Il pensiero selvaggio

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  • Опубліковано 24 гру 2024
  • Introduzione al "Pensiero selvaggio" di Claude Lévi-Strauss, del 1962. Uscito nello stesso anno del "Totemismo oggi", di cui rappresenta la generalizzazione teorica, "Il pensiero selvaggio" si propone di offrire una chiave d'accesso ad un sistema di pensiero che non è primitivo né in senso temporale né in senso qualitativo. Il "pensiero selvaggio" è innanzitutto la libera creazione di sistemi di classificazione della realtà da parte dello "spirito umano", nel suo esercitarsi, libero da fini o interessi particolari. Nell'immagine statica si può vedere l'immagine dell'"operatore totemico". Buon ascolto.

КОМЕНТАРІ • 9

  • @marcovisa7738
    @marcovisa7738 6 місяців тому

    Grazie e complimenti.

  • @user-gf3ko9gv2p
    @user-gf3ko9gv2p 6 місяців тому

    Semplicemente...grazie

  • @angelorossi1045
    @angelorossi1045 6 місяців тому

    Grazie

  • @angelorossi1045
    @angelorossi1045 6 місяців тому

    Da cosa partire per leggere Levi Strauss?
    Grazie

    • @WakanTuruk
      @WakanTuruk  6 місяців тому

      Ciao, ma naturalmente dai miei video.. Scherzi a parte, direi così. Per la teoria, i contributi più significativi e imprescindibili sono Antropologia strutturale (1958), lo stesso Pensiero selvaggio, la Introduzione all'opera di M. Mauss, la Intro della mitologica ne il Crudo e il cotto e la fine della stessa nell'Uomo nudo, infine Razza e storia. Per un abboccamento un pò meno suicida ci sono le interviste che possono essere utili: Da vicino e da lontano, Siamo tutti cannibali ecc. Il Lévi-Strauss più scrittore e meno scienziato lo puoi trovare, naturalmente, in Tristi tropici. Magari resta fuori qualcosa ma questo, all'impronta, mi viene di suggerirti. Ciao.

    • @angelorossi1045
      @angelorossi1045 6 місяців тому

      @@WakanTuruk ti ringrazio

  • @neexmein7305
    @neexmein7305 2 місяці тому

    Molto interessante questa panoramica sul pensiero selvaggio ed il pensiero mitico.Tuttavia,quello che in Levi Strauss spesso sfugge,è il metodo attraverso cui giunge alle sue conclusioni.Esso è dichiaratamente strutturalista ma,a differenza della linguistica,manca di una prassi riproducibile ed inoltre, benché attinga al pensiero jakobsoniano, a me pare che tra i due modi di operare vi siano profonde dissonanze.
    L' unica volta che Levi Strauss ci consegna un metodo riproducibile lo fa nelle Mythologiques ma,in questo caso,esso sembra essere saltato fuori dal nulla: quali sono le giustificazioni teoriche per sottoporre a quel tipo di trattamento i miti che indaga?
    Detto ciò, aggiungo che sarebbe interessante tentare di riprendere gli studi e le conclusioni levistaussiani e confrontarli,per confutarli o convalidarli,con il sapere neuroscientifico.
    Concludo ringraziandola per i suoi contenuti.

    • @WakanTuruk
      @WakanTuruk  2 місяці тому

      Il suo commento mi ha fatto venire in mente un pomeriggio di molti anni fa, quando stavo preparando la tesi. Ero a casa della mia relatrice e una sua collega ricercatrice, parlando di Lévi-Strauss disse: "Si può criticare solo a partire dalle singole discipline che egli utilizza nel suo lavoro." La cosa mi rimase impressa, perché io allora ero uno strenuo "difensore" del nostro. Trovo le sue osservazioni - e i suoi interrogativi - pertinenti, dunque. Grazie del gentile commento.

    • @neexmein7305
      @neexmein7305 2 місяці тому +1

      @@WakanTuruk Tanto per citare un esempio, nel capitolo settimo di antropologia strutturale 2,il nostro,su sollecitazione di Luc de Heusch,detrattore della nozione di atomo di parentela,pur avvertendoci che la relazione avuncolare,per quanto esemplificativa,in taluni sistemi complessi non sia più preponderante,si cimenta,a mio avviso,in una dissertazione dalle tonalità grottescamente arbitrarie circa la possibilità di costruzione dell' atomo di parentela in riferimento a quei sistemi, appartenti ai Mundugomor e ai Lele, citati dallo stesso de Heusch.Attraverso un volo intellettual-pindarico, volta le spalle a quella che a me pare la più ovvia delle contestazioni,ossia l' impossibilità di ricondurre la relazione fra due individui ad una sola polarità( e tanto basterebbe ad inficiare le oltre seicento pagine di "Strutture elementari della parentela");in aggiunta,l' estenuante argomentazione rivolta all' inquadramento dei sistemi di parentela e dei rispettivi comportamenti ad essi annessi,invalida, perlomeno parzialmente,le motivazioni stesse che spinsero Levi Strauss ad intraprendere il sentiero strutturalista: in opposizione al sinologo Marcel Granet,che trattò di relazioni di parentela cinesi,Levi Strauss avvertiva la necessità di ALLEGGERIRNE la scrittura scovandone i meccanismi "autentici".