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Più passano gli anni e più confrontandolo con gli altri presunti "rocker" italici, più aumenta il divario a suo favore. Altra categoria, altro talento nostrano che altrove avrebbe tutto il riscontro che si merita. Quando capita dalle mie parti non perdo occasione per andare a vederlo dal vivo, ho perso il conto di quanti suoi concerti ho vissuto. Straordinario e i testi esprimono molto di più di quanto si pensi...a mio parere vanno letti sotto tutt'altra ottica, e non è quella politica...va oltre la politica, semplice specchietto per le allodole. Mi rattrista solo una cosa, vedere sempre troppa poca gente ai suoi concerti mentre nullità totali riempiono gli stadi a colpi di culo e di tetta. Che tristezza stò paese del cazzo, simbolo ed emblema di una qualità oramai perduta sotto ogni punto di vista.

@@AdolfoDraghi Concordo con te, tranne che nel finale: non mi piace insultare il mio Paese (anche se ammetto che spesso se lo merita) che e' anche tante cose belle. Per il resto, condividiamo la presenza a tanti concerti di Edo avendone perso il conto; purtroppo sono un po' di anni che non riesco piu' ad andarci; e condividiamo il dispiacere di vedere pochissimo pubblico, cosa che e' iniziata gia' verso la fine degli anni 80. Sul perche', credo che potremmo stare qui a discutere a lungo, ma io sono tra quelli che ritengono che da Kaiwanna, incluso, in avanti, abbia fatto delle scelte quanto meno spiazzanti nei confronti del suo pubblico. Ho continuato comunque a comprare tutti i suoi dischi, andando a cercare anche quelli piu' rari. Per esempio, possiedo il vinile dell'EP con 4 brani de Il Paese dei Balocchi (appunto, dicevamo di 'sto Paese ...) in versione remix prodotta da Mauro Spina (ma Ellade Bandini, perche' l'ha cacciato?) e Pino "Pinaxa" Pischetola (e Sandro Colombini?): un'orribile mistura di suoni plastificati che confrontavo con le esecuzioni dal vivo, rimpiangendo il fatto che gli stessi brani non venissero pubblicati, invece che in versione iper-plastificata, semplicemente dal vivo, dove avevano una forza radicalmente superiore, e dove si sentiva ancora chiaramente chi fosse il migliore. Come in questo video, dove Ninzatti suona ancora una Gibson, dove Bardi e' ancora contento di esserci, con la sua Stratocaster, e dove le tastiere non hanno un ruolo preponderate e anzi il suono del pianoforte e' acustico. Quello che voglio dire e' che il pubblico non se ne e' andato soltanto per stupidita', ma anche perche' c'e' stato un punto di rottura con le scelte artistiche precedenti. Poi un bel giorno, e' avvenuto l'incontro con i fratelli Scarpato. e la musica e' finalmente tornata ad essere quella vera, e anche brani del periodo plastificato, come ad esempio Tu Vuoi l'America o la stessa Un'Estate Italiana, che tanto scandalo aveva suscitato tra i duri e puri, si sono messi a suonare come si deve, come una volta, con prevalenza di corde acustiche sui segnali elettronici. Purtroppo il patrimonio di pubblico nel frattempo era stato dilapidato. Per la maggior parte di quelli che erano presenti a San Siro nel 1980, lui aveva Rinnegato il proprio stile musicale, e i temi filosofici, sociali e politici. E siccome in Italia col passar degli anni la musica peggiora e non si va piu' avanti, nel corso dei decenni nuovi sedicenti rocker si erano affacciati sul panorama musicale. Le leggi di mercato (come diceva Raffaele contento) e l'ignoranza del pubblico hanno fatto il resto. E intendo ignoranza nel senso non offensivo: nessuno sapeva piu' che Edoardo producesse ancora degli ottimi dischi, e nessuno lo sentiva piu' dal vivo; e quindi non si sapeva che il rock migliore e' andato avanti a esprimerlo sempre lui.

@@sigCarLux Credo che la necessità di variare, di provare qualcosa di nuovo di differente sia una via di crescita personale o anche semplicemente interiore. Nel percorso di un' artista la vedo come una specie di tappa obbligata attraverso la quale o prima o dopo passano un pò tutti. Poi chi lo ama e lo segue da sempre ovviamente ci si ritrova in questo percorso oppure no, ma il calo di affluenza ai suoi concerti personalmente lo collego ad altro tipo di motivazione. La certezza di quello che penso a riguardo non posso averla dal momento che non ho il piacere di conoscerlo personalmente o di frequentarlo, ma ho la netta sensazione che il suo essere difficilmente manovrabile/plasmabile dal "Mangiafuoco" di turno giochi un ruolo determinante nello stabilire l'indice di gradimento ed il conseguente successo. Edo è libertà...non esiste cifra con cui puoi condizionarla...

@@AdolfoDraghi Chi lo ama lo segue sempre perche' lo ama, anche se non ci si ritrova in questo percorso, come nel mio caso, che soffrivo a sentire uscire certe cose piu' da Eros Ramazzotti che da Edoardo Bennato, ma sapevo che dal vivo non mi avrebbe mai deluso, e speravo sempre nel ritorno a sonorita' diverse, cosa che poco per volta e' avvenuta. E poi in mezzo a dischi plastificati come OK Italia, Abbi Dubbi e Il Paese dei Balocchi, sono uscite anche perle assolute come Edo Rinnegato, E' Asciuto Pazzo 'o' Padrone, oppure successivamente Quartetto d'Archi. Naturalmente anch'io non ho certezze, e anche le mie sono sensazioni; le sensazioni di chi ha sofferto per la perdita di pubblico; e rimpiangevo una stagione trionfale che purtroppo non ho potuto vivere perche' ero troppo giovane. Ma i dischi di quella stagione li ho ascoltati fino a consumarli e come quella roba in Italia non ne era mai stata prodotta, e non ne e' mai stata prodotta nenche successivamente.