Non c'è retorica, non c'è risentimento, le parole di quest'uomo di questo grande uomo sono la testimonianza di ciò che subirono. Meritano rispetto. Dobbiamo dire sempre e soltanto grazie.Riposa in pace insieme a tutti i tuoi compagni 🇮🇹.
Je suis français, d'origine italienne. Les livres de Mr Rigoni Stern sont devenus mes livres de chevet. Je les ai lus des dizaines de fois et je les relis toujours, surtout "sentiers sous la neige" ou encore "les saisons de Giacomo". Je les lis en français et en italien et ils me procurent un immense sentiment de plénitude. Merci Mr Rigoni, merci beaucoup, grazie mille.
J'oubliais de dire que j'ai un oncle, frère de mon père, que je n'ai pas connu, qui a disparu en Russie . Il faisait partie de la cunneense. En lisant Mr Rigoni Stern j'apprends à le connaître.
Grande Mario, grazie per aver condiviso con noi il sergente nella neve, ritorno sul Don, e tutti i libri che nella Tua lunga vita ci hai donato. Possa Tu aver ritrovato tutte le persone che hai amato, i cani, gli Urogalli che cacciavi, i boschi della giovinezza e le nevi pure delle Tue montagne. E il mio ringraziamento per la gioia che mi donano le letture dei Tuoi libri che continuo a leggere Riposa in pace grande Uomo.
Riposa tranquillo mario insieme ai tuoi compagni insieme a giuanin e gli altri hai scritto dei libri che io leggo e rileggo e non finirò mai di dirti grazie a voi e a te mario ,riposa in pace
Adesso sei con i tuoi alpini caro sergente maggiore.. Ti hanno aspettato con il sorriso per averli ricordati nelle tue righe e per averli resi immortali con le tue testimonianze. Riposo ..e in pace ..
Sono un Alpino grande persona Mario ho letto i suoi libri e secondo me a scuola si dovrebbe fare studiare ai bambini quello che è successo, onore a tutti i caduti in terra di Russia in particolare a tutti gli Alpini della Julia e della Tridentina
Grande Mario , avro' letto Il sergente nella neve almeno 15 volte e l'hanno letto anche i miei figli. Grande nella sua semplicita' , un maestro di vita. Riposa in pace con tutti i tuoi compagni
Mi ricorda l'avventura di mio padre, rientrato per fortuna e caparbietà dopo essere rimasto gravemente ferito in azione all'inizio di dicembre del 1941 dalle parti di Orlovka. Auguriamoci che l'attuale conflitto abbia a cessare al più presto e che quelle popolazioni (e noi pure) ritroviamo la Pace. Grandissimo Mario! Grazie e grazie anche al curatore di questo servizio.
Sono Giuseppe, questa parte di storia dei nostri, per me,,,nonni, mi ha sempre interessato, ho ascoltato tutto il vostro servizio, mi sta scendendo una lacrima, scusatemi non trovo le parole. Che riposino in pace, e portiamo loro rispetto.
per te nonni, per me zii. Uno dei tre, molto probabilmente era da queste parti e condivise la stessa sorte del Sergente, prigionia in Germania. Ma non ne parló mai, tolta una volta che si lasciò sfuggire per pochi minuti qualcosina. Ironia della sorte, mio padre classe 1932, lavorava in un panificio sotto casa. Nella lista dei "dispersi" compare un cognome che corrisponde ai proprietari del panificio. E che sia un figlio degli allora proprietari, cosa sicura. Aggregato ad un " Gruppo Weiss". Il decesso registrato in data Marzo 1943 nel campo di prigionieri di Tambov.
Sono Giuseppe Delbo' , mi emoziona tanto sentire questi racconti perche' mio padre e' tra i pochi che sono tornati dal Don. Ne parlava pochissimo forse perché impossibile raccontare quella tragedia umana a chi non l'aveva vissuta.
I russi non sono ancora vendicativi. Le parti italiane erano diverse, cantavano da qualche parte e da qualche parte si comportavano con calma, da qui l'atteggiamento.
Poveri ragazzi, gran brutto affare la guerra, riposate in pace, in quella pace che qualcuno per sete di potere Vi ha negato perché sono convinto che Voi tutto avreste fatto meno che la guerra.
Ho avuto la fortuna di incontrare Mario a Feltre. Insegnavo nel bellunese, quell'anno, e lui era stato invitato a un dibattito sulla scuola. Grande uomo, schivo, di poche ma non vuote parole. Una persona indimenticabile.
Chissà che emozione e che fortuna poter tornare con le proprie gambe sul luogo di una tragedia simile!.....uomini di un altro tempo e un'altra tempre che forse l' Italia non avrà mai più
Quelli erano ragazzi di 20 anni o poco più abituati alla fatica sin da bambini e mangiando pure male. Imparagonabili quegli uomini, soldati di leva, rispetto ai ragazzi d'oggi. Non c'è proprio confronto.
I suoi racconti della ritirata hanno avuto per me un grande significato in quanto si intrecciano con quel poco che mia nonna mi raccontava della ritirata di mio nonno (le dita dei piedi congelate, i racconti della crudeltà dei tedeschi "alleati" che requisivano i mezzi italiani e tagliavano le mani dei soldati che cercavano di attaccarcisi), il rispetto della popolazione verso i soldati italiani che rispettavano le icone russe, la casualità che decideva chi sarebbe tornato e chi no (dopo una notte passata insieme, bastava prendere a destra o a sinistra). Molto commovente e significativo con il passare del tempo e la scomparsa dei testimoni.
Anche mio zio fece la ritirata dal Don ,sicuramente passò da Nikolajewnka ,poi al ritorno in Italia dopo l'8 Settembre del 1943 fu preso dai tedeschi e mandato a lavorare in Germania, soltanto nel 1946 riuscì a tornare finalmente a casa.
Che dire, ora, dopo quasi novanta anni la guerra è tornata più o meno dalle stesse parti..il genere umano, purtroppo, dimentica in fretta... grazie Rigoni, riposa finalmente in pace.
Mario Rigoni stern è Asiago. Se passate per Asiago passate per il cimitero di Asiago e fermatevi a salutarlo nella sua tomba per terra come lui ha voluto.. Una tomba semplice e quasi invisibile... Fermatevi e salutate Mario, il sergente....
@Mario Rigoni - Bene fa a ricordarci quella tragedia, ricorderò sempre le lacrime di mia nonna nel parlare di un suo fratello che militava nella divisione PASUBIO e che, come migliaia di altri, non è più tornato a casa; diceva, ... " chissà poverino cosa avrà passato di sofferenze " e giù lacrime...
Che povertà che si vede! Quella è stata una guerra trad poveri e difatti tra uguali ci si capisce e si vede dal racconto dove Rigoni conferma che alla notte nelle isbe Russi e Italiani dormivano assieme, c'è da riflettere su questo.
Onore ai nostri soldati per il dovere pericolosamente compiuto.ps.noi alpini del dopoguerra ormai matusa anche noi cerchiamo di essere degni del cappello alpino che indossiamo.ps.Tonino De Gregorio rep.log.Julia presente.
il solo rumore delle "katyusha"basterebbe a fare impazzire molti di quelli ,che non erano altro se non semplici ragazzi ;magari studenti,contadini,gente semplice insomma,non certo avvezza ad un tipo di guerra ormai più che totale ,ideologica e di puro annientamento del nemico ,anche grazie all" alleato"tedesco ,i nostri hanno pagato un prezzo altissimo.
@@larst560 Sì...anche perché da un carro armato non vedi molto fuori, e magari pure perché non ti passa neanche per la mente di rallentare ed esporti ad eventuale controcarro...è la guerra
Se poi pensiamo alla politica di " risparmio munizioni" tipica del R.E., sentire che dall'altra parte ti bombardano senza alcun risparmio con armi mai viste o sentite...
@@danieledaniele2463 ah sì? Lei pensa che 74.800 non sia stato un numero altissimo? Mi auguro lei possa vivere le stesse esperienze dei nostri soldati in russia poi verificheremo nuovamente il suo punto di vista, sempre che lei sopravviva.
08:20 per il narratore fuori campo: si dice Cossèria non Cosserìa. Emozionante, non l'avevo mai visto questo filmato del suo 2° ritorno sul Don di Rigoni Stern. E' molto strano che Rigoni Stern non abbia mai voluto andare sui luoghi albanesi dove pure aveva sofferto alla fine del 1940 e 1941 e visto morire altri suoi compagni.
@@sergiomarrocco1926 - sinceramente, a giudicare dal suo libro "Quota Albania", non deve essere stato un campo estivo l'Albania con congelati e morti ammazzati ed inghiottiti dal fango e muli interi sul Valamara e giù nelle valli. Fossi stato in lui, un giretto in Albania l'avrei fatto.
A parte la pronuncia della Cosseria, i ininfluente, non si dice mai che il nostro Natale è 13 giorni prima di quello russo. Quindi per gli ortodossi il 25 dic. è un giorno qualsiasi. Loro la festa la fanno il 7 gennaio. E non servono le preghiere x fermare le pallottole, ma lo studio dei costumi
@@sal6968 non lo so, so solo quell'informazione da una prefazione di una vecchia edizione del sergente scritta da Rigoni. Tra tante interviste e libri letti, mi pare che Rigoni non l'abbia più rinominato, quindi forse non si sono più incontrati. Tourn dovrebbe essere morto nel 64 di silicosi, faceva il minatore; Baroni, il sergente dei mortai da 81 mm, è andato a lavorare in banca; Cenci e Moscioni sono diventati medici e hanno scritto anche loro sull'esperienza in Russia, Moscioni anche sulla resistenza. Con Cenci sono rimasti amici, lui è morto pochi anni dopo Rigoni. Che Antonelli abbia scritto qualcosa penso sia improbabile, a questo punto si saprebbe, e poi solitamente erano gli ufficiali, che avevano studiato, a scrivere, Rigoni era un eccezione perché aveva letto tanto da bambino ed era appassionato di letteratura.
Dormire all'aperto era una condanna a morte sicura, non arrivavi neanche a mezzanotte. Quindi, piuttosto che spararsi addosso nel buio più totale e perdere preziose ore di sonno, era meglio stabilire una tregua temporanea e condividere i pochi alloggi al chiuso per sopravvivere al gelo.
Mio zio nel lager tedesco fu liberato dai russi. Anche lui fece la campagna di Russia e poi inviato nel campo di concentramento dopo 8 settembre 1943. Maledetti fascisti e nazisti.
Credo che dipenda dal campo: i primi vennero sì liberati dai russi, ma soprattutto quelli a Est e Sud Est. Quelli a Sud, ad esempio in Austria o in Germania Ovest, vennero liberati dagli americani.
Non c'è retorica, non c'è risentimento, le parole di quest'uomo di questo grande uomo sono la testimonianza di ciò che subirono. Meritano rispetto. Dobbiamo dire sempre e soltanto grazie.Riposa in pace insieme a tutti i tuoi compagni 🇮🇹.
Mi sento tanto piccolo e insignificante quando sono davanti a questi racconti....
Je suis français, d'origine italienne. Les livres de Mr Rigoni Stern sont devenus mes livres de chevet. Je les ai lus des dizaines de fois et je les relis toujours, surtout "sentiers sous la neige" ou encore "les saisons de Giacomo". Je les lis en français et en italien et ils me procurent un immense sentiment de plénitude. Merci Mr Rigoni, merci beaucoup, grazie mille.
J'oubliais de dire que j'ai un oncle, frère de mon père, que je n'ai pas connu, qui a disparu en Russie . Il faisait partie de la cunneense. En lisant Mr Rigoni Stern j'apprends à le connaître.
Come è bello vedere che i
nostri Emigrati hanno sempre l'Italia, e gli Italiani,
nel cuore 😊😊😍😍
Grande Mario, grazie per aver condiviso con noi il sergente nella neve, ritorno sul Don, e tutti i libri che nella Tua lunga vita ci hai donato.
Possa Tu aver ritrovato tutte le persone che hai amato, i cani, gli Urogalli che cacciavi, i boschi della giovinezza e le nevi pure delle Tue montagne.
E il mio ringraziamento per la gioia che mi donano le letture dei Tuoi libri che continuo a leggere
Riposa in pace grande Uomo.
Con questo servizio ricordo mio padre che ha combattuto questa guerra e per fortuna e' ritornato!!!!!!
Riposa tranquillo mario insieme ai tuoi compagni insieme a giuanin e gli altri hai scritto dei libri che io leggo e rileggo e non finirò mai di dirti grazie a voi e a te mario ,riposa in pace
E grazie per averne riportati tanti a baita.
Mi indicheresti qualche titolo che parla di guerra ovviamente
Adesso sei con i tuoi alpini caro sergente maggiore..
Ti hanno aspettato con il sorriso per averli ricordati nelle tue righe e per averli resi immortali con le tue testimonianze. Riposo ..e in pace ..
Fantasti alpini
Commovente, Rigoni Stern un grande uomo e un grande scrittore
Grazie signor Mario Rigoni Stern, grazie 🇮🇹
Sono un Alpino grande persona Mario ho letto i suoi libri e secondo me a scuola si dovrebbe fare studiare ai bambini quello che è successo, onore a tutti i caduti in terra di Russia in particolare a tutti gli Alpini della Julia e della Tridentina
Poveri Alpini mandati allo sbaraglio contro il generale inverno con scarponi di cartone a 50 gradi sottozero........
Grande Mario , avro' letto Il sergente nella neve almeno 15 volte e l'hanno letto anche i miei figli. Grande nella sua semplicita' , un maestro di vita. Riposa in pace con tutti i tuoi compagni
Mi ricorda l'avventura di mio padre, rientrato per fortuna e caparbietà dopo essere rimasto gravemente ferito in azione all'inizio di dicembre del 1941 dalle parti di Orlovka. Auguriamoci che l'attuale conflitto abbia a cessare al più presto e che quelle popolazioni (e noi pure) ritroviamo la Pace. Grandissimo Mario! Grazie e grazie anche al curatore di questo servizio.
Sono Giuseppe, questa parte di storia dei nostri, per me,,,nonni, mi ha sempre interessato, ho ascoltato tutto il vostro servizio, mi sta scendendo una lacrima, scusatemi non trovo le parole. Che riposino in pace, e portiamo loro rispetto.
per te nonni, per me zii. Uno dei tre, molto probabilmente era da queste parti e condivise la stessa sorte del Sergente, prigionia in Germania. Ma non ne parló mai, tolta una volta che si lasciò sfuggire per pochi minuti qualcosina. Ironia della sorte, mio padre classe 1932, lavorava in un panificio sotto casa. Nella lista dei "dispersi" compare un cognome che corrisponde ai proprietari del panificio. E che sia un figlio degli allora proprietari, cosa sicura. Aggregato ad un " Gruppo Weiss". Il decesso registrato in data Marzo 1943 nel campo di prigionieri di Tambov.
Quelli eroi sono stati i figli più grandi della nostra Patria.
@@sergiomarrocco1926anche mio padre classe 1916 ha condiviso la storia di Mario...dopo la Russia internato in Germania...
Solo a vedere quest'uomo che dopo tanti anni ritorna sui posti di guerra mi fa venire i brividi
Sono Giuseppe Delbo' , mi emoziona tanto sentire questi racconti perche' mio padre e' tra i pochi che sono tornati dal Don. Ne parlava pochissimo forse perché impossibile raccontare quella tragedia umana a chi non l'aveva vissuta.
Già .. fa pensare come sia stato accolto cordialmente. Molti abitanti del posto avranno avuto parenti uccisi dagli invasori, eppure...
I russi non sono ancora vendicativi. Le parti italiane erano diverse, cantavano da qualche parte e da qualche parte si comportavano con calma, da qui l'atteggiamento.
Poveri ragazzi, gran brutto affare la guerra, riposate in pace, in quella pace che qualcuno per sete di potere Vi ha negato perché sono convinto che Voi tutto avreste fatto meno che la guerra.
Onore e gloria eterna a voi ragazzi
Grazie, a nome di una parente di un caduto.
Ho avuto la fortuna di incontrare Mario a Feltre. Insegnavo nel bellunese, quell'anno, e lui era stato invitato a un dibattito sulla scuola. Grande uomo, schivo, di poche ma non vuote parole. Una persona indimenticabile.
Sono stato ad Asiago per trovarlo e scambiare quattro chiacchere a casa sua. Ma non ha voluto ricevermi...
Toccante bellissimo racconto ancorché tragico, sia maledetta l'ideologia vhe ci ha portato a questa tragedia.
Chissà che emozione e che fortuna poter tornare con le proprie gambe sul luogo di una tragedia simile!.....uomini di un altro tempo e un'altra tempre che forse l' Italia non avrà mai più
Quelli erano ragazzi di 20 anni o poco più abituati alla fatica sin da bambini e mangiando pure male. Imparagonabili quegli uomini, soldati di leva, rispetto ai ragazzi d'oggi. Non c'è proprio confronto.
Grazie, Mario , per la tua preziosa testimonianza. Rip
Un grande uomo insieme a grandi uomini
Grazie
Uomini veri ed eroi per necessità.
Onore a Voi.
I suoi racconti della ritirata hanno avuto per me un grande significato in quanto si intrecciano con quel poco che mia nonna mi raccontava della ritirata di mio nonno (le dita dei piedi congelate, i racconti della crudeltà dei tedeschi "alleati" che requisivano i mezzi italiani e tagliavano le mani dei soldati che cercavano di attaccarcisi), il rispetto della popolazione verso i soldati italiani che rispettavano le icone russe, la casualità che decideva chi sarebbe tornato e chi no (dopo una notte passata insieme, bastava prendere a destra o a sinistra).
Molto commovente e significativo con il passare del tempo e la scomparsa dei testimoni.
Anche mio zio fece la ritirata dal Don ,sicuramente passò da Nikolajewnka ,poi al ritorno in Italia dopo l'8 Settembre del 1943 fu preso dai tedeschi e mandato a lavorare in Germania, soltanto nel 1946 riuscì a tornare finalmente a casa.
Che dire, ora, dopo quasi novanta anni la guerra è tornata più o meno dalle stesse parti..il genere umano, purtroppo, dimentica in fretta... grazie Rigoni, riposa finalmente in pace.
..luccicano gli occhi... testimonianza incredibile!
Mario Rigoni stern è Asiago. Se passate per Asiago passate per il cimitero di Asiago e fermatevi a salutarlo nella sua tomba per terra come lui ha voluto.. Una tomba semplice e quasi invisibile... Fermatevi e salutate Mario, il sergente....
Tutto questo orrore grazie a benito nostro, vero e proprio mito . Grazie ancora.
@Mario Rigoni - Bene fa a ricordarci quella tragedia, ricorderò sempre le lacrime di mia nonna nel parlare di un suo fratello che militava nella divisione PASUBIO e che, come migliaia di altri, non è più tornato a casa; diceva, ... " chissà poverino cosa avrà passato di sofferenze " e giù lacrime...
Pochi minuti fa ho finito di leggere il libro. Ho i brividi se penso a COSA sono andati incontro.
stupisce la memoria fotografica e precisa che ha, io faccio fatica a ricordarmi cosà mi è successo l'anno scorso, per lui son passati 45 anni +o-
Quella roba li non te la scordi, puoi starne certo.
Ghe riverem a baita? 4 parole che racchiudono speranza paura futuro amore disperazione .. Riposa in pace Sergente riposa in pace Giuanin
Che povertà che si vede! Quella è stata una guerra trad poveri e difatti tra uguali ci si capisce e si vede dal racconto dove Rigoni conferma che alla notte nelle isbe Russi e Italiani dormivano assieme, c'è da riflettere su questo.
Non credo che i tedeschi in visita da quelle parti sarebbero
accolti come gli Italiani...
@@robertomeneghetti6215 Perche i tedeschi sono andati a fare la guerra, no il sport.
@@chapiit08E meno male che, nonostante il grande impegno nel massacrare,
l'hanno persa!
@@robertomeneghetti6215 L'Europa tutta l'ha persa.
@@chapiit08 Questo secondo te: secondo me e i non nazisti, è
bene che sia andata così😅😂
Onore e rispetto x questo signore
La meglio gioventù...pori fiöi
Sergentmagiu' sei arrivato a baita😢😢 purtroppo, ho paura che le nuove generazioni non capiranno tutto questo..
"Ma quella notte, qui a Nikolayevka, soldati russi e soldati italiani hanno dormito assieme"
Ciao Mario salutami tutti i nostri ragazzi
Mia nonna teneva sul comodino la foto del fratello rimasto in Russia.
Fatelo vedere ai guerrafondai di oggi
"Tridentina, avanti!"
🇮🇹
Onore ai nostri soldati per il dovere pericolosamente compiuto.ps.noi alpini del dopoguerra ormai matusa anche noi cerchiamo di essere degni del cappello alpino che indossiamo.ps.Tonino De Gregorio rep.log.Julia presente.
Grandissimo uomo, militare e scrittore... grande ITALIANO
Proprio stamani leggevo i racconti di mio nonno era lì anche lui
Agghiacciante!❤❤❤
il solo rumore delle "katyusha"basterebbe a fare impazzire molti di quelli ,che non erano altro se non semplici ragazzi ;magari studenti,contadini,gente semplice insomma,non certo avvezza ad un tipo di guerra ormai più che totale ,ideologica e di puro annientamento del nemico ,anche grazie all" alleato"tedesco ,i nostri hanno pagato un prezzo altissimo.
I russi passavano coi cingoli dei carri armati sui feriti,inermi...nessuna pieta'..
E poi ,il gelo,la fame,la sete..
Ma , altissimo propio non direi !
@@larst560 Sì...anche perché da un carro armato non vedi molto fuori, e magari pure perché non ti passa neanche per la mente di rallentare ed esporti ad eventuale controcarro...è la guerra
Se poi pensiamo alla politica di " risparmio munizioni" tipica del R.E., sentire che dall'altra parte ti bombardano senza alcun risparmio con armi mai viste o sentite...
@@danieledaniele2463 ah sì? Lei pensa che 74.800 non sia stato un numero altissimo? Mi auguro lei possa vivere le stesse esperienze dei nostri soldati in russia poi verificheremo nuovamente il suo punto di vista, sempre che lei sopravviva.
Sempre
08:20 per il narratore fuori campo: si dice Cossèria non Cosserìa. Emozionante, non l'avevo mai visto questo filmato del suo 2° ritorno sul Don di Rigoni Stern. E' molto strano che Rigoni Stern non abbia mai voluto andare sui luoghi albanesi dove pure aveva sofferto alla fine del 1940 e 1941 e visto morire altri suoi compagni.
Evidentemente la Campagna di Albania al confronto deve essere stata un campo estivo.
@@sergiomarrocco1926 - sinceramente, a giudicare dal suo libro "Quota Albania", non deve essere stato un campo estivo l'Albania con congelati e morti ammazzati ed inghiottiti dal fango e muli interi sul Valamara e giù nelle valli. Fossi stato in lui, un giretto in Albania l'avrei fatto.
@@jeanjeudi6364 ..a giudicare anche dai racconti di Giulio Bedeschi ,Albania e Grecia furono non meno drammatiche..
Io credo non abbia potuto tornare in Albania. Non ci si poteva entrare fino ad una certa data del secolo scorso.
A parte la pronuncia della Cosseria, i ininfluente, non si dice mai che il nostro Natale è 13 giorni prima di quello russo. Quindi per gli ortodossi il 25 dic. è un giorno qualsiasi. Loro la festa la fanno il 7 gennaio. E non servono le preghiere x fermare le pallottole, ma lo studio dei costumi
Mio nonno tornò dal don in bicicletta con due schegge di bomba in testa che ha portato fino alla morte
Tragedia immane 🙏
Sarei curioso di sapere qualcosa su Antonelli, che nel libro è il più coraggioso di tutti.
Antonelli è tornato a casa, promosso sergente per meriti di guerra e da civile è diventato un meccanico delle Ferrovie dello Stato
@@lavatoconpirlana è vissuto a lungo? Ha scritto o raccontato qualcosa?
@@sal6968 non lo so, so solo quell'informazione da una prefazione di una vecchia edizione del sergente scritta da Rigoni. Tra tante interviste e libri letti, mi pare che Rigoni non l'abbia più rinominato, quindi forse non si sono più incontrati. Tourn dovrebbe essere morto nel 64 di silicosi, faceva il minatore; Baroni, il sergente dei mortai da 81 mm, è andato a lavorare in banca; Cenci e Moscioni sono diventati medici e hanno scritto anche loro sull'esperienza in Russia, Moscioni anche sulla resistenza.
Con Cenci sono rimasti amici, lui è morto pochi anni dopo Rigoni.
Che Antonelli abbia scritto qualcosa penso sia improbabile, a questo punto si saprebbe, e poi solitamente erano gli ufficiali, che avevano studiato, a scrivere, Rigoni era un eccezione perché aveva letto tanto da bambino ed era appassionato di letteratura.
@@lavatoconpirlana grazie mille per la risposta cortese.
@@sal6968 di nulla!
Testimonianza pazzesca
E tante grazie a Benito..
Tanto che gliene fregava, lui se ne stava comodo a casa a fottersi la Claretta...
Purtroppo smbra che questa storia non insegni nulla.
Quanto dolore si percepisce nei suoi racconti...come può il popolo farsi mandare al macello senza ribellarsi ai padroni?????????
"Ribellarsi ai padroni"? PUHAHAHAHAHAHAHA!!! Pura fantascienza... Sopratutto in un paese di pecoroni ignoranti come il nostro.
Ma è Saruman?
Julia!
Ma come è possibile che russi e italiani dormissero assieme se si sparavano contro? Qualcuno mi sa dire cosa intendeva Mario?
probabilmente per tacito accordo almeno la notte non si sparavano addosso. tanto si era capito che ormai gli italiani erano spacciati
Dormire all'aperto era una condanna a morte sicura, non arrivavi neanche a mezzanotte. Quindi, piuttosto che spararsi addosso nel buio più totale e perdere preziose ore di sonno, era meglio stabilire una tregua temporanea e condividere i pochi alloggi al chiuso per sopravvivere al gelo.
Sergente, arriveren a Baita
Poveri ragazzi.
Racconti molto esatti. Peccato che confonde continuamente russi con sovietici.
mio zio era con lui sono gli americani che lo hanno liberato con il suo vicino nei campi tedeshi
I russi arrivarono x primi
Mio zio nel lager tedesco fu liberato dai russi. Anche lui fece la campagna di Russia e poi inviato nel campo di concentramento dopo 8 settembre 1943. Maledetti fascisti e nazisti.
Credo che dipenda dal campo: i primi vennero sì liberati dai russi, ma soprattutto quelli a Est e Sud Est. Quelli a Sud, ad esempio in Austria o in Germania Ovest, vennero liberati dagli americani.
Fatelo vedere a chi invia le armi in Ucraina
Racconti da brividi.....i giovani di oggi monopattino elettrico......
Vai a combattere per l'ucraina
@@ems7993 io combatto solo per l'Italia 🇮🇹🤚
@@ems7993 🤡🤡🤡
@@ems7993 'Cazzo c'entra l'Ucraina?
Grazie sergente maggiore!
EROI PER SEMPRE 🇮🇹