si appassiona di nulla. Fintanto che studiava almeno c'era qualcosa che un pochino la smuoveva e faceva pensare, ma dopo diventa piatta come una frittata di cipolle. Secondo me è questo che rende noiosi gli ultimi due volumi, il grigiore mentale di questa intellettuale di trenta-quarant'anni (cribbio, chiamala vecchia o senza una vita davanti!) scossa maggiormente solo dalle paturnie amorose peggio di una adolescente.
Mi associo a Francesca, faccio parte di coloro che sono annoiati della Ferrante e non mi imbarcherò di certo in questa sua ultima uscita. Lo trovo un prodotto "di moda", sopravvalutato e "di massa". Ci ho provato a leggere L'amica geniale ma senza successo.
Prova a leggere altri racconti, ad esempio la figlia oscura o l'amore molesto. Sono sicura che ti ricrederai! :)
Ho comprato il primo volume della saga dei Cazalet, vediamo come va... 😅
@@francescateresi2562 Non c'è paragone, i Cazalet sono una bella saga, con ottimi personaggi femminili, ma la Ferrante vince a mani basse! Tra l'altro è una saga dal ritmo più travolgente rispetto ai Cazalet...poi ovviamente sono gusti, ognuno ha i suoi :)
@@MadameBovarybooks mi stai dicendo che la saga dei Cazalet è più lenta di quella della Ferrante? Preparo il cuscino allora! 😂😂
@@MadameBovarybooks La Ferrante travolgente fino ad un certo punto. Gli ultimi due volumi de L'amica geniale sono da annoiarsi, infarciti come sono di paturnie sentimentali e pippe mentali di una protagonista scialba e senza interessi o problemi che la scuotano davvero se non che il gingillo del suo amante finisca in altre caverne rispetto alla sua o che la sua "amica" fosse una mezza stracciona (più o meno) ignorante ma che abbia comunque una vita più bella in tutto, dal figlio che parla prima perché ci dedica più attenzioni e cura, al lavoro figherrimo che la arricchisce all'inverosimile.
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A me L'amica geniale non è piaciuto. Il rapporto tra Elena e Lila mi sembra tutto ma non un'amicizia. È molto più amicizia ciò che Lila prova per Elena, ma Elena è in un complesso di inferiorità di proporzioni titaniche. Però quello è proprio il punto (almeno credo) di questa "amicizia", quindi mi stava bene. Ma l'ho trovato di una pallosità mostruosa: pipponi mentali continui, paturnie sentimentali che per una donna di trent'anni e passa mi sembrano quanto mai ingenue. Ma soprattutto la superficialità per le tematiche del tempo. Il '68 e le sue rivolte sono appena accennate nonostante la protagonista frequenti la Normale di Pisa, non un'università qualunque e/o isolata. Oltre al fatto che questa donna praticamente non ha stimoli, hobby o simili. Sì, ogni tanto legge, ma sembra che legga per leggere, a cervello spento (la buona parte delle volte). Il femminismo viene iniziato e finito in "la donna viene costruita dall'uomo", ma va? Chi l'avrebbe mai detto che la donna viene plasmata dall'uomo in una società maschilista! Ma anche l'omosessualità, la droga, la mafia... Uomini che diventano omosessuali perché altri uomini ricordano le donne amate (proprio poco superficiale ed egoista), altri che finiscono in brutti giri ma tanto non si vedono quasi mai quindi chi se ne frega.
Non è detto che non le darò altre possibilità, ma L'amica geniale mi ha deluso tantissimo.
Inizio intrigante e simpatico, finale quasi noioso tendente allo scialbo. Leggete Dostoevskij