Economia in 5 minuti - I tassi di interesse e le colpe dei banchieri

Nell’ultima puntata di Economia in 5 minuti, Isotta Valpreda e Giampaolo Galli discutono del ruolo dell’inflazione nella definizione dei tassi di interesse.
La puntata è stata registrata il 29 settembre 2023.
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[@enricaprincipienricaprinci6387]

L’argomento interessa i tassi di interesse che sono aumentati e ci si chiede chiarezza.
Conviene scegliere un mutuo a tasso fisso o a tasso variabile.
Il tasso nominale non tiene conto del tasso di inflazione, anzi lo sottrae.
E l’inflazione ha un tasso più alto rispetto a quello reale praticato dalla BCE e dal sistema bancario.
Nel contesto in discorso l’inflazione alleggerisce il peso dei debiti.
Ne traggono beneficio lo Stato, i mutuatari e chi si trova in una posizione debitoria.
Una famiglia che non ha interessi speculatori deve preferire il tasso fisso.
Spero di essere stata chiara nell’interpretare quanto compreso.
Grazie come sempre.

[@asgardro4434]

Si potrebbe spiegare di più in maniera pratica perché in presenza di inflazione su un prestito perché il debitore ci guadagna e il creditore ci rimette, magari con un esempio pratico? Grazie e ottimo lavoro come sempre.

[@LucaG123]

Perchè in presenza di inflazione (ma anche in generale) un euro oggi vale più di un euro domani in termine di potere d’acquisto. Se oggi il pane costa 1 e domani costa 1.5, significa che ciò che compro oggi con un euro è meno di ciò che comprerò domani con lo stesso euro. Una volta capito questo è intuitivo il motivo per cui se tu mi presti 100 oggi e domani ti do indietro 100, i 100 che ti ho dato io valgono meno dei 100 che mi hai prestato

[@asgardro4434]

@@LucaG123 Ciao grazie per la risposta. Che il creditore ci perdi lo capisco, cioè per esempio: se il creditore presta 100 per avere 105, e l'inflazione aumenta del 5%, ci compra la stessa quantità di beni con quei 105 di prima che li ho prestati.
Perché però il debitore "ci guadagna"?

[@LucaG123]

@@asgardro4434 Però nel tuo esempio restituisco 100+5 quindi con 5% di interesse che essendo uguale all’inflazione porta a 0% il tasso reale, in quel caso non ci guadagna nè perde nessuno. Ma fuori da questo esempio, il debitore in generale ci guadagna perchè con i 100 del prestito ha comprato per esempio 100kg di pane, che restituiti a un tasso di interesse nominale inferiore all’inflazione (restituisce ad esempio 103 ma 100kg di pane al momento della restituzione costano 105) lo portano a restituire una cifra con potere d’acquisto inferiore al potere d’acquisto della somma ricevuta (nell’esempio tra parentesi ha beneficiato di 105-103=2 euro di potere d’acquisto non restituiti al creditore grazie all’inflazione)

[@federicoriera3149]

Immagina, riprendendo l'esempio, che un debitore ottenga 100 oggi e debba rimborsare 105 domani.
È possibile che il valore reale di quei 105 venga eroso da un'alta inflazione e corrisponda ad un valore inferiore in termini di beni rispetto al valore di 100 in termini reali al momento della stipula del contratto.
Allora il debitore avrà preso a prestito 100 che ,ipotizziamo, gli permettevano di acquistare 5 unità del bene x e oggi restuisce al creditore i 105€ che però permettono di acquistare meno di 5 unità del bene x ( ipotizziamo 4).
Allora è come se il debitore avesse ottenuto 5 unità del bene e poi ne abbia restituite 4. Guadagno reale = 1
È possibile anche che l'inflazione non sia sufficiente a fare scendere il valore reale dei 105 oggi sotto il valore reale del 100 ieri ma comunque si avrà un guadagno in termini di "minore perdita"

[@asgardro4434]

@@federicoriera3149 Chiarissimo, grazie!!!

[@fabiomaggioni9761]

Conviene così tanto comprare casa oggi che nessuno ne compra più una. Mentre le banche fanno profitti d'oro.