Il Memoriale Enrico Mattei a Bascapè (PV)

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  • Опубліковано 18 вер 2024
  • Nell'ottobre del 1962, poco prima di atterrare a Milano, esplode in aria e poi precipita l'aereo che trasporta il presidente dell'Eni Enrico Mattei.
    Nell'incidente, insieme a lui, muoiono anche il pilota e un giornalista.
    Si tratta di uno dei grandi misteri della storia recente del nostro paese e di una tragedia che è stata raccontata in maniera magistrale da Francesco Rosi nel film “Il caso Mattei”.
    Ci troviamo sul luogo dell'accaduto dove, a pochi mesi dall'incidente, la Snam dà incarico al più grande architetto paesaggista italiano dell'epoca, Pietro Porcinai, di realizzare un memoriale in onore delle vittime.
    Porcinai si trova di fronte ad un’area acquitrinosa attraversata da una roggia, ovvero da un canale d'acqua, e quindi prima di tutto deve deviare il corso del canale e bonificare il terreno.
    Va quindi a tracciare un’area rettangolare che delimita con delle siepi di tasso, e all'interno di quest'area crea un terrapieno su cui porrà a dimora dei cipressi calvi, dei Taxodium distichum.
    Si tratta di elementi vegetali che vanno a costituire una sorta di colonnato vegetale e quindi un tempio dedicato alla memoria, alla preghiera e al raccoglimento.
    All'interno di questo terrapieno, in posizione quindi ribassata, Porcinai traccia dei sentieri rettilinei in acciottolato che conducono al luogo dove è posta la lapide commemorativa.
    Si tratta di un recinto sacro, delimitato da parallelepipedi di pietra, in cui oltre alla lapide trovano posto tre grandi querce a simboleggiare le vittime dell'incidente.
    Porcinai, da par suo, interpreta al meglio lo spirito del luogo, del contesto.
    Infatti, l'uso di elementi come il filare di piante, il sentiero in acciottolato, il canale d'acqua è tipico del luogo in cui ci troviamo, della campagna padana.
    Nonostante questo, Porcinai crea un luogo dallo spirito unico, un luogo che emoziona e che per questo si discosta dal resto della campagna che lo circonda.
    Anche nella scelta degli elementi vegetali, Porcinai dimostra tutta la sua maestria: piante come il Taxodium distichum o la Quercus coccinea, infatti, sono perfettamente adatte al luogo dato la loro tolleranza per terreni pesanti e umidi.
    Si tratta però anche di elementi altamente simbolici, dal momento che in autunno, ovvero nel periodo in cui è accaduta la tragedia, assumono una colorazione tanto bella quanto dolente e malinconica.
    Purtroppo, il memoriale versa in condizioni non ottimali, non è ben curato e questo è un peccato perché luogo così importante, un luogo che ricorda un avvenimento così importante per la nostra storia, e che tra l'altro è l'opera del più grande architetto paesaggista italiano del ventesimo secolo, meriterebbe sicuramente più attenzione, più cura, anche di essere più conosciuto.
    In poche parole, dovrebbe essere oggetto di maggiore amore da parte di chi, come noi, non deve dimenticare la propria storia.

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