Marco ... Questo tuo video è la cosa più preziosa, affascinante, chiara, esaltante che ci sia stata qui sul tuo canale ( che pure è perfetto !! ) e in generale su booktube. Complimenti e Grazie infinite !! 🙏🙏🙏❤
Innanzitutto complimenti e grazie. In apertura hai parlato di Tarantino . Sono d’accordissimo. Tanto che colgo l’occasione per uscire dalla “tua” letteratura, per entrare nei miei campi. Chi non apprezza Tarantino per la sua capacità di stravolgere il linguaggio moderno non l’ha capito. Sul suo solco, grandissimo e forse ancora sottovalutato, ho sempre abbinato la definizione di postmoderno al concetto di collage, cioè all’arte di abbinare pezzi l’uno sull’altro, all’accostare pezzi di discorso senza sovrapporli, senza sfumare, in stile “costume di Arlecchino”. Mi spiego. Facendo un paragone pittorico, il postmodernismo tende a esprimersi secondo un metodo “paratattico”, quello che veniva usato nella pittura quattrocentesca, cioè abbinamento di blocchi, senza l’uso di sfumature, blocchi magari tagliati con l’accetta. Penso al cinema di Kitano, e alle sue sequenze che infatti sono come blocchi squadrati ,come macigni che non si parlano fra loro. Il modernismo invece era diverso , mischiava tutto, c’era un autore che parlava e che doveva essere coerente e a cui si chiedevano cose, dal quale si pretendevano cose. Si pensi alla pittura di Munch, autore espressionista per eccellenza e quindi “moderno”, che si contrappone a un Picasso che invece non parlava mai di se’, rimaneva nascosto dietro ai quadri e lavorava sulla forma, da grande postmoderno. Se fosse lui l’inventore del postmoderno? Se fosse il cubismo, o meglio il passaggio dal periodo rosa al cubismo, il vero attimo da cui è nato tutto? Tarantino sarà mica un regista cubista?
Be', ma non è che il postmodernismo è "la corrente che viene DOPO il modernismo", ma la corrente che "supera alcuni elementi del modernismo". Quel 'post' non ha una valenza cronologica, ma stilistica. Un po' come dire "il neo-Classicismo è la corrente artistica che è venuta dopo il barocco": sì, è vero che il neo-classicismo è venuto dopo, ma non è una questione di 'prima o dopo'. Inoltre, il modernismo stesso aveva già fatto saltare numerosissimi schemi narrativi ed era tutto tranne che 'completista' nella narrazione: basti pensare che grandi autori modernisti sono James Joyce, Virginia Woolf, Henry Miller...
Ho amato Rumore Bianco, e Mattatoio n. 5, grandi emozioni. Per L'arcobaleno della gravità, mi sono sentita ubriaca dall'inizio alla fine e, ad oggi, non riesco a ricordare se ci fosse una trama. Non ho osato riaprirlo...
Grazie, se non avessi ascoltato te sarei ancora a caccia di pipponi indigeribili per capire cos'è il postmodernismo e perché ultimamente c'erano libri che mi facevano sentire un'analfabeta di ritorno. Sei stato chiarissimo. Ora probabilmente continuerò a non leggere i libri che hai citato e dei quali avevo sentito tanto parlare (e che non mi attiravano affatto), ma almeno saprò perché. Oppure chissà, forse potrei provarci con la consapevolezza di quello che mi aspetta, ma la vedo dura. Devo ancora leggere la parte finale di "Città della pianura" di Cormack McCarthy, non è che anche lì c'è un pizzico di postmodernismo?🙄 In ogni caso ti seguo, grazie, sei bravissimo.
Per quanto le etichette, anche nell'arte, siano tendenzialmente delle forzate convenzioni commerciali, una doverosa precisazione: la "beat generation" è roba escogitata negli anni '50, formalmente come reazione alla seconda guerra mondiale, mentre gli hippie dilagano nei tardi '60, formalmente come reazione alla guerra del Vietnam (la cosiddetta "summer of love", ricordata anche da Tarantino in Once upon a time in Hollywood, è del '69). Dico formalmente perché la reazione dei beat come degli hippie alle brutture della modernità è un pretesto per rinchiudersi in un'autoreferenzialità narcisistica e decadente: reazione reazionaria, in definitiva.
avevo seguito la diretta in differita, ora che l'hai caricata su UA-cam posso farti una domanda. Tu dici che Ellis usa le marche per caratterizzare i suoi personaggi. Es. John indossava le all star - le all star erano indossate dai rivoluzionari (sparato a caso) - Jhon era rivoluzionario. Ma se un lettore non sa molto di quella realtà americana pop anni 80, non rischia di sentirsi estraneo? Non si rischia di leggere solo nomi di marche che magari dicono poco?
Assolutamente sì. Ma è esattamente questo ciò che distingue la fiction dalla saggistica, la prima racconta la seconda spiega. In un’opera artistica, sia questa pittorica, cinematografica, musicale o letteraria, viene sempre richiesto un grado di inferenza. In questo caso l’inferenza narrativa presuppone delle preconoscenze. Se non si conoscono tutti i riferimenti si comprenderà la storia, ma non tutti i dettagli. La stessa cosa avviene ammirando un quadro di arte contemporanea al MoMa o al Pompidou, se non si hanno delle preconoscenze e riferimenti non vengono colti. Spesso invece nella narrativa il lettore esige che il narratore gli spieghi tutto. La cosa bella però è che indirettamente leggendo queste opere il lettore può fare il lavoro inverso. Collegare quel marchio, per esempio, alla psicologia del personaggio che la indossa e a ritroso scoprire che la scelta del marchio non era casuale.
Eh avendo già fatto quella sulla letteratura americana contemporanea e leggendo io moltissimi postmoderni già normalmente ci sarebbero molte ripetizioni.
Anthony Burgess: Arancia Meccanica - che poi non si può leggere in italiano perchè si è inventato un gergo mischiando l'inglese con il russo. Si riesce a decodificare anche essendo intermedio nella lingua inglese.
Ciao, Marco 😊 Bellissima live, complimenti! Io sto finendo di leggere Dio di illusioni e lo sto amando tantissimo e avendo capito che la Tartt ti piace molto non posso fare a meno di chiederti una monografia su di lei... Che ne dici? 😉
i dont mean to be so off topic but does someone know a tool to log back into an Instagram account? I was dumb forgot my password. I appreciate any tricks you can give me!
Anche io sto seguendo in differita, come collocheresti la corrente letteraria dei "cannibali" negli anni 80 di cui facevano parte Tiziano Scarpa, la Santacroce, Aldo Nove e Ammaniti?
Eh bella domanda. Direi che sicuramente sono stati fortemente influenzati dal minimalismo di Ellis. Avevano una predilezione per il pulp e per il grottesco. Però difficilmente li definirei postmoderni.
Ciao Marco, gran bella live! Stavo riguardando un po’ di cose online e mi son ricordata di due video di The_Bookchemist in cui parla del post modernismo e del post post modernismo. Alcuni dei titoli che hai citato te nella live li mette in quest’ultima corrente che a quanto ho capito ha definizioni e confini molto fumosi. Adesso sono ancora un po’ più confusa. Ha lasciato anche sei link nel box ad articoli che ancora non ho letto.
Marco ... Questo tuo video è la cosa più preziosa, affascinante, chiara, esaltante che ci sia stata qui sul tuo canale ( che pure è perfetto !! ) e in generale su booktube. Complimenti e Grazie infinite !! 🙏🙏🙏❤
Grazie mille, veramente 🙏🏻
Innanzitutto complimenti e grazie. In apertura hai parlato di Tarantino . Sono d’accordissimo. Tanto che colgo l’occasione per uscire dalla “tua” letteratura, per entrare nei miei campi. Chi non apprezza Tarantino per la sua capacità di stravolgere il linguaggio moderno non l’ha capito. Sul suo solco, grandissimo e forse ancora sottovalutato, ho sempre abbinato la definizione di postmoderno al concetto di collage, cioè all’arte di abbinare pezzi l’uno sull’altro, all’accostare pezzi di discorso senza sovrapporli, senza sfumare, in stile “costume di Arlecchino”. Mi spiego. Facendo un paragone pittorico, il postmodernismo tende a esprimersi secondo un metodo “paratattico”, quello che veniva usato nella pittura quattrocentesca, cioè abbinamento di blocchi, senza l’uso di sfumature, blocchi magari tagliati con l’accetta. Penso al cinema di Kitano, e alle sue sequenze che infatti sono come blocchi squadrati ,come macigni che non si parlano fra loro.
Il modernismo invece era diverso , mischiava tutto, c’era un autore che parlava e che doveva essere coerente e a cui si chiedevano cose, dal quale si pretendevano cose. Si pensi alla pittura di Munch, autore espressionista per eccellenza e quindi “moderno”, che si contrappone a un Picasso che invece non parlava mai di se’, rimaneva nascosto dietro ai quadri e lavorava sulla forma, da grande postmoderno. Se fosse lui l’inventore del postmoderno? Se fosse il cubismo, o meglio il passaggio dal periodo rosa al cubismo, il vero attimo da cui è nato tutto? Tarantino sarà mica un regista cubista?
Non in diretta, ma notti insonni ad ascoltarti.
Be', ma non è che il postmodernismo è "la corrente che viene DOPO il modernismo", ma la corrente che "supera alcuni elementi del modernismo". Quel 'post' non ha una valenza cronologica, ma stilistica. Un po' come dire "il neo-Classicismo è la corrente artistica che è venuta dopo il barocco": sì, è vero che il neo-classicismo è venuto dopo, ma non è una questione di 'prima o dopo'. Inoltre, il modernismo stesso aveva già fatto saltare numerosissimi schemi narrativi ed era tutto tranne che 'completista' nella narrazione: basti pensare che grandi autori modernisti sono James Joyce, Virginia Woolf, Henry Miller...
Questa live è una vera perla
Ho amato Rumore Bianco, e Mattatoio n. 5, grandi emozioni. Per L'arcobaleno della gravità, mi sono sentita ubriaca dall'inizio alla fine e, ad oggi, non riesco a ricordare se ci fosse una trama. Non ho osato riaprirlo...
Complimenti! Video interessantissimo:)
Grazie, se non avessi ascoltato te sarei ancora a caccia di pipponi indigeribili per capire cos'è il postmodernismo e perché ultimamente c'erano libri che mi facevano sentire un'analfabeta di ritorno. Sei stato chiarissimo. Ora probabilmente continuerò a non leggere i libri che hai citato e dei quali avevo sentito tanto parlare (e che non mi attiravano affatto), ma almeno saprò perché. Oppure chissà, forse potrei provarci con la consapevolezza di quello che mi aspetta, ma la vedo dura. Devo ancora leggere la parte finale di "Città della pianura" di Cormack McCarthy, non è che anche lì c'è un pizzico di postmodernismo?🙄
In ogni caso ti seguo, grazie, sei bravissimo.
Ora mi metto a letto e mi ascolto questa live che dalle premesse mi sembra iperuranica.
Per quanto le etichette, anche nell'arte, siano tendenzialmente delle forzate convenzioni commerciali, una doverosa precisazione: la "beat generation" è roba escogitata negli anni '50, formalmente come reazione alla seconda guerra mondiale, mentre gli hippie dilagano nei tardi '60, formalmente come reazione alla guerra del Vietnam (la cosiddetta "summer of love", ricordata anche da Tarantino in Once upon a time in Hollywood, è del '69). Dico formalmente perché la reazione dei beat come degli hippie alle brutture della modernità è un pretesto per rinchiudersi in un'autoreferenzialità narcisistica e decadente: reazione reazionaria, in definitiva.
avevo seguito la diretta in differita, ora che l'hai caricata su UA-cam posso farti una domanda. Tu dici che Ellis usa le marche per caratterizzare i suoi personaggi. Es. John indossava le all star - le all star erano indossate dai rivoluzionari (sparato a caso) - Jhon era rivoluzionario. Ma se un lettore non sa molto di quella realtà americana pop anni 80, non rischia di sentirsi estraneo? Non si rischia di leggere solo nomi di marche che magari dicono poco?
Assolutamente sì. Ma è esattamente questo ciò che distingue la fiction dalla saggistica, la prima racconta la seconda spiega. In un’opera artistica, sia questa pittorica, cinematografica, musicale o letteraria, viene sempre richiesto un grado di inferenza. In questo caso l’inferenza narrativa presuppone delle preconoscenze. Se non si conoscono tutti i riferimenti si comprenderà la storia, ma non tutti i dettagli. La stessa cosa avviene ammirando un quadro di arte contemporanea al MoMa o al Pompidou, se non si hanno delle preconoscenze e riferimenti non vengono colti. Spesso invece nella narrativa il lettore esige che il narratore gli spieghi tutto. La cosa bella però è che indirettamente leggendo queste opere il lettore può fare il lavoro inverso. Collegare quel marchio, per esempio, alla psicologia del personaggio che la indossa e a ritroso scoprire che la scelta del marchio non era casuale.
Ma una bella live tier list sul post modernismo americano ;)
Eh avendo già fatto quella sulla letteratura americana contemporanea e leggendo io moltissimi postmoderni già normalmente ci sarebbero molte ripetizioni.
Anthony Burgess: Arancia Meccanica - che poi non si può leggere in italiano perchè si è inventato un gergo mischiando l'inglese con il russo. Si riesce a decodificare anche essendo intermedio nella lingua inglese.
Ciao, Marco 😊 Bellissima live, complimenti! Io sto finendo di leggere Dio di illusioni e lo sto amando tantissimo e avendo capito che la Tartt ti piace molto non posso fare a meno di chiederti una monografia su di lei... Che ne dici? 😉
i dont mean to be so off topic but does someone know a tool to log back into an Instagram account?
I was dumb forgot my password. I appreciate any tricks you can give me!
@Kamden Stanley Instablaster =)
Anche io sto seguendo in differita, come collocheresti la corrente letteraria dei "cannibali"
negli anni 80 di cui facevano parte Tiziano Scarpa, la Santacroce, Aldo Nove e Ammaniti?
Eh bella domanda. Direi che sicuramente sono stati fortemente influenzati dal minimalismo di Ellis. Avevano una predilezione per il pulp e per il grottesco. Però difficilmente li definirei postmoderni.
Ciao Marco, gran bella live! Stavo riguardando un po’ di cose online e mi son ricordata di due video di The_Bookchemist in cui parla del post modernismo e del post post modernismo. Alcuni dei titoli che hai citato te nella live li mette in quest’ultima corrente che a quanto ho capito ha definizioni e confini molto fumosi. Adesso sono ancora un po’ più confusa. Ha lasciato anche sei link nel box ad articoli che ancora non ho letto.
Ah ottimo, andrò a vedere. Grazie della segnalazione.
Tra tutti i libri di Franzen la ventisettesima città è quello che mi è piaciuto di meno