Il Card. Zuppi ai migranti: "Le vostre comunità siano luce e speranza".
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- Опубліковано 11 січ 2025
- 12PORTE - 9 gennaio 2025: «Noi siamo i nuovi Magi, tutti cercatori di futuro, di luce che non finisce, di speranza per la vita, di luce vera che non deluda».
Il Cardinale Matteo #Zuppi ha presieduto nella Cattedrale Bolognese la cosiddetta #MessadeiPopoli, in occasione della solennità dell'#Epifania. Il culmine delle celebrazioni natalizie viene vissuto da decenni a Bologna, come in altre diocesi della regione, con la numerosa partecipazione delle comunità #Migrantes, che fondono voci, lingue e culture diverse nella gioia dell'unica fede.
Si è trattato a tutti gli effetti del primo #pellegrinaggio giubilare dopo la solenne apertura dell'Anno Santo, avvenuta domenica 29 a livello diocesano. La celebrazione è stata organizzata dall'Ufficio Diocesano Migrantes, che attraverso le comunità e i gruppi di immigrati cattolici, offre una cura pastorale a persone e famiglie provenienti da tutto il mondo, mostrando così la ricchezza del nome cattolico: africani francofoni e anglofoni, eritrei, bangladesi, cinesi, filippini, latinoamericani ispanofoni, brasiliani, polacchi, romeni, cingalesi, tamil, ucraini, indiani siro-malabaresi, swahili, arabi.
Il rito quest'anno è stato caratterizzato dai sacramenti della vita cristiana, che il Cardinale ha conferito a cinque studenti universitari di nazionalità cinese. I nomi di santi cattolici, Gregorio, Maria, Chiara, Teresa e Lucia, sono il segno di un cambiamento radicale nella vita di Xixia, Shanshan, Xindi, Jing e Jingjing. Cinque giovani, che come tanti altri studenti internazionali, hanno scelto #Bologna per un periodo di studio, che è diventato anche occasione di ricerca spirituale e di incontro con Cristo.
I cinque #catecumeni sono giunti ad abbracciare la fede cattolica attraverso le strade complicate della vita, mostrando così come le infinite strade della mobilità umana possono diventare anche cammini di fede, domande di senso, di pienezza, in alcuni casi frutto di un'attesa che datava da anni, che si mescolano a progetti di studio e di lavoro, fino all'incontro provvidenziale con due sacerdoti connazionali e col sostegno della comunità riminese di Montetauro.
Il rito battesimale era stato preceduto dal canto delle Litanie dei Santi. Anche queste sono diventate un viaggio spirituale attraverso i nomi di martiri, di ragazzi, uomini e donne, che da ogni parte della terra sono stati testimoni della fede e dell'amore di Dio.
«Molti di noi vengono da lontano. Qualcuno da molto lontano. Gesù si è fatto lui per primo pellegrino di speranza. Il cammino più lungo sicuramente l'ha fatto lui, no? Ci è venuto a cercare dal cielo, ci è vicino proprio perché la sua speranza accenda la nostra e ci ha portato tutti qui. E quanto è vero che l'amore qualche volta può portare vicino chi altrimenti sembra lontanissimo».
Al momento dell'offertorio si è rinnovato quasi visivamente il mistero della prima Epifania. Dopo i nuovi battezzati e cresimati che hanno portato all'altare il pane e il vino per l'Eucarestia, i rappresentanti di gruppi e comunità hanno portato al Vescovo i doni destinati alle opere di carità. I sacerdoti delle comunità Migrantes hanno offerto al Vescovo una nuova mitra per il Giubileo.
Il Cardinale ha invitato le comunità a essere unite nella fede e nel servizio del Vangelo.
«Ci ha portato tutti qui, nella casa del Signore, per essere noi tutti la sua casa, la sua famiglia, senza confini, fratelli e sorelle tutti. Che gioia vederlo, sentirlo, viverlo. E ciascuno di noi si ricordi di vivere ovunque come un fratello o una sorella di Gesù e quindi di tutti.
Una famiglia davvero universale, cattolica. Amiamo questa casa, le nostre comunità. Facciamole crescere invitando altri che, come noi, cercano speranza, luce, futuro, che qualche volta non ne hanno più. E noi possiamo essere un pochino di quella stella che gli dice «vieni, c'è luce, ti porto la luce, l'amore di Gesù».
Siamo e restiamo diversi, ma per noi la diversità non è un problema, anzi è un dono, una ricchezza, ci dà forza. E la Chiesa, con questo suo unico cuore, aiuta tutti a essere se stessi, insieme e non divisi, una ricchezza gli uni per gli altri.
«Fratelli e sorelle, aiutiamo la città degli uomini ad essere una comunità per tutti, che non lascia solo o indietro nessuno. E tutti noi siamo occhi, cuore, mani, mente per fare questo, servendo il prossimo, iniziando con l'amabilità e la benevolenza verso tutti, che possiamo tutti, specialmente verso chi è nella sofferenza o povero».