J. Haydn Nelson Messe

Поділитися
Вставка
  • Опубліковано 4 жов 2024
  • Chiesa di San Fedele Milano, domenica 29 marzo 2015
    Joseph Haydn (1732 - 1809)
    Missa In Angustiis (Nelson Messe) per soli, coro e orchestra
    I CIVICI CORI (Maestro assistente: Francesco Girardi)
    Soprano solista del Coro: Chiara Pederzani
    Ji Hong Park, soprano - Laure Kieffer, alto
    Kim Hun, tenore - Masahiro Iwase, basso
    ORCHESTRA della CIVICA SCUOLA DI MUSICA Claudio Abbado
    Mario Valsecchi, direttore
    La domenica delle Palme nella Chiesa di San Fedele con la Missa Angustiis di Haydn. Riflessione sull’angustia nel tempo dell’afflizione, dell’ansia e del pericolo, scritta nel 1798, all’epoca delle guerre napoleoniche. Ma al tempo stesso sguardo intenso rivolto alla necessità della redenzione operata da Gesù Cristo. Sul piano drammatico sono centrali in questa Messa il Crucifixus, con un spoglio unisono che enuncia un grido doloroso davanti alla crocifissione, e il sepultus est, in cui il coro, interrotto da silenzi, esprime l’emozione generale sottolineata dai cromatismi dei bassi e dell’orchestra. Per il resto la Missa in Angustiis è dominata dalla dialettica alternanza tra omofonia e polifonia, tra squarci solistici e corali, in cui svolge un ruolo determinante la grande esperienza sinfonica haydniana. Tutto si muove e si articola fluidamente, guidato da una mano pronta e sicura, capace di unire e saldare fra di loro i vari temi ed episodi vocali e strumentali, nel pieno rispetto di ciò che viene definito il classicismo in musica, alla cui base c'è l'idea della forma-sonata, intesa come sviluppo organico di un unico pensiero musicale.
    APPUNTI
    La Missa in Angustiis fu composta da Haydn nel breve periodo che va dal 10 luglio al 31 agosto 1798. E’ probabile che la rapidità di composizione della Messa sia dipesa dalla necessità di permetterne l’esecuzione nella ricorrenza dell’onomastico di Maria Josepha Hermenegildis, moglie del Principe Nikolaus II Esterházy, la domenica antecedente o successiva all’8 settembre, festa della Madonna.
    Si tratta della terza di una serie di 6 Messe composte tra il 1796 e il 1802. La partitura della Messa non riporta alcuna specifica titolazione ma, nel catalogo autografo delle composizioni, l’opera è inscritta come Missa in Angustiis. Messa “in tempo di angosce”, di angustie, appunto. Il riferimento è, sicuramente, alla situazione politica nella quale si dibatteva l’Europa, l’Austria in particolare, minacciata dalla dilagante prepotenza napoleonica.
    La Messa è conosciuta anche come “Nelson Messe”, in omaggio all’ammiraglio inglese vincitore sui francesi nella battaglia navale di Abukir (1-2 agosto 1798).
    L’appellativo “in Angustiis” appare evidente in molte parti della Messa, scritta nella tonalità, già di per se stessa austera, di re minore; basti citare, su tutte, il Kyrie e il Benedictus dove la “fanfara”, formata dalle trombe e dai timpani, significativa di un evidente riferimento “militaresco”, contribuisce alla drammaticità dell’espressione musicale.
    L’organico strumentale adottato da Haydn per questa Messa è piuttosto sobrio, considerando che si tratta di una Missa solemnis e non di una Missa brevis. Accanto al quartetto di solisti e al coro, l’apparato strumentale originario prevede, oltre agli archi, 3 trombe (la terza, presente solo in alcune parti, con evidente funzione di rinforzo della seconda), timpani e organo concertante. Più che a una precisa volontà, l’organico così ridotto fu dovuto a ragioni contingenti: la indisponibilità dei fiati (legni e corni) che erano stati “licenziati” a causa di ristrettezze economiche della corte in quel momento. E’, comunque, indubbio che la particolarità dell’organico, lungi dal costituire un impoverimento, contribuisce fortemente a “rappresentare” quell’ “in Angustiis” che caratterizza la composizione.
    Per la prima edizione della Messa, presso Breitkopf e Härtel nel 1803, furono aggiunte le parti del flauto, di 2 oboi, 2 clarinetti, il fagotto e 2 corni. Le parti dei legni vennero tratte dalla parte dell’organo, concepito in origine come “concertante”, dietro raccomandazione dello stesso autore.
    Particolare interessante in molte parti della Messa è la concezione “responsoriale”, con chiaro riferimento all’impianto e alle prassi liturgiche, nel trattare il rapporto tra solista, o solisti, e il coro. Le due realtà, il solista (l’uomo nella sua unicità) e il coro (l’umanità tutta) dialogano strettamente ora nella richiesta di perdono (Kyrie, Qui tollis e Agnus Dei) ora nell’espressione della lode (Gloria in excelsis) ora nella contemplazione (Benedictus).
    Mario Valsecchi

КОМЕНТАРІ • 9