Una giovane pittrice dipinge una nave solitaria su un mare tranquillo. Ogni pennellata diventa sempre più intensa, finché non strappa e distrugge la tela. Così, il dipinto viene cancellato, come una nave di fronte a un fortunale. Ciò che rimane, però, è una macchia di colore indefinita, una tela bucata e il silenzio dopo una tempesta.
È un cortometraggio che parla di nascita, morte e caos in un ciclo continuo: la mano divina, umana e naturale si fondono per dar vita ad un processo. Trae libera ispirazione dal concetto filosofico dell’apeiron di Anassimandro, inteso come “soffio vitale” e principio primo indefinito e caotico. Esso diventa la metafora di un ciclo perenne in cui tutto ha origine e ritorno perché niente viene distrutto ma tutto si trasforma.
Scritto, diretto e interpretato da Giulia Badalassi.
DP, editor e colorist: Giulia Badalassi
Insonorizzazione e master audio: Stefano Florio.
Musica: Giulia Badalassi.