il discorso della dignita' dell'uomo e del rispetto dei diritti umani va oltre le barriere degli stati,e' un discorso planetario.L'Egitto e' uno stato amico,andiamo a Sharm in massa ed e' vicino,abbiamo tanti egiziani che vivono qui come tanti italiani che vivono e lavorano in Egitto.Mai l'Egitto di Mubarak ha arrestato un italiano che studiava al Cairo,mai nessuno poliziotto odei servizi segreti ha fatto del male ad uno straniero.Quindi sicuramente anche i vertici della National Security non hanno capito che l'ordine di repressione dato il 25 gennaio al Cairo ha portato solo un disastro.L'apparato militare egiziano guarda con timore al mondo intero quando vedono pubblicati centinaia di articoli su Giulio Regeni.Non amano questo tipo di aggressione verbale,perche ' poi leggono la solita tiritera della storia dell'Egitto dopo il 2011.Infatti i giornalisti o sono in galera o sono servi del regime.Vendere armi al'Egitto signfiica riconoscere il ruolo di Al sisi nell'area e legittimare ogni sua azione politica e militare (vedi il Sinai).Quindi l'Italia diventa complice del regime e ne legittima le morti di innocenti in Sinai,dove la popolazione muore viene deportata nel silenzio totale del mondo.Cuperlo almeno cercate fondi e finanziamenti per le ong dei diritti umani Al Cairo i prigionieri non possono bere acqua pulita e cibo sano perché non hanno soldi,quindi attivati per dare aiuti concreti per chi lotta per la liberta' e la giustizia.Gli egiziani hanno bisogno di aiuti concreti,non solo di avvocati,cercate fondi per aiutare nella quotidianita' chi in galera non hapiu' speranza.Aiutate i giovani in prigione che sono trattati come topi ,chiusi in carceri sottoterra ,abbandonati da tutti.
Mi pare che il tuo discorso sia del tutto condivisibile quando consideri la vicenda di Regeni una questione che attiene alla sovranità nazionale, meno quando provi a confutare l'argomento secondo cui la strategia di chiudere ogni rapporto commerciale, politico, militare sia perdente rispetto all'obiettivo di pervenire alla verità sull'assassinio del ricercatore. Davvero tu pensi che interrompere le relazioni diplomatiche potrebbe indurre l'Egitto finalmente a collaborare? È una domanda seria. Io ho la sensazione che chi avanza questa proposta sopravvalutati parecchio il peso del nostro paese sullo scacchiere della politica internazionale.
Ho cancellato il mio modo improprio di segnalare il disprezzo per la generale strumentalizzazione, non certo tua, delle DUE vicende, una tristissima, l'altra stravolta per scopi di parte che non condivido. Ringrazio per il riscontro che ha consentito di correggermi. ciaooo
Non meraviglia questa tua presa di posizione antica per di più citando ancora il dramma di famiglia in una dimensione che nulla a che fare con una commessa di una azienda Italiana. Chiudo prima di te deluso ma in fondo non più di tanto peccato. Ciao
Non ho certezze ma ho cercato di spiegare perché credo proprio sia un errore convincersi che la tragedia di Giulio Regeni e di altre migliaia di persone sia del tutto altro rispetto a una commessa commercial-militare. Quanto alla strumentalizzazione sono certo di non averlo fatto, ogni parola che ho speso su questa vicenda (compreso questo video) l’ho prima della pubblicazione condiviso con Alessandra Ballerini, l’avvocato della famiglia proprio per il timore di scrivere o dire cose che potevano risultare strumentali. Grazie del commento. Gianni
Grazie Gianni, abbiamo perseguito altri interessi ammantandoli di real politik
Questa cosa peserà sulle coscienze di tanti. Hanno ragione i genitori di Giulio, L etica e la giustizia vengono prima di qualsiasi altra cosa.
il discorso della dignita' dell'uomo e del rispetto dei diritti umani va oltre le barriere degli stati,e' un discorso planetario.L'Egitto e' uno stato amico,andiamo a Sharm in massa ed e' vicino,abbiamo tanti egiziani che vivono qui come tanti italiani che vivono e lavorano in Egitto.Mai l'Egitto di Mubarak ha arrestato un italiano che studiava al Cairo,mai nessuno poliziotto odei servizi segreti ha fatto del male ad uno straniero.Quindi sicuramente anche i vertici della National Security non hanno capito che l'ordine di repressione dato il 25 gennaio al Cairo ha portato solo un disastro.L'apparato militare egiziano guarda con timore al mondo intero quando vedono pubblicati centinaia di articoli su Giulio Regeni.Non amano questo tipo di aggressione verbale,perche ' poi leggono la solita tiritera della storia dell'Egitto dopo il 2011.Infatti i giornalisti o sono in galera o sono servi del regime.Vendere armi al'Egitto signfiica riconoscere il ruolo di Al sisi nell'area e legittimare ogni sua azione politica e militare (vedi il Sinai).Quindi l'Italia diventa complice del regime e ne legittima le morti di innocenti in Sinai,dove la popolazione muore viene deportata nel silenzio totale del mondo.Cuperlo almeno cercate fondi e finanziamenti per le ong dei diritti umani Al Cairo i prigionieri non possono bere acqua pulita e cibo sano perché non hanno soldi,quindi attivati per dare aiuti concreti per chi lotta per la liberta' e la giustizia.Gli egiziani hanno bisogno di aiuti concreti,non solo di avvocati,cercate fondi per aiutare nella quotidianita' chi in galera non hapiu' speranza.Aiutate i giovani in prigione che sono trattati come topi ,chiusi in carceri sottoterra ,abbandonati da tutti.
Applausi!
Sembri Enrico Ghezzi, ma con la voce in sincrono 😁
Mi pare che il tuo discorso sia del tutto condivisibile quando consideri la vicenda di Regeni una questione che attiene alla sovranità nazionale, meno quando provi a confutare l'argomento secondo cui la strategia di chiudere ogni rapporto commerciale, politico, militare sia perdente rispetto all'obiettivo di pervenire alla verità sull'assassinio del ricercatore. Davvero tu pensi che interrompere le relazioni diplomatiche potrebbe indurre l'Egitto finalmente a collaborare? È una domanda seria. Io ho la sensazione che chi avanza questa proposta sopravvalutati parecchio il peso del nostro paese sullo scacchiere della politica internazionale.
Ho cancellato il mio modo improprio di segnalare il disprezzo per la generale strumentalizzazione, non certo tua, delle DUE vicende, una tristissima, l'altra stravolta per scopi di parte che non condivido. Ringrazio per il riscontro che ha consentito di correggermi. ciaooo
Non meraviglia questa tua presa di posizione antica per di più citando ancora il dramma di famiglia in una dimensione che nulla a che fare con una commessa di una azienda Italiana. Chiudo prima di te deluso ma in fondo non più di tanto peccato. Ciao
Non ho certezze ma ho cercato di spiegare perché credo proprio sia un errore convincersi che la tragedia di Giulio Regeni e di altre migliaia di persone sia del tutto altro rispetto a una commessa commercial-militare. Quanto alla strumentalizzazione sono certo di non averlo fatto, ogni parola che ho speso su questa vicenda (compreso questo video) l’ho prima della pubblicazione condiviso con Alessandra Ballerini, l’avvocato della famiglia proprio per il timore di scrivere o dire cose che potevano risultare strumentali. Grazie del commento. Gianni