Opera teatrale "un Re Franco" della compagnia Teatro Grimaldello con le musiche della OFC - Orchestra Filarmonica Campana
Immagini e montaggio di Eva Stanzione. Foto di scena Anna Paola Montuoro.
Devozione, danza e fortissimi contrasti sono i motivi ricorrenti della figura di Francesco Tiano, cantore paganese, ispiratore della piece “un Re Franco”, azione scenica per attori e orchestra, con i testi di Alfonso Tramontano Guerritore ed Elvira Buonocore e le musiche originali di Giulio Marazia per la regia di Antonio Grimaldi.
Attrice protagonista Anna Rita Vitolo, presente come protagonista anche nel cast della serie HBO L'Amica Geniale - My Brilliant Friend, Alessandro Gioia oltre allo stesso Grimaldi e agli autori Buonocore e Tramontano Guerritore.
Il lavoro, è un viaggio visionario che parte dalla tradizione popolare delle galline, scopritrici del quadro della Madonna del Carmelo, per arrivare alle lotte di quartiere, legate al dominio territoriale e alla violenza mossa nei confronti dei diversi. Un’opera di teatro contemporaneo, ispirata alla festa e alla sue atmosfere, basata sul superamento della rappresentazione della realtà e con una netta separazione tra ciò che è quotidiano e la realtà teatrale, fatta di suggestione, affabulazione e gioco immaginifico che si instaura tra attore e pubblico.
Nei giorni della prima settimana dopo la Santa Pasqua, la città è in fermento: la processione, vissuta dalle donne del paese, si contrappone alla devozione dei femminielli. La libertà di costumi stride con le preghiere cattoliche, mostrando due facce della stessa medaglia: da una parte e dall’altra, la figura della vergine attira contrasti e offese. La gente freme, le donne si preparano alla processione e con loro il sindaco, il parroco e finanche la forza pubblica. Due personaggi del posto, guappi di ogni tempo, richiamano la necessità dei loro permessi, imponendo il controllo di ogni cosa del territorio. La festa richiama tra le sue tappe la figura immancabile del neomelodico, moderno personaggio di popolo, mentre tutti aspettano la processione. È allora che fa la sua comparsa lo strano figuro, sorta di principe straniero, muto, che innesca la reazione. Sono i due guappi ad aggredirlo e infine ucciderlo, eliminando l’anima popolare del rito. Questi è da dubito destinato all’incomprensione, poi al dileggio e al sacrificio.
Le parole producono un tessuto di immagini ricche di implicazioni, dove affiorano e si delineano dimensioni emotive che la musica ha il compito sottolineare e fare emergere, un lavoro dove il teatro musicale riscopre l’allegoria. Tutti i passaggi, dettagli scenici hanno un loro senso allegorico o tanto esplicito da essere plateale o suggerito come un enigma: di cui è quasi impossibile venire a capo. La storia di femminielli e prostitute, santi e bestie, mischia continuamente sacro e profano nel mistero del rito di primavera. La terra richiama, mai come ora il voto è necessario: la musica sospende e accompagna le visioni.
L’omaggio all’arte e al corpo di un uomo di Pagani, nel decennale della morte, prova a raccontarne il mistero.