Sono solo messaggi, reciproci, piccoli, insignificanti, messaggi.
L’intervista a Putin su “Il Corriere della Sera” di sabato 6 giugno 2015 è il messaggio di un leader che vorrebbe un mondo ancora diviso i due blocchi, e si dota di un linguaggio adeguato a rappresentare la sua forza alternativa agli USA. In ogni dichiarazione pubblica Putin alza un nuovo muro, immateriale, virtuale contro americani e, quando può, gli occidentali; ma è un messaggio necessario ed utile per affermare la sua valenza alternativa.
L’atteggiamento è stato bruscamente rimarcato da un duro discorso di Obama al successivo vertice del G7. Sbagliando però, perché in questo modo il Presidente Americano accredita la stessa idea del Presidente Russo, di un mondo separato da una cortina di ferro culturale e politica, ancora conteso da due protagonisti principali, ancora controllato da due contendenti con una nuova Guerra Fredda, con cui forse si vorrebbero spegnere le numerose Guerre Calde successive al 1989.
Sergio Romano lo dice con estrema, brutale chiarezza: “non vi fu mai un conflitto che coinvolgesse contemporaneamente, sullo stesso campo di battaglia, gli antagonisti della Guerra Fredda”[1]. Anzi, per essere più precisi, nei pochi casi in cui il mondo si trovò sul “ciglio dell’abisso”[2], “riuscimmo sempre, da una parte e dall’altra, a fare un passo indietro”[3].
Solo che, a forza di fare passi indietro, il mondo è rimasto fermo ad incubare conflitti senza mai risolverli. Dunque sono solo messaggi, piccole scaramuccie, azioni inutili e retroazioni altrettanto inutili di leader impotenti a governare il mondo. Sono scenari di verità, non più per niente corrispondenti alla realtà, con cui si accreditano alcuni protagonisti, con cui pochi leader vogliono imporsi come regolatori del mondo.
Ma non è più cosi, perché noi viviamo in un altro mondo.
Non si passerà dalle fredde guerre islamiche alla riedizione della Guerra Fredda.
Il mondo sta totalmente cambiando e prendere coscienza di questa situazione è la migliore possibilità per governare la nostra condizione.
Dove sta andando il mondo?
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