Carissimo Ermanno, cantavo anch'io così questa strofa: Ciuri di ruvittaru e spini santi... s'iddha passannu cantati mi senti... non cantu non p'amuri non p'amanti: perchí mancu mi passi pi la menti!... Mi sono in realtà accorto che Otello canta: s'iddhu passannu cantati mi senti... quindi credo che il protagonista si riferisca al nuovo lui della sua ex-fidanzata a cui rivolge il canto. Non ci avevo mai fatto caso, ma ciò rende, secondo me, ancora più poetico e profondo il testo. Come non vedere un richiamo al classico della canzone napoletana "Voce 'e notte" di Nicolardi-De Curtis, Si 'sta voce, che chiagne 'int' 'a nuttata Te sceta 'o sposo, nun avé paura Vide ch'è senza nomme 'a serenata Dille ca dorme e che se rassicura dove il protagonista suggerisce all'amata che ascolta la serenata cosa raccontare a suo marito accanto a lei. Cambia comunque il contesto: in 'voce 'e notte' si percepisce una partecipazione affettiva da parte dell'amata, nel caso di 'ciuri ciuri' sembra (sembra) che l'amata sia completamente distaccata dal vecchio amore. Grazie mille di queste pubblicazioni, ci fanno sentire ancora Otello vicino.
Grazie per questa precisazione! Ho controllato e corretto il testo della canzone nella descrizione. Ringrazio per l'attenzione, per le citazioni e riferimenti alla canzone napoletana. Del resto le canzoni popolari riecheggiano in tutte le regioni d'italia, simili, ma con sfumature diverse: il popolo si é sempre appropriato delle canzoni riinterpretandole ed usandole secondo la propria sensibilitá, contesto ed esigenze. Perché, come diceva Troisi nel film "Il postino": la poesia non é di chi la scrive, ma di chi gli serve!
Grazie a lei. Sono pienamente d'accordo: la poesia è patrimonio di tutti e può e deve essere derubata, e di contro la creazione deve sempre tenere conto di chi ci ha preceduto, soprattutto se si parla di folklore tradizionale.
GRANDE TRA I GRANDI
Carissimo Ermanno, cantavo anch'io così questa strofa:
Ciuri di ruvittaru e spini santi...
s'iddha passannu cantati mi senti...
non cantu non p'amuri non p'amanti:
perchí mancu mi passi pi la menti!...
Mi sono in realtà accorto che Otello canta:
s'iddhu passannu cantati mi senti...
quindi credo che il protagonista si riferisca al nuovo lui della sua ex-fidanzata a cui rivolge il canto. Non ci avevo mai fatto caso, ma ciò rende, secondo me, ancora più poetico e profondo il testo. Come non vedere un richiamo al classico della canzone napoletana "Voce 'e notte" di Nicolardi-De Curtis,
Si 'sta voce, che chiagne 'int' 'a nuttata
Te sceta 'o sposo, nun avé paura
Vide ch'è senza nomme 'a serenata
Dille ca dorme e che se rassicura
dove il protagonista suggerisce all'amata che ascolta la serenata cosa raccontare a suo marito accanto a lei. Cambia comunque il contesto: in 'voce 'e notte' si percepisce una partecipazione affettiva da parte dell'amata, nel caso di 'ciuri ciuri' sembra (sembra) che l'amata sia completamente distaccata dal vecchio amore.
Grazie mille di queste pubblicazioni, ci fanno sentire ancora Otello vicino.
Grazie....conoscevo solo il ritornello
Grazie per questa precisazione! Ho controllato e corretto il testo della canzone nella descrizione.
Ringrazio per l'attenzione, per le citazioni e riferimenti alla canzone napoletana.
Del resto le canzoni popolari riecheggiano in tutte le regioni d'italia, simili, ma con sfumature diverse: il popolo si é sempre appropriato delle canzoni riinterpretandole ed usandole secondo la propria sensibilitá, contesto ed esigenze. Perché, come diceva Troisi nel film "Il postino": la poesia non é di chi la scrive, ma di chi gli serve!
Grazie a lei. Sono pienamente d'accordo: la poesia è patrimonio di tutti e può e deve essere derubata, e di contro la creazione deve sempre tenere conto di chi ci ha preceduto, soprattutto se si parla di folklore tradizionale.