Ciao, Valentina, grazie del termine “coppino”; lo userò senz’altro. L’unico dubbio è che indichi la parte posteriore del collo in genere. Se non applicassimo il metodo dei ferri accorciati o giapponese, verrebbe basso, ma rimarrebbe pur sempre coppino (?), mentre qui il punto è che il dietro deve essere più alto del davanti anche in un paricollo, e che bisogna creare questa differenza. Ecco perché quando ho sentito “alzata del collo” e “collo anatomico” li ho percepiti come validi. “Alzata” ha tante accezioni, e se può riferirsi a mani, scalini, parti meccaniche, mobili o vasellame, perché non al collo? “Collo anatomico” come parte non del corpo, ma della maglia (cfr. “gamba dei pantaloni”) che si adatta all’anatomia umana… Il metodo giapponese/asiatico/orientale l’ho imparato tramite le signore dell’ex URSS che l’hanno sperimentato ormai su migliaia di maglie fatte sia per sé che su ordinazione. L’altezza aggiunta viene incorporata nella manica (non sotto l’ascella: contano come parte del sottomanica gli aumenti nel caso del trapezio, ma spesso si fa a rettangolo), come se allungasse lo scalfo, e spinge su il coppino. Io ed altre persone abbiamo verificato più di una volta che veste bene. Dato che i link vengono bloccati in attesa di revisione, ti mando riferimenti ad un libro e una rivista in un commento a parte.
Ciao Assiolo, cerco di rispondere brevemente punto per punto: certo che la parte posteriore del collo deve venire più alta, altrimenti non calza bene. In un maglione lavorato con punti pizzo o trecce abbiamo diverse soluzioni. Possiamo inserire i ferri accorciati all'interno di tale lavorazione (o nel caso fosse troppo complicato possiamo inserire una zona di transizione nella quale inserirli) o possiamo anche decidere di lavorare bottom up e non top down, perchè nessuno ci obbliga a farlo :D inoltre il metodo del trapezio (o rettangolo a dirsi voglia) crea un dislivello davvero troppo basso e insufficiente affinché vesta bene. Che sia inserito nella manica e non nel fianco, inoltre, secondo il mio modesto parere non cambia: sempre antiestetico è. Si va sempre di più verso una personalizzazione che preveda l'inserimento di DUE sezioni di ferri accorciati, uno subito vicino al bordo del collo e uno subito prima della divisione delle maniche dal corpo (o viceversa se lavoriamo bottonieri up, naturalmente). Inoltre tale dislivello è tanto più grande, tanto la taglia è più abbondante. In aggiunta, come dicevo, ho acquistato anche di recente diversi pattern di designer giapponesi e in nessuno si fa cenno a questa lavorazione. Purtroppo non vedo nessun commento a parte con i riferimenti di cui mi scrivi. Passiamo ora al termine "alzata". Sono piuttosto puntigliosa sui termini, mi perdonerai ma ho fatto il Classico e per me le parole sono davvero importanti in tutte le loo accezioni. Dal Treccani: alzata s. f. [der. di alzare]. - 1. L’alzare o l’alzarsi: a. di un muro, di un edificio; a. di scudi, più com. levata; a. di spalle, come gesto di noncuranza o disprezzo; a. di testa, puntiglio, capriccio; a. d’ingegno, trovata ingegnosa (per lo più iron.); votazione per a. di mano, per a. e seduta, in cui si approva alzando la mano, e rispettivam. alzandosi in piedi. (non mi pare che nessuno di questi possa essere riferito ad una parte di maglione.) Nel linguaggio venatorio, sinon. di levata, cioè il levarsi in volo di uccelli, spontaneo o provocato: sparare all’alzata. (non siao a caccia, ma lavoriamo un maglione) Con accezioni speciali nel linguaggio sport.: nella pallacanestro, il lancio della palla in aria da parte dell’arbitro, entro il cerchio centrale del campo, per dare inizio al gioco; nella pallavolo, passaggio alto della palla a un compagno perché possa effettuare una efficace azione d’attacco; nella pesistica, sollevamento in alto da terra del manubrio o della sbarra con completa distensione delle braccia. (anche qui non stiamo lanciando a canestro palloni, siamo spaparanzate sul divano) 2. Nell’arredamento: a. Soprammobile o vassoio a più ripiani per frutta o altro. b. A. di un mobile, parte di esso appoggiata alla parete, mensoletta e sim.: la scrivania in fondo, con sull’a. un crocifisso più piccolo, eretto sopra un calvario di libri e di carte (Palazzeschi). (come dico nel video, a casa ho delle alzate stupende per mettere la frutta) 3. Nelle costruzioni edilizie: a. La facciata verticale dello scalino (detta anche frontalino), e la misura della sua altezza. b. non com. Alzato, come sinon. di prospetto. (non stiamo parlando di architettura. Certamente costruiamo, ma in altro senso) 4. In tipografia, interlinea di 3 o 4 punti, ritagliata secondo la forza di corpo dei caratteri, che si usava sottoporre alle righe da stampare in diverso colore (solo per piccole tirature) perché fossero le sole a prendere l’inchiostro, evitando la doppia composizione. 5. In meccanica, a. di una valvola, massimo scostamento di una valvola dalla sua sede, misurato secondo l’asse di questa, nell’apertura di una luce. (non siamo meccanici) 6. Nel linguaggio banc., a. di cassa, verifica giornaliera di cassa, eseguita in banca dal cassiere principale e da un funzionario a ciò designato. (non siamo nemmeno bancari, magari!) Detto tutto questo, e mi scuso della mia prolissità, le parole hanno un loro significato. non è che se ci piace il suono di una o crediamo che possa andare bene, vada bene per forza perchè lo diciamo noi: il linguaggio ha una sorta di codice di significati che dobbiamo per forza rispettare. Inoltre, e finisco, se "gamba dei pantaloni" è complemento di specificazione come "manica della giacca", "collo anatomico" sarebbe come dire "nuvola nuvolosa", una ridondanza di significato che nulla aggiunge. la nuvola è già nuvolosa e il collo è già una parte anatomica, non occorre specificarlo. Sperando di non essere stata troppo noiosa, ti saluto e ti ringrazio dell'intervento che serve alla Family per capire di più riguardo a questo argomento!
Evvai, anch’io sono puntigliosa e amo il Treccani! Solo che non riporta tutti i termini tecnici, neanche il coppino. L’alzata può rientrare in 1. L’alzare. Qualcosa che alza il dietro. Quanto al collo/gamba/manica, il complemento (“dei pantaloni”, “della maglia”) può essere omesso (“la gamba va accorciata”); il punto è il termine principale. “Manica” si riferisce alla parte dell’indumento già come significato letterale, “collo” e “gamba” alla lettera indicano le parti del corpo e nel senso traslato quelle degli indumenti. In quest’ultimo senso il collo anatomico risulta analogo alla soletta anatomica. È chiaro che “collo anatomico” nel senso “parte del corpo” è come “albero vegetale”, ma è altrettanto chiaro che qui si tratta del collo della maglia, non facciamoci fuorviare dalla catacresi. Tutti i giorni sentiamo parole inventate o adottate senza necessità: “disdettare” mentre ci sono già “disdire” e “dare disdetta”, “luce soft” invece di “luce soffusa”. Proprio in questi giorni da un’agenzia di viaggi mi è arrivato “La notizieremo in merito”. Non conoscono “informare”, “aggiornare”, “dare notizie”, o anche un semplice ed umano “far sapere”? Ci sono tanti motivi per scandalizzarsi. Ma non mi scandalizzo se qualcuno conia e qualcun altro usa un termine perfettamente logico laddove un termine consolidato non c’è, o non si conosce, o non esprime appieno il concetto. Se poi qualcuno come te dice: “Ma guardate che esiste, e proprio nel senso che ci interessa, non c’è bisogno di altro”, l’alzata di mano da parte mia arriva all’istante :-) Mi confermi dunque che “coppino” può essere usato non solo nel senso generico “parte posteriore del collo”, ma anche per definire la differenza in altezza tra il davanti e il dietro, quale che sia il modo di crearla? Che testo mi consigli sul coppino? Tornando agli espedienti che migliorano la vestibilità, sono contenta di avere una conferma di quello che a volte faccio già, e cioè lavorare sia un po’ di ferri accorciati in alto che alcuni ferri accorciati o il coppino giapponese prima della divisione delle maniche dal corpo. I ferri accorciati in basso si avvicinano molto al metodo giapponese, soprattutto al trapezio: si forma sempre un’aggiunta che entra a far parte delle maniche. Il dislivello può essere alto quanto serve. Anche se, come già detto, se il fisico richiede il coppino molto alto, opto per una soluzione combinata; preferisco la gradualità in tutto. Che è bello e comodo lo dico non perché me lo immagino, ma perché l’ho sperimentato sulle mie maglie e ho visto quelle degli altri. Se una parte del mondo adotta questo metodo, una ragione ci sarà. I commento con i link prova a cercarlo da UA-cam studio > Commenti > scheda In attesa di revisione O fa’ la ricerca "Японские свитеры, пуловеры и кардиганы без швов" e scegli il sito chitai-gorod, dove puoi cliccare sulla foto e sfogliare; la 2-a e la 3-a mostrano il coppino. Il link alla rivista te lo scompongo così: acca ti ti pi esse due punti slash slash disk punto yandex punto ru slash a slash mqYaJ2sT3YgoEY/5b3a6fc46fcc2a8fd9be28de
@@Assiolomaglia In effetti il termine "coppino" se vogliamo è il termine più corretto, indicando la nuca o la collottola quindi puoi usarlo tranquillamente. Ritengo che il più corretto termine "cuticagna" lo usino davvero in pochi... "coppino" forse è usato di più al nord ma penso che sia comprensibile da tutti. O meglio ancora "parte del dietro del collo", come ho detto anche nella diretta, e tagliamo la testa al toro. E ancora "alzata" non va. Poi, per carità, nel parlare tra amici possiamo coniare tutti i termini che vogliamo, ma non pretendere che siano corretti a livello linguistico. Estendo questo concetto anche e soprattutto al discorso sulle parole che sentiamo ogni giorno: non è che se le sentiamo entrano automaticamente a fare parte del vocabolario italiano. "Disdettare" e compagni dovranno ancora campare parecchio, mi sa. E magari anche essere fortunatamente dimenticati come obbrobri lessicali (come in realtà sono). Sono contenta che tu abbia scoperto le due sezioni di ferri accorciati, ne parlava già dagli anni '70 - '80 Elisabeth Zimmermann, quindi non parliamo di nulla di nuovo... Ho guardato nei commenti da revisionare ma non c'era il commento. Ho guardato il libro in russo, è un'edizione in russo di un libro giapponese, pensavo di comprarlo, tempo fa, poi ho optato per altro... noto uno scalino nella costruzione ma ovviamente, non avendo il libro, non posso capire come si risolve. Il link alla rivista purtroppo non funziona.. oserei dire, in ogni caso, che se sono solo questi due esempi di costruzione "con lo scalino", azzarderei che non è una pratica usatissima... anzi. Paragonandola alle migliaia di pattern di designer giapponesi (e non) che vediamo ogni giorno su Ravelry. E quindi si, resto della mia idea di sconsigliare decisamente di effettuarla, a meno che non si voglia provare un escamotage in maglioni con la forma dello sprone decisamente "estrema" come quello del libro. Detto questo, ognuno sceglie di lavorare come vuole, il mondo della maglia è grande e c'è posto per tutti, per fortuna.
Raverly è la bibbia? Non lo sapevo... Veramente ci sono designer che che sono proprio delle ciofeche che non ti dico....con modelli immettibili ma non solo per la bruttezza e che proprio dovresti essere un polipo per poterlo indossare. Comunque sei simpatica 😊.
ciao nina, favolosa questa live, peccato averla persa...condivido sul consiglio di partecipazione ai workshop.. anche per me sono esperienze da fare, soprattutto per chi vuole veramente approfondire tecniche nuove o solamente per imparare cose nuove...consigliato vivamente
Purtroppo lo vedo in differita ma…fantastica come sempre ! Sull’alzata nipponica e sui workshop modello fatebenefratelli …mi taccio ,autotaccio e ritaccio 🤐 …delego l’espressione del mio pensiero a Strudel 😸 Buon lievito scaduto e fard scolpito a tutti …Yeeeah 😂😂😂
Buongiorno Valentina, mi sono guardata la diretta stamattina con calma e trovo sempre i tuoi video ricchi di spunti interessanti. Io sono un' autodidatta della maglia, ma fortunatamente mi sono affidata ai libri e ai patterns. Per pura fortuna il primo libro che ho comprato è stato "Guida completa alle tecniche della maglia" che tu fortunatamente hai recensito in maniera positiva. Sai cosa manca, secondo me, nei video-tutorial qui su yt? La bibliografia. Le fonti della conoscenza che vuoi trasmettere sono importantissime. Altra cosa: hai ragione quando dici di seguire un pattern piuttosto che seguire un video per la costruzione di un capo, ma anche la scelta dei patterns è delicata. La scelta dovrebbe sempre ricadere su pattern scritti da professionisti, altrimenti si potrebbe incappare in pattern comunque scritti male e con errori. Ecco, anche oggi ti ho detto la mia. Buona giornata. Silvia
Ciao, anche io ho il coppino a "buffalo hump" grazie a tanti anni ad una scrivania e i ferri accorciati al collo aiutano molto. Ho realizzato il mod.Blue Sky ed e' venuto benissimo. Divertente la tua reazione all'alzata giapponese, ero curiosa di vedere cosa fosse, anche io pensavo ad una simile. Forse hanno usato un translator scarso per tradurre dall'inglese 😉
Buongiorno Valentina, sempre bello stare in tua compagnia. Io ho fatto Sòrbole con la cotton merino Rowan ed è venuto molto bene. A breve toccherà ad Amolo che farò con la shetland ❤️
Quando ho deciso di imparare a lavorare a maglia, dopo annaspamenti varii, per una botta di fortuna con la C maiuscola ho incontrato la tua scuola di tecnica della maglia e ho comprato Muja. E chi ti lascia più ❤️❤️❤️❤️
Scusa Valentina ma è scomparso il commento che avevo postato prima, in cui dicevo che a proposito dell'alzata giapponese (non avevo mai sentito chiamarla così) io ho comprato un libro che ho visto su amazon perché mi piacevo il modello in copertina. Il libro è "Vernal Collection of warm weather knitwear" di Irina Anikeeva. Non ho ancora realizzato il maglioncino top down ma ho letto le istruzioni e sono rimasta meravigliata nel leggere che i ferri accorciati sul dietro li fa dopo 50 ferri, dopo aver realizzato lo sprone con il motivo a pizzo e sono curiosa di vedere come verrà quando comincerò a lavorarlo.
Casualmente ho visto il tuo video credo di qualche hanno fa Sei una professionista e sicuramente brava però non siamo molto in linea sul tuo concetto delle youtuber Sono anche loro delle professioniste partono da un punto diverso dal tuo e anche il loro e lavoro degno di tutto rispetto e grazie al loro impegno in tante compresa me che ho imparato da bambina sono state fonte di ispirazione Ovvio questa è la mia opinione ma credo di non essere la sola
Cara Delia, purtroppo da come scrivi mi è difficile capire bene, però ho capito il senso generale: è il primo video mio che guardi, ti sei sentita di esprimere COME PRIMO COMMENTO un'opinione negativa e ci hai tenuto tanto a dirmi che non sei d'accordo con me. Immagina adesso quanto me ne può importare della tua opinione e quanto peso possano avere le tue parole. Se non ci riesci, te lo dirò io: zero assoluto. Continua a non seguirmi e a scegliere altri UA-camr, sarà meglio per tutti.
@@vcosciani il mio non voleva essere un messaggio offensivo Volevo semplicemente dire che anche le youtuber fanno il loro lavoro Tutto qua La tua risposta non è stata molto carina Mi dispiace se ti sei offesa non era nelle mie intenzioni anche perché io sono una semplicissima persona che ama fare uncinetto e ferri non ho nessun interesse economico a dire ciò che penso Buon lavoro comunque
Grazie dei preziosi consigli 🤗, trovo positivo che i pollici in giù non siano visibili a tutti, chi li mette solo per soddisfare la sua str....aggine si può attaccare al 🚋.
Ciao, Valentina, grazie del termine “coppino”; lo userò senz’altro. L’unico dubbio è che indichi la parte posteriore del collo in genere. Se non applicassimo il metodo dei ferri accorciati o giapponese, verrebbe basso, ma rimarrebbe pur sempre coppino (?), mentre qui il punto è che il dietro deve essere più alto del davanti anche in un paricollo, e che bisogna creare questa differenza.
Ecco perché quando ho sentito “alzata del collo” e “collo anatomico” li ho percepiti come validi. “Alzata” ha tante accezioni, e se può riferirsi a mani, scalini, parti meccaniche, mobili o vasellame, perché non al collo? “Collo anatomico” come parte non del corpo, ma della maglia (cfr. “gamba dei pantaloni”) che si adatta all’anatomia umana…
Il metodo giapponese/asiatico/orientale l’ho imparato tramite le signore dell’ex URSS che l’hanno sperimentato ormai su migliaia di maglie fatte sia per sé che su ordinazione. L’altezza aggiunta viene incorporata nella manica (non sotto l’ascella: contano come parte del sottomanica gli aumenti nel caso del trapezio, ma spesso si fa a rettangolo), come se allungasse lo scalfo, e spinge su il coppino. Io ed altre persone abbiamo verificato più di una volta che veste bene.
Dato che i link vengono bloccati in attesa di revisione, ti mando riferimenti ad un libro e una rivista in un commento a parte.
Ciao Assiolo, cerco di rispondere brevemente punto per punto: certo che la parte posteriore del collo deve venire più alta, altrimenti non calza bene. In un maglione lavorato con punti pizzo o trecce abbiamo diverse soluzioni. Possiamo inserire i ferri accorciati all'interno di tale lavorazione (o nel caso fosse troppo complicato possiamo inserire una zona di transizione nella quale inserirli) o possiamo anche decidere di lavorare bottom up e non top down, perchè nessuno ci obbliga a farlo :D inoltre il metodo del trapezio (o rettangolo a dirsi voglia) crea un dislivello davvero troppo basso e insufficiente affinché vesta bene. Che sia inserito nella manica e non nel fianco, inoltre, secondo il mio modesto parere non cambia: sempre antiestetico è. Si va sempre di più verso una personalizzazione che preveda l'inserimento di DUE sezioni di ferri accorciati, uno subito vicino al bordo del collo e uno subito prima della divisione delle maniche dal corpo (o viceversa se lavoriamo bottonieri up, naturalmente). Inoltre tale dislivello è tanto più grande, tanto la taglia è più abbondante. In aggiunta, come dicevo, ho acquistato anche di recente diversi pattern di designer giapponesi e in nessuno si fa cenno a questa lavorazione. Purtroppo non vedo nessun commento a parte con i riferimenti di cui mi scrivi.
Passiamo ora al termine "alzata". Sono piuttosto puntigliosa sui termini, mi perdonerai ma ho fatto il Classico e per me le parole sono davvero importanti in tutte le loo accezioni. Dal Treccani: alzata s. f. [der. di alzare]. - 1. L’alzare o l’alzarsi: a. di un muro, di un edificio; a. di scudi, più com. levata; a. di spalle, come gesto di noncuranza o disprezzo; a. di testa, puntiglio, capriccio; a. d’ingegno, trovata ingegnosa (per lo più iron.); votazione per a. di mano, per a. e seduta, in cui si approva alzando la mano, e rispettivam. alzandosi in piedi. (non mi pare che nessuno di questi possa essere riferito ad una parte di maglione.)
Nel linguaggio venatorio, sinon. di levata, cioè il levarsi in volo di uccelli, spontaneo o provocato: sparare all’alzata. (non siao a caccia, ma lavoriamo un maglione)
Con accezioni speciali nel linguaggio sport.: nella pallacanestro, il lancio della palla in aria da parte dell’arbitro, entro il cerchio centrale del campo, per dare inizio al gioco; nella pallavolo, passaggio alto della palla a un compagno perché possa effettuare una efficace azione d’attacco; nella pesistica, sollevamento in alto da terra del manubrio o della sbarra con completa distensione delle braccia. (anche qui non stiamo lanciando a canestro palloni, siamo spaparanzate sul divano)
2. Nell’arredamento: a. Soprammobile o vassoio a più ripiani per frutta o altro. b. A. di un mobile, parte di esso appoggiata alla parete, mensoletta e sim.: la scrivania in fondo, con sull’a. un crocifisso più piccolo, eretto sopra un calvario di libri e di carte (Palazzeschi). (come dico nel video, a casa ho delle alzate stupende per mettere la frutta)
3. Nelle costruzioni edilizie: a. La facciata verticale dello scalino (detta anche frontalino), e la misura della sua altezza. b. non com. Alzato, come sinon. di prospetto. (non stiamo parlando di architettura. Certamente costruiamo, ma in altro senso)
4. In tipografia, interlinea di 3 o 4 punti, ritagliata secondo la forza di corpo dei caratteri, che si usava sottoporre alle righe da stampare in diverso colore (solo per piccole tirature) perché fossero le sole a prendere l’inchiostro, evitando la doppia composizione.
5. In meccanica, a. di una valvola, massimo scostamento di una valvola dalla sua sede, misurato secondo l’asse di questa, nell’apertura di una luce. (non siamo meccanici)
6. Nel linguaggio banc., a. di cassa, verifica giornaliera di cassa, eseguita in banca dal cassiere principale e da un funzionario a ciò designato. (non siamo nemmeno bancari, magari!)
Detto tutto questo, e mi scuso della mia prolissità, le parole hanno un loro significato. non è che se ci piace il suono di una o crediamo che possa andare bene, vada bene per forza perchè lo diciamo noi: il linguaggio ha una sorta di codice di significati che dobbiamo per forza rispettare.
Inoltre, e finisco, se "gamba dei pantaloni" è complemento di specificazione come "manica della giacca", "collo anatomico" sarebbe come dire "nuvola nuvolosa", una ridondanza di significato che nulla aggiunge. la nuvola è già nuvolosa e il collo è già una parte anatomica, non occorre specificarlo. Sperando di non essere stata troppo noiosa, ti saluto e ti ringrazio dell'intervento che serve alla Family per capire di più riguardo a questo argomento!
Evvai, anch’io sono puntigliosa e amo il Treccani! Solo che non riporta tutti i termini tecnici, neanche il coppino. L’alzata può rientrare in 1. L’alzare. Qualcosa che alza il dietro.
Quanto al collo/gamba/manica, il complemento (“dei pantaloni”, “della maglia”) può essere omesso (“la gamba va accorciata”); il punto è il termine principale. “Manica” si riferisce alla parte dell’indumento già come significato letterale, “collo” e “gamba” alla lettera indicano le parti del corpo e nel senso traslato quelle degli indumenti. In quest’ultimo senso il collo anatomico risulta analogo alla soletta anatomica. È chiaro che “collo anatomico” nel senso “parte del corpo” è come “albero vegetale”, ma è altrettanto chiaro che qui si tratta del collo della maglia, non facciamoci fuorviare dalla catacresi.
Tutti i giorni sentiamo parole inventate o adottate senza necessità: “disdettare” mentre ci sono già “disdire” e “dare disdetta”, “luce soft” invece di “luce soffusa”. Proprio in questi giorni da un’agenzia di viaggi mi è arrivato “La notizieremo in merito”. Non conoscono “informare”, “aggiornare”, “dare notizie”, o anche un semplice ed umano “far sapere”? Ci sono tanti motivi per scandalizzarsi. Ma non mi scandalizzo se qualcuno conia e qualcun altro usa un termine perfettamente logico laddove un termine consolidato non c’è, o non si conosce, o non esprime appieno il concetto. Se poi qualcuno come te dice: “Ma guardate che esiste, e proprio nel senso che ci interessa, non c’è bisogno di altro”, l’alzata di mano da parte mia arriva all’istante :-)
Mi confermi dunque che “coppino” può essere usato non solo nel senso generico “parte posteriore del collo”, ma anche per definire la differenza in altezza tra il davanti e il dietro, quale che sia il modo di crearla? Che testo mi consigli sul coppino?
Tornando agli espedienti che migliorano la vestibilità, sono contenta di avere una conferma di quello che a volte faccio già, e cioè lavorare sia un po’ di ferri accorciati in alto che alcuni ferri accorciati o il coppino giapponese prima della divisione delle maniche dal corpo. I ferri accorciati in basso si avvicinano molto al metodo giapponese, soprattutto al trapezio: si forma sempre un’aggiunta che entra a far parte delle maniche. Il dislivello può essere alto quanto serve. Anche se, come già detto, se il fisico richiede il coppino molto alto, opto per una soluzione combinata; preferisco la gradualità in tutto.
Che è bello e comodo lo dico non perché me lo immagino, ma perché l’ho sperimentato sulle mie maglie e ho visto quelle degli altri. Se una parte del mondo adotta questo metodo, una ragione ci sarà.
I commento con i link prova a cercarlo da UA-cam studio > Commenti > scheda In attesa di revisione
O fa’ la ricerca "Японские свитеры, пуловеры и кардиганы без швов" e scegli il sito chitai-gorod, dove puoi cliccare sulla foto e sfogliare; la 2-a e la 3-a mostrano il coppino.
Il link alla rivista te lo scompongo così: acca ti ti pi esse due punti slash slash disk punto yandex punto ru slash a slash mqYaJ2sT3YgoEY/5b3a6fc46fcc2a8fd9be28de
@@Assiolomaglia In effetti il termine "coppino" se vogliamo è il termine più corretto, indicando la nuca o la collottola quindi puoi usarlo tranquillamente. Ritengo che il più corretto termine "cuticagna" lo usino davvero in pochi... "coppino" forse è usato di più al nord ma penso che sia comprensibile da tutti. O meglio ancora "parte del dietro del collo", come ho detto anche nella diretta, e tagliamo la testa al toro. E ancora "alzata" non va. Poi, per carità, nel parlare tra amici possiamo coniare tutti i termini che vogliamo, ma non pretendere che siano corretti a livello linguistico. Estendo questo concetto anche e soprattutto al discorso sulle parole che sentiamo ogni giorno: non è che se le sentiamo entrano automaticamente a fare parte del vocabolario italiano. "Disdettare" e compagni dovranno ancora campare parecchio, mi sa. E magari anche essere fortunatamente dimenticati come obbrobri lessicali (come in realtà sono).
Sono contenta che tu abbia scoperto le due sezioni di ferri accorciati, ne parlava già dagli anni '70 - '80 Elisabeth Zimmermann, quindi non parliamo di nulla di nuovo...
Ho guardato nei commenti da revisionare ma non c'era il commento. Ho guardato il libro in russo, è un'edizione in russo di un libro giapponese, pensavo di comprarlo, tempo fa, poi ho optato per altro... noto uno scalino nella costruzione ma ovviamente, non avendo il libro, non posso capire come si risolve. Il link alla rivista purtroppo non funziona.. oserei dire, in ogni caso, che se sono solo questi due esempi di costruzione "con lo scalino", azzarderei che non è una pratica usatissima... anzi. Paragonandola alle migliaia di pattern di designer giapponesi (e non) che vediamo ogni giorno su Ravelry. E quindi si, resto della mia idea di sconsigliare decisamente di effettuarla, a meno che non si voglia provare un escamotage in maglioni con la forma dello sprone decisamente "estrema" come quello del libro. Detto questo, ognuno sceglie di lavorare come vuole, il mondo della maglia è grande e c'è posto per tutti, per fortuna.
Raverly è la bibbia? Non lo sapevo... Veramente ci sono designer che che sono proprio delle ciofeche che non ti dico....con modelli immettibili ma non solo per la bruttezza e che proprio dovresti essere un polipo per poterlo indossare. Comunque sei simpatica 😊.
ciao nina, favolosa questa live, peccato averla persa...condivido sul consiglio di partecipazione ai workshop.. anche per me sono esperienze da fare, soprattutto per chi vuole veramente approfondire tecniche nuove o solamente per imparare cose nuove...consigliato vivamente
♥️♥️♥️
Purtroppo lo vedo in differita ma…fantastica come sempre !
Sull’alzata nipponica e sui workshop modello fatebenefratelli …mi taccio ,autotaccio e ritaccio 🤐 …delego l’espressione del mio pensiero a Strudel 😸
Buon lievito scaduto e fard scolpito a tutti …Yeeeah 😂😂😂
:) :) :)
Buongiorno Valentina, mi sono guardata la diretta stamattina con calma e trovo sempre i tuoi video ricchi di spunti interessanti. Io sono un' autodidatta della maglia, ma fortunatamente mi sono affidata ai libri e ai patterns. Per pura fortuna il primo libro che ho comprato è stato "Guida completa alle tecniche della maglia" che tu fortunatamente hai recensito in maniera positiva. Sai cosa manca, secondo me, nei video-tutorial qui su yt? La bibliografia. Le fonti della conoscenza che vuoi trasmettere sono importantissime.
Altra cosa: hai ragione quando dici di seguire un pattern piuttosto che seguire un video per la costruzione di un capo, ma anche la scelta dei patterns è delicata. La scelta dovrebbe sempre ricadere su pattern scritti da professionisti, altrimenti si potrebbe incappare in pattern comunque scritti male e con errori.
Ecco, anche oggi ti ho detto la mia.
Buona giornata.
Silvia
Ah su questo mi trovi assolutamente d’accordo!!! E se ne potrebbe parlare per ore!!!
Ciao, anche io ho il coppino a "buffalo hump" grazie a tanti anni ad una scrivania e i ferri accorciati al collo aiutano molto. Ho realizzato il mod.Blue Sky ed e' venuto benissimo. Divertente la tua reazione all'alzata giapponese, ero curiosa di vedere cosa fosse, anche io pensavo ad una simile. Forse hanno usato un translator scarso per tradurre dall'inglese 😉
ODDEEEOOO ha pure un nome, la gobbetta!!!
Che meraviglia strudel😍
:) :) :)
Simpaticissima
:) :) :)
Simpatica diretta, l’ho seguita in differita che peccato! Mi sono divertita tanto 😂
:) :) :)
Sempre bellissime le dirette,bacioni!!!
😊😊😊
Buongiorno Valentina, sempre bello stare in tua compagnia. Io ho fatto Sòrbole con la cotton merino Rowan ed è venuto molto bene. A breve toccherà ad Amolo che farò con la shetland ❤️
Dajeeee!!!
Io lavoro English e ho trovato il libro utilissimo!
Ottimo 👍
🌷🌷🌷
😊😊😊
Quando ho deciso di imparare a lavorare a maglia, dopo annaspamenti varii, per una botta di fortuna con la C maiuscola ho incontrato la tua scuola di tecnica della maglia e ho comprato Muja. E chi ti lascia più ❤️❤️❤️❤️
Troppo coccola ♥️
Scusa ho dimenticato di dirti che il pattern si chiama Aliso Creek
Il pattern di cosa? 😊
❤️
♥️
❤
♥️
Ciao Valentina sono Ester di Torino. A quando il tuo prossimo libro?
Non tocchiamo questo nervo scoperto!!! 😱😱😱
Scusa Valentina ma è scomparso il commento che avevo postato prima, in cui dicevo che a proposito dell'alzata giapponese (non avevo mai sentito chiamarla così) io ho comprato un libro che ho visto su amazon perché mi piacevo il modello in copertina. Il libro è "Vernal Collection of warm weather knitwear" di Irina Anikeeva. Non ho ancora realizzato il maglioncino top down ma ho letto le istruzioni e sono rimasta meravigliata nel leggere che i ferri accorciati sul dietro li fa dopo 50 ferri, dopo aver realizzato lo sprone con il motivo a pizzo e sono curiosa di vedere come verrà quando comincerò a lavorarlo.
Lavorare top down e fare i ferri accorciati alla fine dello sprone non è raro, anzi. Lo faccio anche io. Ma sono, appunto, ferri accorciati.
Viva gli anni 80!!!🤣
Sempre viva!
Casualmente ho visto il tuo video credo di qualche hanno fa
Sei una professionista e sicuramente brava però non siamo molto in linea sul tuo concetto delle youtuber
Sono anche loro delle professioniste partono da un punto diverso dal tuo e anche il loro e lavoro degno di tutto rispetto e grazie al loro impegno in tante compresa me che ho imparato da bambina sono state fonte di ispirazione
Ovvio questa è la mia opinione ma credo di non essere la sola
Cara Delia, purtroppo da come scrivi mi è difficile capire bene, però ho capito il senso generale: è il primo video mio che guardi, ti sei sentita di esprimere COME PRIMO COMMENTO un'opinione negativa e ci hai tenuto tanto a dirmi che non sei d'accordo con me. Immagina adesso quanto me ne può importare della tua opinione e quanto peso possano avere le tue parole. Se non ci riesci, te lo dirò io: zero assoluto. Continua a non seguirmi e a scegliere altri UA-camr, sarà meglio per tutti.
@@vcosciani il mio non voleva essere un messaggio offensivo
Volevo semplicemente dire che anche le youtuber fanno il loro lavoro
Tutto qua
La tua risposta non è stata molto carina
Mi dispiace se ti sei offesa non era nelle mie intenzioni anche perché io sono una semplicissima persona che ama fare uncinetto e ferri non ho nessun interesse economico a dire ciò che penso
Buon lavoro comunque
💏
😊
Potresti usarli come regalini di Natale come FERMAPORTA 😂😂😂
Esattamente 😱😱😱
Quindi quando facciamo una lavorazione jacquard top down come facciamo?
Facciamo i ferri accorciati prima o dopo aver lavorato lo sprone del cardigan.
@@vcosciani grazie per avermi risposto seguirò
Ciaoooo
😊
Tvb
😊😊😊
Grazie dei preziosi consigli 🤗, trovo positivo che i pollici in giù non siano visibili a tutti, chi li mette solo per soddisfare la sua str....aggine si può attaccare al 🚋.
🤣🤣🤣
Sinceramente un tuo workshop è impagabile!…perciò non indugiate a partecipare
😊😊😊
Non capisco le persone che pretendeno pattern,workshop o altro in generale gratuiti...loro come vivono? Vanno a lavorare gratis?
Mistero :)