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Buongiorno Michele. Grazie delle domande, provo a risponderti anche se nessuno, ad oggi, ha la verità assoluta in tasca purtroppo. Il lavoro che ha presentato il Dr Crapis studiava la sensibilità. In questo momento la specificità non la sappiamo con certezza poichè lo studio che è stato fatto riguardava chiaramente una popolazione di pazienti positivi sintomatici. Per calcolare la specificità dovremmo avere un gruppo controllo di pazienti sani (non infetti), per questo ad oggi questo dato ancora non lo abbiamo, ovviamente. I reagenti per i test tampone scarseggiano a livello mondiale ed è molto difficile, cosa che comunque si sta cercando di fare, aumentarne il numero. I test sierologici, sempre come diceva Massimo, si stanno appunto testando in queste ultime settimane. Non sappiamo quando potremo avere tutti i dati sugli stessi ma siamo tutti consapevoli del fatto che ci darebbero una grande mano per ripartire (sensibilità e specificità verosimilmente elevate, possibilità come sottolinei tu, di conoscere i negativi) ed è speranza di tutti poter avere a breve delle certezze in merito. Il problema economico preoccupa tutti ed è fondamentale, come dici tu, ripartire. Le manovre contenitive però non hanno fallito. Basti vedere la progressione dei contagi in altri focolai di altre nazioni dove misure di contenimento non sono state prese tempestivamente. La Gran Bretagna e, come hai forse potuto leggere oggi, la Svezia si sono dovute arrendere all'evidenza che, almeno in fase iniziale, delle misure di contenimento sono necessarie. E' ahimè storicamente dimostrato che in assenza di misure contenitive la mortalità correlata ad epidemie aumenta di 10 volte con conseguenze importanti anche sullo stesso versante economico e non solo sanitario. Speriamo tutti davvero che la ricerca sui test ci dia risposte in tempi rapidi per poterci supportare nella ripresa delle attività produttive. I prossimi giorni si spera si possano avere delle indicazioni comunque più precise su quando e come si possa pianificare la suddetta ripresa che tutti auspichiamo possa essere molto vicina.

@@AlbertoMAlbiero Grazie della risposta. Le misure di contenimento hanno fallito riguardo l'obiettivo del contenimento, visto che tutti ammettono che le cifre reali dei positivi sono maggiori di un fattore dieci. Non ci fossero state, la situazione sarebbe andata completamente fuori controllo dal punto di vista sanitario, per cui sono state comunque fondamentali. Ma con l'obiettivo vaccino a 18 mesi (ipotesi più realistica secondo tutti gli esperti, a partire da quelli del WHO), il virus rischia di coinvolgere per allora la metà della popolazione, per cui concentrare il contenimento sulle fascie a rischio e lasciare circolare il virus in chi rischia meno poteva avere senso, visto che il danno economico che stiamo subendo con il lockdown rischia di affossare il Paese per parecchi anni a venire. Il contenimento doveva essere dinamico come in Corea del Sud, dove comunque il virus ha dimostrato di poter ripartire in qualsiasi momento, quindi è una battaglia che nessuno sta vincendo, e noi l'abbiamo condotta nel modo peggiore, dati alla mano. Ma probabilmente era inevitabile. Vedremo ora come procede.