Ben detto, Professore. In una società che corre, il compito della scuola è rallentare, stimolare i giovani alla riflessione. La parola chiave, la svolta è secondo me una sola: indugio. Indugiare su una pagina di letteratura, indugiare su un dipinto, indugiare su qualsiasi cosa. Ma indugiare. Per apprezzare, per migliorarsi, per migliorare.
Professore, è una gioia ascoltarla. A me non hanno mai fatto leggere i Promessi Sposi alle superiori. Forse qualche estratto alle medie, ma non ricordo nulla. Adesso vorrei approcciare l'opera. Sarò lieta di farlo ascoltando i suoi video, pian piano, tempo permettendo ❤
Grazie di cuore per il suo impegno, professore. Un vero insegnante, che sa fare il suo mestiere con passione e competenza. Consiglio di leggere prima da soli l'Introduzione, poi di vedere il video delle spiegazioni del prof. Vincenzo Panzeca e infine di rileggere il testo. Così a seguire, con lo stesso metodo, per i successivi 38 capitoli. Il tempo speso in questo modo, sarà un tempo speso bene.
Grazie professore! Sono contento che mi si presenti questa bella opportunità di rispolverare I Promessi Sposi. Volevo dire solo una cosa: verso la fine di questo video sostiene la validità di Maznoni come storico, capace di fare emergere la mentalità e gli atteggiamenti degli uomini del Seicento. Però c'è da dire che Manzoni viene sempre aspramente criticato dagli storici (specialmente dai medievisti) in quanto ha dato - pensiamo alla sua interpretazione della invasione longobarda nella penisola italica - una lettura storica assolutamente deformata, atta volta a ritrovare sentimenti nazionali là dove non c'erano affatto (un lavoro storiograficamente molto più accurato lo aveva fatto, un secolo prima, Muratori). Come conciliare il valido romanzo storico in questione con le bestialità storiche proferite dallo stesso Manzoni?
Le "bestialità" sono il retaggio della interpretazione illuminista sul Medioevo e Manzoni ebbe, infatti, una formazione illuminista. Tutto il Risorgimento Democratico fu uno stravolgimento della storia italiana da cui invece Manzoni seppe prendere le dovute distanze. Io non sostengo la validità delle ricerche storiche manzoniane, che oltretutto non conosco, ma la validità delle ricerche storiche relative al '600 che troviamo ne "I Promessi Sposi". Forse però non mi sono spiegato: io ho riportato il giudizio dell'ultimo Manzoni (non il mio) che riteneva il romanzo un'invenzione arbitraria ed ebbe a riversare tutti i suoi interessi sulla ricerca storica.
Professore, a proposito di 'sciacquare i panni in Arno' e riagganciandomi alla sua richiesta di far notare eventuali imprecisioni, faccio un piccolissimo (quanto inessenziale) appunto di ortoepia: in italiano neutro (o standard che dir si voglia, su base toscana, in pratica) 'promessi' ha la è chiusa, 'sposi' la o aperta.
Non lo so. Ricordatevi sempre che la mia preparazione è filosofica (e non di filosofia contemporanea), non linguistica. Sono i miei limiti di linguistica, come il non conoscere l'inglese; conoscere pochissimo il greco; dover registrare vuoti abissali in fisica e chimica... E più cerco di approfondire, più il sapere mi si rivela un universo infinito di cui io possiedo solo una minuscola briciola.
Certo, Professore. Come le dicevo, il mio appunto è inessenziale e certamente non rivolto a lei, quanto al concetto di unificazione linguistica (non solo scritta ma anche orale) dell'Italia. Una volta in Rai veniva assunta gente che aveva studiato dizione, ora non più. Anche questo scadimento del livello generale? Mi astengo dal giudicare e, come dice il Nostro, lascio 'ai posteri l'ardua sentenza'.
Ben detto, Professore. In una società che corre, il compito della scuola è rallentare, stimolare i giovani alla riflessione. La parola chiave, la svolta è secondo me una sola: indugio. Indugiare su una pagina di letteratura, indugiare su un dipinto, indugiare su qualsiasi cosa. Ma indugiare. Per apprezzare, per migliorarsi, per migliorare.
Condivido. Grazie!
Grazie a lei. Continui con i Promessi Sposi. La seguiamo.
Professore, è una gioia ascoltarla. A me non hanno mai fatto leggere i Promessi Sposi alle superiori. Forse qualche estratto alle medie, ma non ricordo nulla. Adesso vorrei approcciare l'opera. Sarò lieta di farlo ascoltando i suoi video, pian piano, tempo permettendo ❤
Leggere e rileggere quest'opera con amore è una riscoperta infinita... E' un'opera che non dura di certo una stagione.
Grazie di cuore per il suo impegno, professore. Un vero insegnante, che sa fare il suo mestiere con passione e competenza. Consiglio di leggere prima da soli l'Introduzione, poi di vedere il video delle spiegazioni del prof. Vincenzo Panzeca e infine di rileggere il testo. Così a seguire, con lo stesso metodo, per i successivi 38 capitoli. Il tempo speso in questo modo, sarà un tempo speso bene.
Grazie professore! Sono contento che mi si presenti questa bella opportunità di rispolverare I Promessi Sposi.
Volevo dire solo una cosa: verso la fine di questo video sostiene la validità di Maznoni come storico, capace di fare emergere la mentalità e gli atteggiamenti degli uomini del Seicento. Però c'è da dire che Manzoni viene sempre aspramente criticato dagli storici (specialmente dai medievisti) in quanto ha dato - pensiamo alla sua interpretazione della invasione longobarda nella penisola italica - una lettura storica assolutamente deformata, atta volta a ritrovare sentimenti nazionali là dove non c'erano affatto (un lavoro storiograficamente molto più accurato lo aveva fatto, un secolo prima, Muratori).
Come conciliare il valido romanzo storico in questione con le bestialità storiche proferite dallo stesso Manzoni?
Le "bestialità" sono il retaggio della interpretazione illuminista sul Medioevo e Manzoni ebbe, infatti, una formazione illuminista. Tutto il Risorgimento Democratico fu uno stravolgimento della storia italiana da cui invece Manzoni seppe prendere le dovute distanze. Io non sostengo la validità delle ricerche storiche manzoniane, che oltretutto non conosco, ma la validità delle ricerche storiche relative al '600 che troviamo ne "I Promessi Sposi". Forse però non mi sono spiegato: io ho riportato il giudizio dell'ultimo Manzoni (non il mio) che riteneva il romanzo un'invenzione arbitraria ed ebbe a riversare tutti i suoi interessi sulla ricerca storica.
Professore, a proposito di 'sciacquare i panni in Arno' e riagganciandomi alla sua richiesta di far notare eventuali imprecisioni, faccio un piccolissimo (quanto inessenziale) appunto di ortoepia: in italiano neutro (o standard che dir si voglia, su base toscana, in pratica) 'promessi' ha la è chiusa, 'sposi' la o aperta.
Non lo so. Ricordatevi sempre che la mia preparazione è filosofica (e non di filosofia contemporanea), non linguistica. Sono i miei limiti di linguistica, come il non conoscere l'inglese; conoscere pochissimo il greco; dover registrare vuoti abissali in fisica e chimica... E più cerco di approfondire, più il sapere mi si rivela un universo infinito di cui io possiedo solo una minuscola briciola.
Certo, Professore. Come le dicevo, il mio appunto è inessenziale e certamente non rivolto a lei, quanto al concetto di unificazione linguistica (non solo scritta ma anche orale) dell'Italia. Una volta in Rai veniva assunta gente che aveva studiato dizione, ora non più. Anche questo scadimento del livello generale? Mi astengo dal giudicare e, come dice il Nostro, lascio 'ai posteri l'ardua sentenza'.