La mia paura di sbagliare arriva al punto che mi viene una crisi d'ansia tale da portarmi alla iperventilazione, al punto che devono chiamare l'ambulanza per farmi dare ossigeno perchè tendo a soffocare....che fare? Mi sento sempre sbagliata io, e in certi momenti arrivo addirittura a desiderare la morte. Poi superato il momento, passa tutto e dimentico. Quando però qualcosa o qualcuno riattiva questo tasto, ecco che riparte tutto d'accapo. Da cosa deriva? Sempre dalle violenze che ho subito da bambina? Sono stata in terapia moltissime volte, ma questa cosa non sono mai riuscita a superarla. Sono più consapevole io di certi meccanismi interni miei, delle psicologhe che ho avuto attorno, tanto che mi rendo conto che forse "non capiscono niente di me", che non riescono nemmeno ad avvicinarsi al mio "nucleo". Io posso solo guarirmi da sola, come ho sempre fatto, in fondo. Il merito di alcune psicologhe è stato quello di darmi un paio di punti di riflessione su cui meditare e basta. Ma in questo non so proprio da dove cominciare? E' come avere davanti un cubo di Rubrik, non so da che lato prenderlo, lo giro e lo rigiro, ogni tentativo è stato vano. Devo spaccarlo in mezzo con l'ipnosi regressiva? La mia tutor (probabilmente nel tentativo di proteggermi) dice che è ora di finirla di rinvangare il passato (che mi fa solo stare male...) e che devo solo pensare al mio futuro. Ma il mio futuro, secondo me, dipende dal mio passato e da come affronto oggi il mio presente. Lei cosa ne pensa? Io credo che finchè il mio passato continuerà a farmi male e a farmi entrare in certi loop, non potrò mai definirmi guarita, non potrò mai veramente uscirne...Ho 60 ormai, però...devo passare tutta la vita così? Nel tentativo di riuscirci, senza riuscirci mai? Mi chiedo che senso ha vivere una vita in cui non riesci ad avere stima di te stessa? Che senso ha vivere una vita in cui non riesci nemmeno ad intravedere di essere finalmente te stessa, perchè hai tutta questa merda intorno? Ci vuole qualcosa di drastico, tipo eslposione nucleare? L'ultima psicologa mi ha detto che in fondo nel tempo ho trovato la mia modalità per sopravvivere, teme che "vedere tutto" possa farmi impazzire sul serio, l'ultimo rinvenimento (tramite l'ipnosi regressiva) è stato così scioccante che saltellavo per tutta la stanza (talmente tremavo e urlavo) con le unghie conficcate nella poltrona (la poltrona saltava con me), è stata una scena da film "L'esorcista", tanto che non ha più voluto ripetere l'esperimento, non per se stessa, ma perchè non voleva portare me al punto di rottura definitivo. Avrei dovuto insistere?
Molto bene! Tuttavia: cosa si può dire ad uno studente che, a fronte di un esame si rende conto oggettivamente che la materia dei suoi studi non lo interessa affatto, gli risulta per molti aspetti ostica, sgradevole e "completamente estranea" alla sua personalità ?
@@AngeloCollevecchio certo! Dapprima scelta per "comodità generiche" poi venivano richieste specializzazioni più pressanti, non obbligatorie ma plausibilmente utili... Grazie come sempre!
Ascoltato pure il terzo video: ora metabolizzo il tutto! Grazie 😊👍
Per metabolizzare è bene riascoltare e rifletterci su. La ripetizione è la madre dell'apprendimento.
Grazie del feedback, per me sono importanti!
La mia paura di sbagliare arriva al punto che mi viene una crisi d'ansia tale da portarmi alla iperventilazione, al punto che devono chiamare l'ambulanza per farmi dare ossigeno perchè tendo a soffocare....che fare? Mi sento sempre sbagliata io, e in certi momenti arrivo addirittura a desiderare la morte. Poi superato il momento, passa tutto e dimentico. Quando però qualcosa o qualcuno riattiva questo tasto, ecco che riparte tutto d'accapo. Da cosa deriva? Sempre dalle violenze che ho subito da bambina? Sono stata in terapia moltissime volte, ma questa cosa non sono mai riuscita a superarla. Sono più consapevole io di certi meccanismi interni miei, delle psicologhe che ho avuto attorno, tanto che mi rendo conto che forse "non capiscono niente di me", che non riescono nemmeno ad avvicinarsi al mio "nucleo". Io posso solo guarirmi da sola, come ho sempre fatto, in fondo. Il merito di alcune psicologhe è stato quello di darmi un paio di punti di riflessione su cui meditare e basta. Ma in questo non so proprio da dove cominciare? E' come avere davanti un cubo di Rubrik, non so da che lato prenderlo, lo giro e lo rigiro, ogni tentativo è stato vano. Devo spaccarlo in mezzo con l'ipnosi regressiva? La mia tutor (probabilmente nel tentativo di proteggermi) dice che è ora di finirla di rinvangare il passato (che mi fa solo stare male...) e che devo solo pensare al mio futuro. Ma il mio futuro, secondo me, dipende dal mio passato e da come affronto oggi il mio presente. Lei cosa ne pensa? Io credo che finchè il mio passato continuerà a farmi male e a farmi entrare in certi loop, non potrò mai definirmi guarita, non potrò mai veramente uscirne...Ho 60 ormai, però...devo passare tutta la vita così? Nel tentativo di riuscirci, senza riuscirci mai? Mi chiedo che senso ha vivere una vita in cui non riesci ad avere stima di te stessa? Che senso ha vivere una vita in cui non riesci nemmeno ad intravedere di essere finalmente te stessa, perchè hai tutta questa merda intorno? Ci vuole qualcosa di drastico, tipo eslposione nucleare? L'ultima psicologa mi ha detto che in fondo nel tempo ho trovato la mia modalità per sopravvivere, teme che "vedere tutto" possa farmi impazzire sul serio, l'ultimo rinvenimento (tramite l'ipnosi regressiva) è stato così scioccante che saltellavo per tutta la stanza (talmente tremavo e urlavo) con le unghie conficcate nella poltrona (la poltrona saltava con me), è stata una scena da film "L'esorcista", tanto che non ha più voluto ripetere l'esperimento, non per se stessa, ma perchè non voleva portare me al punto di rottura definitivo. Avrei dovuto insistere?
Molto bene! Tuttavia: cosa si può dire ad uno studente che, a fronte di un esame si rende conto oggettivamente che la materia dei suoi studi non lo interessa affatto, gli risulta per molti aspetti ostica, sgradevole e "completamente estranea" alla sua personalità ?
È importante capire perché vede la materia così ostica e difficile. Successivamente, si può valutare di cambiare.
@@AngeloCollevecchio certo! Dapprima scelta per "comodità generiche" poi venivano richieste specializzazioni più pressanti, non obbligatorie ma plausibilmente utili... Grazie come sempre!