Un racconto che pone tanti spunti di riflessione... Intanto sulla propria natura a cui si è irrimediabilmente e inevitabilmente "inchiodati" "impressi" per così dire, come un francobollo immobile su di una busta, ma che ha comunque una propria funzione, quella di far giungere al destinatario una lettera per es, o rendere ufficiale un documento... Un pò come un astuccio, duro e inflessibile, poiché contenitore di qualcosa che può essere anche prezioso, ( è bellissimo il titolo! ) Il guscio...eh, a volte è germinativo, a volte no, altre, un aborto...tutto sta nell'uso che se ne fa...cosi come accade con la propria natura, certo "contenitore di un essenza" una "ragnatela", "un guscio", per l'appunto rendono bene...Ma anche un ragno e una lumaca imparano ad uscire e ad entrare secondo necessità suppongo, o anche inclinazione? Chissà... Il personaggio di Checov sembra fare tutto per una sorta di necessità, dovere e rigore, tuttavia per quanto rigore e durezza lasci trasparire, intenerisce anche molto... Per un attimo si lascia attrarre da una natura femminile assai diversa, quasi opposta, estroversa e socievole, ma poi accade il litigio, l'andare in bicicletta che disapporova, non ne sente l'utilità, il senso, anzi gli appare come un "non senso"... e proprio non regge l'accaduto letteralmente, tanto da morirne, come se un lato di lui disadattato e sconosciuto preferisca morire più che allargarsi, ampliarsi, divenire più flessibile. In una parola sembra non essere in grado di " reggere alcuna libertà, neppure la più infinitesimale e allora....meglio morire! La sorte pare venirgli incontro, essere quasi "concedente" e d'accordo... Mi chiedo allora quanto possano essere vincolanti il proprio essere, la propria natura...la propria storia. Ho sempre pensato che lo è molto si, ma Cechov in questo bellissimo racconto lo lascia ravvisare fino all'estremo. Rifletto...Per qualcuno può essere meno pesante essere dentro un astuccio che sostenere la libertà di starsene fuori... Il giusto ritmo fra dentro/fuori, introversione/ estroversione, pare tanto scontato anche ai giorni nostri, ma non lo è affatto...Cosi come la dualità fra l''essere contenuti e l''essere contenitori... Davvero interessante il racconto, letto con grande intensità e partecipazione... Delicatezze dolci e tristi le bellissime note musicali che seguono la fine. Grazie sempre! Buon pomeriggio! Letizia Sassi. Mi scuso per la prolissità... un piglio proprio estemporaneo sull'onda di intuizioni ed emozioni...anche probabilmente fuori tema.
Ci sono tanti spunti attuali e punti di contatto con la questa strana realtà che stiamo vivendo.In fondo penso che da qui in avanti ci saranno sempre di più "uomini negli astucci".
La ringrazio per averci introdotto alla letteratura russa. C'è un bellisimo racconto di Fëdor Dostoevskij "Il sogno di un uomo ridicolo" . 25pages. Se è possibile sentirlo ....
Grazie professore. Come sempre impeccabile lettura
Molto bello e interessante! Grazie♡
Grazie per questo bel regalo della domenica. Stammi bene.
Un racconto che pone tanti spunti di riflessione...
Intanto sulla propria natura a cui si è irrimediabilmente e inevitabilmente "inchiodati" "impressi" per così dire, come un francobollo immobile su di una busta, ma che ha comunque una propria funzione, quella di far giungere al destinatario una lettera per es, o rendere ufficiale un documento...
Un pò come un astuccio, duro e inflessibile, poiché contenitore di qualcosa che può essere anche prezioso, ( è bellissimo il titolo! )
Il guscio...eh, a volte è germinativo, a volte no, altre, un aborto...tutto sta nell'uso che se ne fa...cosi come accade con la propria natura, certo "contenitore di un essenza" una "ragnatela", "un guscio", per l'appunto rendono bene...Ma anche un ragno e una lumaca imparano ad uscire e ad entrare secondo necessità suppongo, o anche inclinazione? Chissà...
Il personaggio di Checov sembra fare tutto per una sorta di necessità, dovere e rigore, tuttavia per quanto rigore e durezza lasci trasparire, intenerisce anche molto...
Per un attimo si lascia attrarre da una natura femminile assai diversa, quasi opposta, estroversa e socievole, ma poi accade il litigio, l'andare in bicicletta che disapporova, non ne sente l'utilità, il senso, anzi gli appare come un "non senso"... e proprio non regge l'accaduto letteralmente, tanto da morirne, come se un lato di lui disadattato e sconosciuto preferisca morire più che allargarsi, ampliarsi, divenire più flessibile. In una parola sembra non essere in grado di " reggere alcuna libertà, neppure la più infinitesimale e allora....meglio morire! La sorte pare venirgli incontro, essere quasi
"concedente" e d'accordo...
Mi chiedo allora quanto possano essere vincolanti il proprio essere, la propria natura...la propria storia.
Ho sempre pensato che lo è molto si, ma Cechov in questo bellissimo racconto lo lascia ravvisare fino all'estremo.
Rifletto...Per qualcuno può essere meno pesante essere dentro un astuccio che sostenere la libertà di starsene fuori...
Il giusto ritmo fra dentro/fuori, introversione/ estroversione, pare tanto scontato anche ai giorni nostri, ma non lo è affatto...Cosi come la dualità fra l''essere contenuti e l''essere contenitori...
Davvero interessante il racconto, letto con grande intensità e partecipazione...
Delicatezze dolci e tristi le bellissime note musicali che seguono la fine.
Grazie sempre!
Buon pomeriggio!
Letizia Sassi.
Mi scuso per la prolissità... un piglio proprio estemporaneo sull'onda di intuizioni ed emozioni...anche probabilmente fuori tema.
Ci sono tanti spunti attuali e punti di contatto con la questa strana realtà che stiamo vivendo.In fondo penso che da qui in avanti ci saranno sempre di più "uomini negli astucci".
Grazie!
❤
La ringrazio per averci introdotto alla letteratura russa. C'è un bellisimo racconto di Fëdor Dostoevskij "Il sogno di un uomo ridicolo" . 25pages. Se è possibile sentirlo ....
La Tempesta Di Neve / La tormenta del Pushkin Aleksandr
ua-cam.com/video/DHDeQmcObno/v-deo.html
ua-cam.com/video/HIUCITxDcmg/v-deo.html
@@valterzanardiraccontandoti mille grazie. Non pensavo .
Amo la letteratura russa 💙
Ello