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Café Society
Italy
Приєднався 3 жов 2024
Trasformiamo le piazze dell'Emilia Romagna in Salotti Culturali!
Organizziamo conferenze, talk, mostre e concerti con esperti di fama nazionale ed artisti emergenti.
Qui troverai gli episodi del nostro podcast e le registrazioni degli eventi live.
Scopri tutti gli eventi dal vivo sul sito www.cafesociety.it
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Un caffè con Rick DuFer | Il lavoro per Gen Z e Millennials tra identità, precarietà e tempo libero
In questo primo appuntamento prendiamo un caffè con Rick DuFer, autore del canale Daily Cogito. Durante la chiacchierata tratteremo un tema fondamentale per le nuove generazioni: l'equilibrio tra vita privata e lavoro.
Siamo Alice Benatti, giornalista professionista di Modena, e Marco Ferri, operatore culturale a Rimini, e insieme al nostro team facciamo parte di Café Society.
☕ Cos'é Café Society?
Cafè Society è un format nato dal desiderio di integrare l'offerta culturale proposta dalle città dell'Emilia Romagna, la nostra regione. Lo faremo attraverso eventi innovativi, podcast, concerti e mostre per le nuove generazioni.
👉 Per rimanere aggiornato sui nostri eventi dal vivo seguici sul nostro canale Instagram: @cafesociety.it
--------
🎙️ Ospite: @rickdufer
🎤 Host: Alice Benatti e Marco Ferri
☕Produzione: Arquipelago
💡 Produttore: Carlo J. Montalvo
🎥 Produzione video: Simone Durante Group
🖌️ Graphic design: Maddalena Re
🔴 Location: C'Entro Supercinema Santarcangelo di Romagna
🛋️ Set design: Segni d'Interni
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Переглядів: 13 187
esatto: prendersi la responsabilità e il RISCHIO di fare ciò che si vuole fare con i propri soldi: esatto! questo in trentino vieni capito solo da chi riceve soldi pubblici per "sognare" => zero SOLUZIONI a problemi reali.. e troppo conformismo ideologico di comodo.. per ora. bravo Rick DuFer. ti ho ascoltato con piacere.. e daje con i tuoi progetti.. sei una grande energia. vai avanti così! ;)
29:40 La precarietà esistenziale è altra cosa dalla precarietà storico-sociale. Sovrapporre le due dimensioni getta il discorso collettivo in un appiattimento inaggirabile. Mi spiego meglio. La prima precarietà (quella esistenziale) ha a che vedere con l’impermanenza che caratterizza la vita tutta, e noi in essa; in quanto noi vita, a nostra volta: la vita si fluidifica continuamente, e continuamente finisce per erompere le rappresentazioni del mondo che gli individui al suo interno insieme realizzano. La seconda precarietà (quella storico-sociale) trova le proprie condizioni nella prima certamente: cos’è il mutamento culturale se non la continua ripresa del tentativo di adeguare significati (umani) terminati, con un mondo interminabile? Ma non è tutto. Parte dell’insufficienza di questi significati “incompiuti” rende conto tanto di questa impermanenza perpetua, quanto delle condizioni d’epoca in cui mi situo. Vediamo come. Una crisi economica può recare somiglianze di tratti con la carica “precarificante” che mi attraversa per intero, quando non riconosco più chi sono, cosa patisco, cosa mi muove, chi sia davvero il mio partner, da dove vengo, etc. Ma se sulle ragioni di una crisi esistenziale, che ha che vedere con la fragile condizione umana, ho una certa leva d’azione, in quanto alla fine dei conti troverò col tempo come “accoglierla” (e non sempre accettarla fino in fondo), sulle ragioni di una crisi economica la storia è diversa. Perché ha a che vedere con le condizioni materiali di una determinata epoca, e verso cui le operazioni collettive prestano o revocano adesione. Posso e devo intervenire diversamente sulle due cose. Credo che riconoscere questa distinzione possa aiutare a un ragionamento critico che pur accettando la fragilità esistenziale, non ratifichi lo stato di fatto in cui viviamo. Le condizioni storiche e sociali sono trasformabili, e possono essere oggetto di contesa, di rivendicazioni e di azione politica. Sulla condizione umana, invece, ciascuno può solo imparare la propria personalissima strada per scendere a patti con essa.
non riesco a comprendere la citazione:" il lavoro è una parte di quello che sei" detta da una persona che ammette di "lavorare letteralmente 10-11 ore al giorno"... Lo dico non come mera critica, ma come opinione personale, ritrovandomi in quello che lui dice (lavoro in ambito digitale 10 ore al giorno). Sento però che la risposta alla domanda: "che persona vorresti essere", per motivi storico/sociali non possa essere fatta insieme alla domanda: "che lavoro vorresti fare". Purtroppo, in ambiti digitali, dove la velocità di servizio aumenta sempre di più ed i valori empatici sono praticamente azzerati, queste risposte collidono e trovare un equilibrio rimane un esercizio filosofico.
Grazie Rick davvero per quello che hai detto, il tuo pensiero fa aprire il cervello ❤
🚀
Harry Potter ❤
🎉
Sempre interessanti gli spunti di @rickdufer e piacere di averlo ritrovato in questo che è il mio argomento d'elezione. Ma provo a buttare lì una piccola riflessione: il punto fondamentale, io credo, è la vasta incomprensione su cosa sia il lavoro. Per esempio, voi durante questa chiacchierata stavate lavorando? Rick no e voi sì? O il contrario? E lo stavate facendo con passione? Perché aveva un significato (per esempio per soddisfare i bisogni di sostentamento, far crescere un progetto e pagarci le bollette) o perché aveva un senso (per diffondere concetti e idee utili alle persone, onorando una sorta di "trascendenza")? Se non si parte da questi assunti fondamentali, il rischio è di comunicare buone suggestioni e forse qualche regola utile per sé stessi, ma non si cura il problema alla radice, che è sociale e relazionale. In questo TEDtalk se volete ho provato a inquadrare il problema. Comunque grazie e ottimo lavoro. ua-cam.com/video/UIZtyXPkTTE/v-deo.html&t
La passione va vista come supplemento di energia, non come scopo del lavoro. C'è differenza tra fare le cose "con passione" e "per passione". Lavorare con passione aumenta la qualità dei risultati, mentre se la passione è la finalità, questo livello qualitativo è compromesso dal fatto che è subordinato alla gratificazione che proviamo nello svolgere quella determinata attività
Tanti discorsi scontati.... concordo pero' con lui che i giovani, la cd Gen Z oggi deve assumersi le sue responsabilita" e uscire dal guscio protettivo e rassicurante costituito dalla famiglia di origine....oppure i genitori devono essere meno protettivi e metaforicamente spingere fuori casa i figli.🤷♀️
Sempre molto interessante rick
20:38 te prego dimmi dove paghi l'affitto perchè mi trasferisco subito
Per me è davvero assurdo che il fatto di ottenere un contratto indeterminato sia un grosso obiettivo lavorativo 😅
Una riflessione sull'analisi semantica del concetto di lavoro che in alcune lingue ha a che fare con il travaglio. Nella Bibbia è scritto: "lavorerai con fatica e partorirai con dolore". È chiaro che il travaglio è propedeudico al parto. Questo è perfettamente in linea con il fatto che se il tuo lavoro non ha una fase di travaglio non è un lavoro generativo. Nota a margine: oggi le donne lavorano con fatica e partoriscono con dolore (a meno di epiturale), che fregatura.
I suoi discorsi sono perlopiù superficiali, ma anche solo dalla postura è visibilmente tracotante.
i tuoi commenti sono invece profondi e modesti
@@filippopagotto8968 Commento profondo è un ossimoro, ignorante!
Tracotante, come il tuo commento
Vorrei dare qualche parere: Il podcast sembra funzionare, forse si nota un eccesso nella preparazione degli argomenti che è evidente, tuttavia questo non svilisce affatto la profondità della conversazione (che anzi fortifica) e la qualità contenutistica del risultato finale. In generale dico: continuate così che siete su una buona strada. Vorrei poi spendere due parole sull'intervento di Rick, che non mi convince appieno. Sostiene che non si debba associare eccessivamente la propria identità al proprio lavoro, mi permetto di dissentire: in un contesto in cui l'ascensore sociale rallenta sempre più e tende a fermarsi, una persona è fortemente definita dalla propria attività lavorativa, non solo nel proprio percorso, ma anche in quello dei propri eventuali figli. Peraltro c'è una certa "predatorietà" radicata a fondo nel sistema del lavoro italiano... ormai ci si permette di contattare anche fuori dagli orari lavorativi, senza alcun ritegno, proprio perché lo si può fare. Come si può staccare davvero dal proprio lavoro? Come si può separarsi da esso? Un'esistenza passata ad aspettare che l'orologio scandisca la fine del turno non è un'esistenza umile, è un'esistenza castrata. E se pensiamo a come certi mestieri siano rese forzosamente pesanti poiché "si è sempre fatto così"... beh, il quadro che ne viene fuori è tutt'altro che invitante. Peraltro nonostante Rick sostenga che sia accettabile lavorare in un campo che centra poco con le proprie passioni, le quali possono venire sviluppate anche in maniera parallela, lui stesso rappresenta un esempio contrario a questo ragionamento. Ha sentito una forte impellenza, ha scommesso ed ha vinto. Però perché ha deciso di rischiare i risparmi di cinque anni per una follia (dal punto di vista economico-lavorativo?) Beh perché semplicemente quel desiderio che si sente dentro spesso coincide con la propria identità, con chi si è davvero. Si può rinunciare a sé stessi sino a tal punto? D'accordo che la vita è dolore, proprio per questo, che senso ha ferirsi ancora di più, se si ha la (anche solo vaga) possibilità di fare diversamente? Ci si prova, poi magari va male ed allora ci si arrende. Credo che il tentativo sotto sotto ci sia sempre, a prescindere. Peraltro il discorso sulla comodità è moralmente rispettabilissimo, tuttavia non credo si possa escludere un fattore meramente biologico: la vita, per sua stessa natura, tende all'ottenere il massimo risultato con il minor sforzo possibile. Questo implica che, quando un nuovo servizio efficace e richiesto in una certa qual misura viene messo a disposizione delle persone, queste non potranno più farne a meno, di certo non tutti perlomeno. Il caos di quest'epoca è anche dato da questi incredibili sviluppi tecnologici che hanno reso il globo ancora più eterogeneo in termini di "potenzialità" di quanto fosse prima. Purtroppo è straordinariamente complicato gestire questi fenomeni, la legge non riesce a stare dietro e nessuno sa come andrà a finire. Su una cosa sono d'accordo, le generazioni di oggi dovrebbero prendere in mano le loro vite e ribaltarle totalmente. Purtroppo siamo stati cresciuti per avere paura del mondo, più che per viverci. Com'è sempre accaduto l'umanità andrà avanti: ognuno farà del suo meglio e poi si vedrà.
In 20 Mila ore potevi diventare un professionista che suona il basso elettrico...che boomerata questo discorso...
Fra 20mila ore avrai capito il senso della frase. Forse.
@giengisiican1280 No ora mi é chiaro, é come : 'con tutti i soldi risparmiati per le sigarette potevi comprarci una Ferrari'
@@saitamaccitakemikazuci7886 no, continui a non capire, o meglio, molto superficialmente
@@giengisiican1280si é troppo profondo
Contenuti molto apprezzati, davvero piacevole da ascoltare. Grazie
Complimenti per modi e contenuti
Ho apprezzato moltissimo le tematiche e le varie riflessioni che vi sono scaturite da tali domande. Veramente non male come primo appuntamento ragazzi. Faccio il tifo per voi e grazie per il vostro lavoro.
Grandissimo
Come prima puntata davvero interessante e educativa con punti di vista che quasi sempre condivido. Veramente bravi, mantenete sempre questo livello ☺️ Rick comunque sempre assurdo (nel senso buono)
Ric qua ha davvero detto delle cose che andrebbero riascoltate più volte, bravissimi
❤ I tram sui denti ti aiutano❤
Complimenti per la scelta del vostro vostro primo ospite, soprattutto perché gli argomenti sono stati trattati con competenza Grazie ⚘️
Molto interessante. Grazie lo condivido. Sono d’accordo su tutta la linea, da mamma di ragazzi universitari, posso dire che si, il nostro sistema scolastico è davvero fallimentare
invitae mr.marra
Gli intervistatori migliori di sempre, complimenti
Complimenti ragazzi. Concept originale. Scelta del primo ospite azzeccatissima! Avanti così!
💪🏻💪🏻
Video super interessante, seguirò sicuramente i prossimi episodi!
Grazie ragazzi, è stato un grande piacere stare con voi!
È stato un piacere per noi averti come primo ospite del nostro progetto! Grazie da tutto il team!